Cronaca astigiana di tre mesi per l'acqua pubblica

Image di Alessandro Mortarino.
Come si dice in italiano "suma sciupà" ? Scegliete voi il lessico che più vi appare appropriato, per noi la sostanza non cambia: undici settimane e mezzo di campagna per la raccolta e la gestione delle firme a sostegno dei tre quesiti referendari a salvaguardia della gestione pubblica delle acque potabili ci hanno segnato. Ma anche arricchito. E proviamo (a modo nostro) a raccontarvelo, facendo nomi e cognomi. E qualche sano pettegolezzo ...

Iniziamo dalla fine ...

Le nostre undici settimane e mezzo vanno dal 25 Aprile al 19 Luglio dell'anno di grazia 2010: un po' di pioggia in primavera e poi gran caldo e banchetti torridi. Il nostro racconto potrebbe essere un curioso "giallo", con una particolare caratteristica: l'assassino lo si conosce già nelle prime righe (il Ministro Andrea Ronchi), le parole che seguono sono il puntuale tentativo di mettere assieme le prove della sua colpevolezza e il conseguente giudizio della corte.

Che alla fine dà il suo verdetto: colpevole ! ...
Un milione e quattrocentomila volte colpevole, secondo le volontà degli italiani "togati".
Cinquemilacinquecentonovantasette volte colpevole, secondo quelle degli astigiani: 5.597 sono i firmatari di ciascuna delle tre proposte referendarie. Mai nell'astigiano si era registrata un'adesione così massiccia e mai in Italia una "idea" referendaria aveva coinvolto così tanti cittadini.
Buon segno: siamo ancora in un Paese dotato di emozioni positive e cervelli che spaziano. Se solo li approcci con buoni contenuti.

La Liberazione ...
E non poteva essere altrimenti per una campagna avviata il 25 Aprile, giorno non casuale. Ai giardini di Asti, quella mattina, si formò una sorprendente coda al primo banchetto organizzato dal Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche. Persone pazienti, sotto un fin troppo caldo sole primaverile, pronte a sguainare un documento di riconoscimento e siglare con la propria firma un messaggio ad imperitura memoria: crediamo nella Democrazia, crediamo che una Società abbia bisogno di proprietà collettive primarie.
Come l'acqua.

L'Acqua è femmina ...
Come la Liberazione, la Libertà, la Democrazia: tutti soggetti al femminile. Non è un caso che i primi firmatari astigiani delle tre proposte referendarie siano tutte Donne: Silvana Bellone, Marisa Pessione, Daniela Grassi, Giulia Piantadosi, Anna Ferrero, Angiola Brumana. Un altro buon segno.

Ce la faremo ? ...
Non avevamo dubbi sulla riuscita della campagna astigiana; dal 2005, il Gruppo P.E.A.C.E. prima e la rete del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche poi, avevano fatto un buon lavoro in città e in provincia e ciò era un buon viatico anche per questo impegno. Ma se nel 2007 la raccolta firme per la proposta di Legge d'iniziativa popolare per la ri-pubblicizzazione degli acquedotti italiani aveva catturato la sottoscrizione di oltre 3 mila astigiani in sei mesi, ora l'obiettivo minimo era di ripetere l'exploit in metà tempo: tre soli mesi per fare banchetti, informare ed informare, distribuire moduli nei Comuni e ritirarli, gestire il tutto, richiedere certificati elettorali, trasmettere chili di carta alla segreteria romana. Undici settimane e mezzo in totale: ce la faremo ?

L'ottimismo è la virtù degli incoscienti ...
Il 24 Aprile eravamo tutti preoccupati, ma speranzosi. Il 25 contavamo le prime firme: quasi 300: per noi un successo. Ma da tutta Italia arrivavano i primi dati: migliaia di firme in ogni banchetto; le nostre 300 (circa) apparivano non solo scarse, ma stitiche, striminzite, lillipuziane. Provinciali.

Obiettivi chiari, patti duraturi ...
Alla fine della settimana successiva, eccoci a quota 500 firme raccolte; quella dopo tocchiamo quota 700. L'obiettivo pattuito con il Forum nazionale dei Movimenti per l'Acqua è di 2.600 firme ad Asti e provincia.
Ma non ce la faremo mai !!!!
Ci guardiamo negli occhi, ed è un gioco che dura parecchio perchè di occhi ce ne sono davvero parecchi.
"Duemilaseicento firme, ok ?" dico a tutti quegli occhi, perchè è a me che tocca il ruolo del motivatore.
"Solo ? ..." mi rispondono in coro gli ipocriti partners del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche. "Dacci 'sti moduli e dì pure a Roma che noi di firme ne prendiamo come minimo 3 mila, come nel 2007 ma in metà tempo".
Gli amici sanno essere ipocriti, in quanto amici.
Poi li senti confabulare ai banchetti, tra loro: "ma non ce la faremo mai ...".
E allora tocca a me, di ipocrisia in ipocrisia: "tranquilli, è tutto sotto controllo. Abbiamo lanciato un sasso nello stagno, ma in realtà quello stagno è il mare. E l'onda sta per arrivare".

La saggezza e la realtà ...
Un po' di autoconvinzione non fa mai male. Ma anche un po' di senso del concreto. Perchè questa campagna affonda radici solide in un DNA robusto.
E lo scorso anno ne avevamo avuto già una conferma sostanziosa. Ottobre 2009, il Decreto Ronchi prende forma e il Parlamento si prepara a votarlo. A livello nazionale i Movimenti reagiscono, ma i numeri parlamentari non ci offrono chance.
Ad Asti tocca a noi lanciare l'allarme e, attraverso un comunicato stampa, chiedere al "nostro" parlamentare Maria Teresa Armosino - "casualmente" anche presidente della Provincia di Asti - di difendere la gestione pubblica degli acquedotti e non votare il Decreto Ronchi. Lo chiediamo perchè nel 2007 la precedente amministrazione provinciale (anzi: l'allora consiglio provinciale all'unanimità) aveva deliberato la nostra proposta di legge popolare che chiedeva l'esatto opposto di quanto Ronchi vorrebbe ora regolamentare. Una scelta bipartisan, trasversale, assoluta. Nel 2007 ...
La signora Armosino, però, non ci risponde. Non attraverso la stampa locale, non alle raccomandate con ricevuta di ritorno, non alle emails, non alle telefonate ...
Le facciamo allora pervenire decine di messaggi individuali di invito a votare contro il Decreto Ronchi, parallelamente apriamo il Comitato ad altre adesioni. In quel momento, dal 2007, siamo in 27 tra organizzazioni ambientaliste, del volontariato laico e cattolico, della cultura, del sindacalismo, con l'aggiunta di alcune forze politiche/partitiche.
Dopo quindici giorni, il Comitato tocca quota 63 adesioni, intanto a Montecitorio la Ronchi passa ... e la signora Armosino è tra i suoi sostenitori.
Tra Dicembre e Gennaio facciamo il giro dei Comuni astigiani e chiediamo loro la modifica degli statuti municipali per definire l'acqua un bene comune e il servizio idrico integrato un servizio privo di rilevanza economica.
Lo approvano Cortiglione, Castagnole Lanze, Coazzolo, Refrancore, Cortandone, Capriglio, Castello di Annone, Rocchetta Tanaro ...
A Febbraio siamo pronti per qualunque tenzone.
Senza rendercene conto.

Sii serio e ciò che hai seminato ...
A Marzo tutto il Forum nazionale dei Movimenti per l'Acqua entra in fibrillazione. I testi dei tre quesiti referendari, elaborati da Rodotà, Lucarelli, Mattei ed altri giuristi, diventano i "nostri" tre quesiti referendari e la potente macchina organizzativa si mette in moto.
Mariangela Rosolen, da Torino, confermata nostra coordinatrice regionale, inizia l'appello: Cuneo: presente. Novara: presente. Asti: presente ...
Ci mancano solo due elementi: una data di partenza e i moduli per la raccolta firme, per il resto ci pare di essere pronti. Tanto che ad Asti mi azzardo a proporre alle 63 organizzazioni aderenti alla nostra Rete locale un avvio senza bisogno di fare riunioni.
Odio le riunioni ! Non le reggo più, da tempo. Purtroppo ho notato che sono un pretesto per rimandare l'agire: si fanno riunioni, troppo spesso, solo per decidere di cosa si discuterà nella riunione successiva !
Non è una proposta "leggera", ma dettata dalla conoscenza dei partners. Occorre fiducia (reciproca) e questa pare esserci tutta: se ci si conosce e se ci si fida dell'altro/degli altri, allora tutto è più facile. E dato che le informazioni circolano abbondantemente tramite le nostre mailing list, le riunioni possiamo considerarle un di più.
Ne faremo due in tre mesi, in totale: una di tipo operativo dopo due settimane di inizio attività (con distribuzione materiali e messa a punto delle iniziative) e una in forma pubblica/convegno con il professor Mattei il 21 Giugno, quando le firme raccolte sono già più di 4 mila e una riunione/incontro serve per aggiungere certezze alle nostre acquisite conoscenze (l'incontro è spinto, in particolare, da Luisa Rasero, Luca Quagliotti e da tutta la Cgil astigiana che insiste: l'acqua è solo il primo passo di un percorso di riappropriazione sociale di tutti i servizi pubblici locali ... Parole sagge !).

Tutti in carrozza, si parte ...
Ecco i moduli firme. Sono a Torino e, allora, ci affidiamo alla scaramanzia e al detto "squadra vincente non si tocca" (a metà tra Vycpálek, Boskov e Zeman ...): Roberto Zanna, in veste di postino, ritira i primi agognati 20 moduli (per tipo), li affida a Giulia Piantadosi che si introduce nella Cancelleria del Tribunale di Asti e dopo poche ore ecco le vidimazioni perfettamente in regola che legittimano l'avvio della raccolta astigiana.
Tre mesi sono un soffio, ma la nostra squadra siamo convinti sia all'altezza della competizione. E lo verifichiamo subito.
A San Damiano Maurizio Ghirardi e Tony Grasso, con il "Comitato Insieme per Cambiare", sono subito pronti per la piazza: si stampano i manifesti da soli e la Domenica mattina di San Damiano è tutta all'insegna dell'acqua pubblica ...
A Canelli, Paolo Vercelli di Dendros, Claudio Riccabone dell'Azione Cattolica e Giancarlo Scarrone, il più giovane ed entusiasta tra i non più giovani, l'anima energica di Valle Belbo Pulita (l'associazione ambientalista provinciale con il maggior numero di iscritti, oltre mille) mettono assieme 11 organizzazioni cittadine e diversi consiglieri comunali come autenticatori e formano un "Comitato nel Comitato"; a coordinarlo viene scelto Alessandro Negro. Sarà la simpatia che mi evoca il suo nome (gli "Alessandro" sono sempre "grandi" ...), ma si dimostrerà un coordinatore perfetto: un vero piacere lavorare con la sua leggerezza e puntualità.
A Castello di Annone, nostra abituale roccaforte, c'è il "diesel" Carlo Maniero: sappiamo che deve solo partire, poi farà strada. E con l'aiuto di Franco Idino, il diesel non ci deluderà neanche questa volta.
Nel nord dell'astigiano c'è l'attivissima pattuglia del Movimento 5 Stelle guidata da Monica Martini, pronta ad animare Moncucco, Cortazzone, Castelnuovo Don Bosco, Cocconato e zone limitrofe. Il nord è anche l'area dell'Acquedotto del Monferrato: con le amministrazioni della zona abbiamo un particolare feeling, perchè quando parliamo di acqua pubblica non possiamo non additare l'esempio del Consorzio fra Comuni che rende "una mosca bianca" il Monferrato tra i gestori degli acquedotti italiani. A Settime, ad esempio, riempiremo di firme due moduli per ciascun referendum, grazie all'impegno della Consigliera Giorgina Baccaglioni.
E poi nel villafranchese e nel villanovese ci sono Giorgio Brosio, Nico Novara, Paolo Tessiore e Legambiente Valtriversa.
A Refrancore ecco in pista Maddalena Villa, perfetta anche nell'unire a sè il creativo "Don" del paese e l'amministrazione comunale.
Poi ci sono Rita Bianchini a Portacomaro e Bruno Oggero a Capriglio. E Luigi Sardi, Marisa Valente e Roberto Tomalino a Rocchetta Tanaro, Oscar Pastrone a Rocca d'Arazzo, Fabio Pigliaru a Isola.
Ad Asti spetta il lavoro più corposo e l'autentica arena della nostra corrida. Perchè è in città che ci interessa verificare la reazione della gente. Sappiamo che sarà nel capoluogo che dovremo spremerci maggiormente.
Ma la Cgil da un lato e Rifondazione Comunista dall'altro, decidono di impegnarsi a fondo e questo ci consente di mollare un po' la presa e dedicarci un po' di più alle "periferie" e al sud astigiano: a Castagnole Lanze e Mombercelli, in particolare, dove le amministrazioni si affiancano a noi durante i nostri banchetti, con il giusto entusiasmo e una partecipazione ammirevole. E poi a Rocchetta Tanaro, a Vinchio, a Coazzolo, a Monastero Bormida ...
In città abbiamo con noi le Acli e il Centro Culturale San Secondo torna ad essere la sede della nostra segreteria operativa. E poi ci sono i giovani (e non solo) della Casa del Popolo di via Brofferio, coordinati dal sempre presente Stefano Bego e quelli del "Girotondo" di Marco Piantadosi.
Oltre alle organizzazioni, ci sono parecchie persone che decidono di essere assieme a noi, come impegno individuale; ad esempio la pirotecnica Paola Roselli Grillone, capace di coinvolgere mezzo mondo in un batter d'occhio o Paolo e Giusy Vercelli. E c'è Mario Silvio che, a nome dell'Uisp, ci offre anche un sostegno economico (in aggiunta all'impegno fattivo) dicendoci: "un po' di spese le dovrete sostenere" ...
Ma ad Asti si dà da fare anche Gianni Dapavo con Legambiente. Dopo il primo banchetto pare ritrovare tutto il suo sopito entusiasmo giovanile: "faremo due banchetti tutte le settimane al Sabato, mattina e pomeriggio, al mercato e sotto i portici di piazza Alfieri. Dobbiamo raggiungere le 5 mila firme !".
Boom ...
"Iniziamo a farne uno, di banchetto; dico io".
"Uno ? Ne facciamo due, abbiamo le forze, siamo in tanti, la gente è con noi e ci sta aspettando !".
Metto in conto di farmi anche un banchetto il Sabato pomeriggio ad Asti, prevedo debacle. In effetti due banchetti sono un po' troppi per le nostre forze e le settimane successive ci "accontentiamo" di animarne uno solo. Frequentatissimo.

La voce del popolo ...
Due principali tipologie di cittadini si palesano ai nostri banchetti. Il primo è colui/colei che chiede informazioni sul Decreto Ronchi e poi esplode: "vogliono fare una legge-porcata di questo genere ? Ma sono matti !".
"No, non la vogliono fare: l'hanno già fatta ..." replichiamo noi.
Il secondo tipo di cittadino è quello che sa tutto: perfettamente documentato ci stava cercando da giorni e non vede l'ora di firmare. Noi azzardiamo: "si tratta di tre differenti quesiti referendari, con il primo vogliamo abrogare il Decreto Ronchi, con il secondo chiediamo che nessuna Società per Azioni possa gestire un acquedotto, con il terzo proponiamo che un gestore non possa registrare utili, ma sia costretto a reinvestire tutti i profitti nel miglioramento del servizio".
"Lo so benissimo, mi faccia firmare" è la quasi rude risposta ...

E chi non ci trova ? ...
Si arrangia. Tanto che ancora il 19 Luglio (mentre a Roma veniva consegnato in Corte di Cassazione il nostro Tir di moduli) la nostra casella mail riceveva la richiesta di una signora desiderosa di sapere dove poteva ancora recarsi a firmare !
Attraverso le redazioni dei giornali astigiani ci sono arrivate telefonate e mail di persone che sollecitavano: "non vi ho trovati in piazza questo Sabato, dove siete ? Devo firmare !"
Devo firmare.
Un bisogno quasi fisiologico ...
E quella signora che via mail mi avvisa: "ho l'abitudine di non portare mai con me i documenti quando vado a fare la spesa e così già due volte ai vostri banchetti non mi hanno permesso di firmare. Ora ho i documenti fissi in borsa, ma dove vi trovo ?".
"All'Urp in Comune c'è un modulo sempre a sua disposizione, signora; oppure le indico a seguire il programma dei banchetti della settimana".
Passano dieci giorni e ho le sue ultime novità: "Gentile signor Mortarino, volevo solo avvisarla che sono riuscita a firmare. Buona giornata".
Sono parole e gesti che fanno bene al cuore.

La fatica del fare banchetti e il massacro della gestione dei moduli ...
Quanti banchetti abbiamo fatto, alla fine ? E chi riesce a dirlo ... diciamo soltanto: "tanti".
Tanti davvero. Un lavoro. Autentico. La fatica dell'organizzare e gestire banchetti.
Ed è solo l'inizio, perchè ad un certo punto tutte le firme raccolte sui moduli ed autenticate dai nostri solerti consiglieri e funzionari comunali/provinciali (tra i quali meritano una menzione speciale Vincenzo Calvo, Valentina Cerigo e Giovanni Pensabene "iperpresenzialisti" ai nostri banchetti: grazie di cuore per la vostra pazienza !) sono pura carta straccia se non li corrediamo con i certificati elettorali di ciascuno dei firmatari.
Cinquemila e passa certificati elettorali, in originale e in triplice copia.
Un suicidio ...
Ma è necessario, dunque lo faremo ! Volli, volli, volli. Fortissimamente volli.
E qui ci aiuta l'esperienza del 2007, ci si organizza accentrando la gestione dei moduli sul Gruppo P.E.A.C.E., mentre Cgil e Rifondazione Comunista si gestiscono "in proprio" le firme direttamente raccolte (più di mille, complessivamente).
Una catena di montaggio: documenti personalizzati di riepilogo per ciascun Comune, fax a tutti i Sindaci, sollecito la settimana successiva via mail, poi inizia il tour mozzafiato in auto per ciascuno dei Comuni astigiani: ritiriamo i certificati elettorali richiesti ma anche i moduli firme lasciati inizialmente nelle anagrafi, speranziosi che qualche altra amministrazione si sia data da fare a sensibilizzare la sottoscrizione dei propri concittadini.
Alla fine avremo liete sorprese (34 firme a Montemagno, 31 a Frinco, 28 a Cossombrato, 17 a Camerano Casasco) e deludenti conferme (zero firme a Castell'Alfero, come nel 2007; 1 sola firma a Montechiaro nonostante un dialogo diretto con il suo Sindaco, che è anche Consigliere Provinciale).
Personalmente dedico sei intere mattinate a girovagare tra colline e piane, a sud e a nord di Asti; sotto il profilo "antropologico" è una esperienza magnifica.
Da Roma gridano: "siamo in ritardo, siete in ritardo !"; noi corriamo, ma chiudere i moduli pare impossibile.
Spediamo un primo pacco da 927 firme e 26 moduli (per tipo), ci sentiamo un po' piccoli ed imbranati.
Poi un secondo. Poi un terzo dal considerevole peso di quasi 14 chili. All'ufficio postale ci guardano con sospetto: parenti di Unabomber ?
Passano i giorni e iniziamo a vedere una luce al termine del tunnel. Anche se la raccolta firme sembra non finire più e ogni giorno nuovi moduli e nuovi certificati da richiedere si aggiungono e ci rimandano nuovamente all'inizio.
E' come un gioco dell'oca, se cadi nella casella sbagliata devi ricominciare dal via. E' come la tela di Penelope: la sera è tutto finito, la mattina si ricomincia !

La legge delle tre carte ...
Avete presente quegli abilissimi giocatori d'azzardo che presidiano le strade delle nostre grandi metropoli e che vi invitano a scommettere sulla posizione in cui si trova l'asso di cuori ? Al centro, a destra o a sinistra ?
Così per noi; invece delle tre carte, abbiamo i tre moduli firme. Sul nostro tavolino facciamo scorrere come in un vortice i tre moduli e il risultato è che ogni giorno le poco più di 4 mila firme che risultano dai totali empirici ottenuti dalle segnalazioni di ogni "raccoglitore", iniziano a lievitare. Siamo davvero oltre quota 5 mila, incredibile: Gianni Dapavo aveva ragione !
Possibile ?
"Aspettiamo di averle tutte in casa" dicono Marisa e Silvana, sagge e concrete come sempre.
"Ma è così, basta sommare quelle già spedite e quelle ancora in completamento, a quelle della Cgil e a quelle del PRC e a quelle del Comune X, del Comune Y, dell'Associazione Z e il risultato è chiarissimo".
Chiarissimo.
Meglio aspettare.

Evviva i funzionari delle Anagrafi ...
Se non ci fossero loro, dovremmo inventarceli. In fondo Saramago (un abbraccio anche a lui, ora che è nell'ombra dell'aldilà) ci aveva insegnato in "Tutti i nomi" ad amare almeno un po' le rigide ritualità delle donne ed uomini delle anagrafi comunali.
Ne abbiamo incontrati di tutti i gusti: persone da abbracciare, come quelle del Comune di Asti a cui abbiamo consegnato "quintali" di lavoro a cadenza scientifica (cioè tutto in colpo, più volte, anzichè un po' per volta ...) ottenendo sempre un puntuale aiuto e grande sopportazione.
Altre che ti telefonano per avvisarti di non passare quel giorno "perchè non hanno ancora finito di preparare il tutto". E quando passerai il giorno concordato ti diranno "ma non abbiamo ancora finito di preparare il tutto".
Altre che "non hanno visto il fax, non hanno ricevuto la mail, sono solo/sola e oberato di lavoro e avrei ancora due settimane di ferie dello scorso anno da godermi" ...
Altre che si dicono ammirate per il nostro impegno "per una causa così giusta". "Io però non posso firmare, sono un funzionario pubblico" ...
Poi c'è il metodico/pistino, che ci impiega 20 minuti a compilare - con calligrafia che farebbe impallidire qualunque benedettino amanuense - le quattro righe di autenticazione/certificazione dei nostri tre moduli.
Lo storico/ricostruttore, che sa dirti a memoria il giorno in cui la signora Maria ha trasferito la residenza al mare ("sa, così non paga l'Ici sulla seconda casa" ...).
Il portinaio/informato, che corregge "Elsa" in "Elisa", perchè quello è il nome giusto della moglie del Beppe figlio di Bruno e della buonanima di Anna.
A tutti loro, un grazie.
Il nostro grazie !

Ronchi, Ronchi cosa fai. Ronchi, Ronchi dove vai ? ...
Un milione e quattrocentomila firme, mica uno scherzo. Voglio vedere se ora il Governo o la Cassazione hanno il coraggio di trovare qualche cavillo o qualche vulnus.
Nel nostro piccolo, concludiamo la terribile "tre mesi" con buoni riscontri, perchè le quasi 5.600 firme raccolte sono un gran risultato numerico, la Rete locale ha funzionato, il Comitato ha fatto un ottimo lavoro anche in termini di disseminazione delle idee e dell'informazione, in armonia e concretezza, pare che tutti abbiano apprezzato il modo in cui abbiamo gestito la campagna, senza protagonismi, primedonne, sussurri, grida.
Insomma: un (piccolo) successo.
Forse un "metodo" di ritorno alla politica ? Basato su contenuti sociali comunemente condivisi, su obiettivi definiti, sull'agire ?
Un metodo ? ...
Qualcuno dirà: il tema era facile.
Lo dissero anche nel 2007.
Provate un po' voi a fare tutte queste cose, in questo modo "lieve", in soli tre mesi. Anzi: undici settimane e mezzo.
Provateci.
Se ne avete voglia, ora abbiamo davanti un buon annetto (scarso) per continuare la nostra campagna e fare "innamorare" dell'acqua pubblica altri 23 milioni e mezzo di italiani, per raggiungere il quorum.
Arruolati ?
Pronti a salire sulla nostra nave ?
Ci contiamo.
Ah, se decidete di unirvi sappiate che c'è da lavorare. Ma portatevi il costume: abbiamo anche l'abitudine di divertirci, di tanto in tanto ...

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