Un grido d'allarme dai Sorì Eroici

Il cambiamento climatico inizia a farsi sentire, e con discreta gravità, in tutto il comparto agricolo nazionale dopo due annate decisamente complicate. Non resta immune l'intera filiera vitivinicola, tanto che un gruppo di produttori di Langa (delle zone attorno a Santo Stefano Belbo) ha preparato, sottoscritto e inviato alla Regione Piemonte, e a tutti i soggetti pubblici ed associativi del settore, un documento di analisi e proposte che potremmo tranquillamente definire come un grido: di pericolo evidente e di aiuto...

Sono viticoltori e vitivinicoltori accomunati dal lavoro di quelli che vengono definiti come "Sorì Eroici", ovvero terreni che hanno una pendenza pari o superiore al 40%, talmente ripidi da rendere difficile all'uomo lo starvi in equilibrio durante le necessarie lavorazioni, tutte rigorosamente manuali perché per i mezzi meccanici questi declivi sono decisamente non consigliabili; dunque vigneti che costano tempo e fatica, offrendo una remunerazione limitata. Vigne "storiche", dunque, preziose sotto il profilo paesaggistico e ora a rischio in un'era di temperature eccessive e bruschi e violenti cambiamenti climatici.

Questo il documento trasmesso dai vignaioli, tutti appartenenti al marchio “Sorì Eroici”. I sorì sono, secondo il dialetto piemontese, i versanti meglio esposti delle colline, quelli maggiormente soleggiati; insomma: i migliori luoghi dove praticare una viticoltura di qualità, ancorché contrassegnata dalle difficoltà di gestione - manuale e poco “moderna” - che il nuovo marchio ha invece inteso valorizzare per tributare riconoscenza agli ostinati viticoltori.

Produttori Comitato Sorì Eroici
Indirizziamo a Presidente Regione Piemonte e Assessore all’Agricoltura
All’Associazione dei Comuni del Moscato affinchè si faccia portavoce con i singoli comuni
Ai consorzi di tutela e promozione tutti rappresentati attraverso Piemonte Land
Al Consorzio dell’Asti e Moscato d’Asti DOCG
Alle organizzazioni professionali Coldiretti, Confagricoltura e CIA
A Confindustria Cuneo, Asti e Alessandria
A Confcooperative
A Commissione lavoro Camera dei deputati

Oggetto: considerazioni e suggerimenti post vendemmia 2023.

La vendemmia 2023 ha lasciato scottati vigneti e viticoltori, ma è già il momento di pensare e di programmare la prossima annata.
Con la presente i viticoltori del progetto Sorì Eroici intendono indirizzare il loro grido d’allarme alle istituzioni ed alla filiera, ma anche suggerimenti e raccomandazioni utili a tutti.
Di seguito si riportano le osservazioni che si concentrano su 3 principali macro aree:

Carenza idrica, colpi di calore
La carenza idrica è il fattore maggiormente influente in negativo per la vitalità dei vigneti; essa influisce negativamente in ogni fase del ciclo annuale e biologico della vite, rendendole peraltro più sensibili a malattie del legno (flavescenza dorata e mal dell’esca su tutte). Vita è il termine più appropriato al quale pensiamo. E’ necessario avere la consapevolezza del fatto che la vita dei vigneti è a rischio evidente: mai in precedenza come nell’estate 2023 si è verificato l’effetto sinergico negativo tra siccità, calore ed irradiazione. La mancanza di acqua ha portato ad un afflosciamento diffuso delle foglie, le stesse esposte a temperature ed irradiazioni elevate possono giungere ad un disseccamento. A parte la ridotta capacità fotosintetica, l’effetto maggiormente negativo è la conseguente esposizione dei grappoli che in casi diffusi sono giunti ad un disseccamento con riduzioni di produzione sino al 70%. L’ombreggiamento è una pratica applicabile solamente alle colture in serra: la soluzione più adeguata al problema è il ricorso all’irrigazione a goccia ed alla subirrigazione. Chiarita la procedura del ricorso all’irrigazione di soccorso, apprezziamo l’apertura a misure di ottimizzazione e potenziamento dei consorzi irrigui ed individuiamo nel sostegno alla realizzazione dei piccoli impianti di recupero delle acque piovane la soluzione ideale per l’irrigazione dei vigneti posti su pendenze ed esposizioni sensibili.
Questo perché l’approvvigionamento idrico permane tema critico: annate avare di precipitazioni come le scorse ci fanno pensare che potrebbe non essere sufficiente il recupero dalle pertinenze aziendali: suggeriamo il coinvolgimento delle realtà industriali ed artigianali nella creazione di reti di raccolta, creando così una vera e propria rete solidale tra diversi attori del territorio. In questo conclamato periodo di emergenza anche economica, rimane necessario sburocratizzare i vincoli cui sono sottoposte le singole aziende agricole per la realizzazione di vasche sotto terra. Ove possibile sarebbe interessante anche incentivare il recupero e la realizzazione di reti di recupero anche delle acque di scorrimento superficiale entro i confini delle aziende agricole;

Epoca di vendemmia
Tra gli effetti del cambiamento del clima si constata una variazione del ciclo annuale di tutte le colture; nella vite in particolare si assiste ad un anticipo di ogni fase fenologica, dal germogliamento sino alla maturazione.
Ne consegue che la raccolta delle uve avvenendo sempre più nel periodo estivo espone i lavoratori, titolari e dipendenti, a maggiori difficoltà nel lavoro nei vigneti. Ben vengano le integrazioni salariali ordinarie previste dal Decreto Caldo, strumenti a disposizione di chi lavora, sono però necessarie soluzioni tecniche strutturali.
Ci riferiamo ad una revisione dell’operatività dell’intera filiera che riportiamo nei punti successivi:

- Anticipo del conferimento delle uve: consci della data di inizio dell’annata vitivinicola, l’anticipo del periodo di conferimento ai primi giorni di agosto è soluzione improrogabile per vitigni e vigneti a maturazione precoce, come il Moscato Bianco atto a produrre le DOCG Asti e Moscato d’Asti. Ne deve conseguire uno scaglionamento della vendemmia: tale impegno deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori della filiera, dai viticoltori ai centri di conferimento e trasformazione;

- Conferimento in orario pomeridiano delle uve: di fronte all’irrinunciabile disponibilità al ritiro da parte dei centri di conferimento, la soluzione proposta è anche conseguenza al fatto che le temperature pomeridiane non consentono il lavoro nei vigneti.

Costo del lavoro
Alla crisi climatica, ai venti di guerra ed ai dati non rincuoranti dal commercio interno ed internazionale conseguono incertezze sui costi di produzione. Gli osservatori pongono l’intero settore ad un rischio di corto circuito. Il sistema Italia deve reagire agilmente su quanto dipende da dinamiche nazionali: il costo del lavoro è un elemento imprescindibile. Non suggeriamo alleggerimenti del cuneo fiscale, ma pensiamo a soluzioni adottate nel passato recente in periodo di Covid: il decreto Cura Italia aveva disposto all’art. 105 l’estensione del grado di parentela dal quarto grado sino al sesto per l’espletamento di lavoro in forma di aiuto gratuito e transitorio. A tale soluzione fu fatto frequente ricorso nel periodo di stato di emergenza: una riapertura in questa direzione sarà anche un’ottima risposta alternativa alle dinamiche imposte dalle cooperative di lavoratori. Sarà utile dare la giusta pubblicità agli strumenti atti ad agevolare il lavoro temporaneo come gli sportelli online creati da istituzioni e associazioni di categoria.

Consci che dalla situazione se ne possa uscire solamente attraverso il coinvolgimento di ognuno, noi produttori iniziamo a fare la nostra parte porgendovi questo scritto e rimanendo a disposizione per confronti ed integrazioni.

Luca L. Tosa, Giuseppe Scavino, Gabriele Saffirio, Francesco Bocchino, Bisso Atanasov, Aldo Cane, Alessandro Negro, Marco Capra e Maurizio Domanda.

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