Rete Natura 2000: in Piemonte c'è ancora molto da fare

A cura di Pro Natura Piemonte.

A distanza di dodici anni dal recepimento da parte della Regione Piemonte della Direttiva europea "Habitat" relativa alla conservazione degli ambienti naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, molti elementi critici continuano a sussistere e a rendere deficitaria la sua implementazione. Una lettera di Pro Natura al Presidente Cirio...


Oggetto: Rete Natura 2000 e applicazione Legge Regionale 19/2009.

La direttiva Habitat (Direttiva n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) è stata approvata il 21 maggio 1992 dalla Commissione europea con lo scopo di promuovere il mantenimento della biodiversità mediante la conservazione delle specie a rischio e degli habitat naturali nel territorio europeo. A tal fine fu individuata una serie di habitat e specie di interesse comunitario, i quali vengono oggi tutelati concretamente nei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.). e nelle Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) e le Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.). Questi vanno a costituire la rete di siti Natura 2000.

Si tratta di una Direttiva Europea di enorme portata per le politiche di tutela dell'ambiente: per la prima volta si istituiscono aree protette di interesse comunitario per la tutela di specie ed habitat, secondo standard europei. Tuttavia le scelte relative all'implementazione della direttiva e la sua messa in atto sono responsabilità dei vari Stati europei, per cui sono oggi a diversi livelli di implementazione.
In Italia si è scelto di delegare le Regioni, sotto il coordinamento del Ministero dell'Ambiente.

La Regione Piemonte ha recepito e organizzato in modo organico tutta la normativa nella legge regionale 19/2009 "Testo unico per le aree protette e la tutela della biodiversità", che in maniera esauriente regola la materia e istituisce la Rete regionale delle aree protette. La sua implementazione pratica, tuttavia, ci pare ancora oggi, a distanza di dodici anni, piuttosto deficitaria. Ci preme quindi sottolineare quelle che a nostro avviso sono le principali criticità, e suggerire nel contempo alcune possibili soluzioni.

1) Mancanza di informazione
Sia a livello nazionale, che regionale, che locale, manca del tutto la conoscenza dell'argomento. Non solo l'opinione pubblica in generale, ma addirittura gli amministratori locali dei comuni dove sono situati i siti della rete Natura 2000, per non parlare dei soggetti privati proprietari dei terreni interessati, non hanno idea di che cosa si tratti e del perché vengano imposti gli ennesimi divieti e vincoli. Sarebbe quindi opportuno organizzare, in maniera coordinata a livello regionale, ma anche decentrata e puntuale a livello locale, iniziative di promozione e informazione, in modo che si conosca il valore degli habitat e delle specie presenti, e che i soggetti interessati se ne possano consapevolmente appropriare. Con quali risorse? Facendo un uso sapiente ed oculato dei fondi europei specifici a disposizione, in particolare i Life integrati.

2) Vantaggi a fronte dei vincoli
In questo modo, a fronte degli inevitabili vincoli connessi con le norme di conservazione, saranno possibili ricadute positive e vantaggi a favore delle attività locali, connesse soprattutto con il turismo sostenibile, analogamente a quanto si è fatto e si sta facendo nei parchi.

3) Adeguate risorse agli enti gestori
Nell'affermare che ci pare del tutto condivisibile e opportuna la scelta adottata dalla Regione Piemonte di affidare per lo più agli enti gestori di parchi ed aree protette la vigilanza sui SIC, ZSC e ZPS e la loro gestione, potendo così contare sulla professionalità ed esperienza acquisita negli anni dagli Enti parco, diventa indispensabile dotare questi ultimi delle risorse necessarie, soprattutto in termini di personale tecnico-scientifico e di vigilanza. Non ci risulta che questo sia mai stato fatto, a fronte di un notevole aumento del carico di lavoro.
Questa Associazione si impegna a fare la propria parte: potendo contare su numerosi soci e volontari distribuiti sul territorio regionale, si potrebbero tra l'altro stipulare apposite convenzioni di collaborazione con gli Enti, ai sensi della L.R.19/2009.

Certi dell'attenzione che si vorrà riservare a queste problematiche, oggi più che mai attuali, ed ai nostri modesti suggerimenti, anche in vista della auspicata transizione ecologica di cui tanto si parla, rimaniamo in attesa di riscontro e inviamo i migliori saluti.

Il presidente di Pro Natura Piemonte, Mario Cavargna

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