Nel cuneese si riflette sul fenomeno del caporalato

Anche in Piemonte cresce l'esigenza di ragionare attorno ai chiaroscuri dei rapporti di lavoro in ambito agricolo. Il tema è entrato con forza durante la 6th Global Conference in Wine Tourism 2022 tenutasi ad Alba grazie ad un "flash mob" realizzato da un folto gruppo di associazioni del territorio e poi ripreso in conferenza da Carlin Petrini, invitando a una attenta valutazione del "caporalato" anche nel cuore del Piemonte del vino e della frutta. E Giovedì 29 settembre si tornerà a parlare di sfruttamento lavorativo nelle campagne in due incontri tra Saluzzo e Cuneo...

La provincia di Cuneo detiene un triste primato: è nella Granda che si è arrivati alla prima condanna per caporalato del Nord Italia, con la sentenza di primo grado dell'11 aprile del 2022 emessa dal tribunale del capoluogo nel processo “Momo”, con la condanna in primo grado di quattro imprenditori agricoli per sfruttamento lavorativo e di un bracciante per intermediazione illecita. Temi scottanti che non possiamo più nasconderci e di cui si discuterà con Marco Omizzolo appunto giovedì 29 settembre. Prima alle ore 14:30 a Saluzzo presso la Sala Tematica de Il Quartiere (ex Caserma Musso), dove l'autore dialogherà con l'avvocata Valentina Sandroni, nell'ambito della rassegna “Trame di Quartiere” in collaborazione con Libera Piemonte. E poi, sempre giovedì, alle ore 18:30 a Cuneo presso la Birrovia Vecchia Stazione, dove a dialogare con il prezioso ospite sarà Virginia Sabbatini di Saluzzo Migrante, su organizzazione di Cuneo Possibile.

Marco Omizzolo rifletterà a partire dal suo ultimo libro “Per motivi di giustizia”, edito da People. Un viaggio tra le storie dei braccianti che si ribellano alla schiavitù delle agromafie e del caporalato, espressione di un'Italia che non si arrende, nonostante il razzismo, il lavoro forzato, le mafie e i Decreti sicurezza. Storie come quella di Balbir Singh, che lavora per sei anni in un'azienda agricola dell'Agro Pontino alle dipendenze di un "padrone" italiano che lo considera un animale senza diritti. Eppure Balbir si ribella, lo denuncia e si costituisce parte civile nel relativo processo, nonostante sappia di aver infastidito la 'ndrangheta.
Seguono le vicende di molti altri braccianti, uomini e donne, migranti e italiani, ribelli per scelta alla schiavitù dei padroni e dei padrini delle agromafie. Storie di gente come noi, anzi, meglio.

Marco Omizzolo è un Sociologo Eurispes e presidente di Tempi Moderni. Si occupa di mafie, di tratta internazionale e di caporalato. Ha lavorato come bracciante infiltrato in diverse aziende agricole dell’Agro Pontino, reclutato da caporali indiani, per studiare il grave sfruttamento dei migranti in agricoltura. Ha continuato i suoi studi in India seguendo un trafficante di esseri umani per indagare il sistema di tratta internazionale. È stato animatore a Latina, il 18 aprile 2016, dello sciopero di oltre quattromila braccianti indiani contro caporali e padroni e dell’occupazione di varie aziende agricole locali. Lo sciopero è stato replicato il 21 ottobre del 2019.
Nel 2019 è stato nominato, dal Presidente Mattarella, Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro il caporalato e lo sfruttamento.

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