Salute: i pediatri italiani dicono no al cibo sintetico

A cura di Coldiretti Cuneo.

La FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), con 5000 professionisti che seguono circa 4,5 milioni di bambini, ha aderito alla petizione di Coldiretti e Filiera Italia contro la diffusione dei cibi sintetici prodotti in laboratorio...

La firma da parte del Presidente e dei Vicepresidenti della FIMP è avvenuta nell’ambito del vertice presso la sede nazionale della Coldiretti, durante il quale si è sottolineato il livello raggiunto dal sistema sanitario italiano, la forte azione di prevenzione derivante da una corretta alimentazione e da stili di vita salutari puntando sull’origine dei prodotti 100% italiani grazie alla filiera agroalimentare nazionale e l’importanza della dieta mediterranea nei primi tre anni di vita del bambino.

I pediatri hanno quindi sottoscritto la proposta di Coldiretti di divieto di cibi sintetici e raccoglieranno le firme in tutti gli ambulatori coinvolgendo le famiglie, informando i genitori del rischio che i figli correrebbero assumendo un cibo sintetico rispetto agli effetti a medio e lungo termine ancora ignoti e non valutati.

Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè, gli italiani mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%), mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicuro per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto, sostenuti da diversi protagonisti del settore hi-tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). Sulla carne artificiale – evidenzia Coldiretti Cuneo – solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni.

“Le multinazionali del cibo in provetta approfittano della crisi – evidenzia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo – per imporre sui mercati ‘cibi Frankenstein’ come la carne prodotta in laboratorio, che potrebbero presto inondare il mercato europeo. Purtroppo, la verità che non viene pubblicizzata è che la carne in provetta non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.

“Le bugie sul cibo in provetta – rimarca il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

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