C'è variante e variante

ImageGiuseppe Ratti ha scritto questa acuta riflessione, che ci piace proporre ai lettori di AltritAsti. Nel frattempo, anche “La Stampa” l’ha pubblicata e immediatamente è arrivata la “piccata” risposta dell’Assessore all’Urbanistica di Asti, Fabrizio Imerito. Ne approfittiamo per pubblicare anch’essa …

Qualche anno fa l'edilizia era fiorente: si costruiva, vendeva, i prezzi salivano. C'era «fieno» per tutti, anche per il Comune, che infatti poté realizzare roba significativa. Si costruiva molto perché mancavano case, non per la popolazione reale, ma per quella teorica, che è molto più grande. Case reali per abitanti teorici (per sapere di queste due popolazioni, rivolgersi al Comune).

Ma cominciava a scarseggiare il terreno edificabile e il Comune pensò di rendere edificabili dei terreni agricoli, nelle frazioni; nacque così la Variante Frazionale al PRGC. Ma per questa variante occorreva il PAI, che segnala dove ci sono rischi idrogeologici; il PAI non c'era ancora e per la variante si dovette attendere.

Nell'attesa il Comune preparò due nuove varianti pertinenti; con l'una consentiva il raddoppio, in campagna, di piscine, garage e cantine; con l'altra rendeva edificabili i propri terreni destinati ai servizi (per venderli poi all'edilizia). In più si occupò dei negozi; infatti, anche questi mancano, non per la popolazione reale, che ne ha già fin troppi (tant'è che molti chiudono), ma per quella teorica. Se ne faranno alcuni, grossi, persino un villaggio di negozi; saranno fuori città, dove c'è posto; ci si arriverà in autostrada, o con bus elettrici. Sarà una festa, comprare.

Finalmente è arrivato il PAI ed il Comune torna alla Variante Frazionale; prepara un progetto e lo presenta nelle frazioni. Quei di Variglie si sono riuniti, han visto il progetto ed han detto: noi una casa ce l'abbiamo già; una seconda la prenderemmo, ma al mare; se però c'è gente da fuori che ne ha bisogno, facciamogliela pure; diteci solo più o meno quanti sono; e che sia gente reale. C'erano anche due consiglieri comunali; uno di loro dice subito che lui, uno che vuol casa in campagna, ce l'ha; un altro di sicuro ce l'ha il suo collega, che ne ha sempre avuti; un amico o parente anche l'assessore; andiamo avanti, è così che si fa: prima la domanda, poi l'offerta. Uno dei presenti invece era del tutto contrario; io, ripeteva, sui miei prati voglio vedere soltanto le mie vacche al pascolo. Si vede che a Variglie c'è ancora un contadino con le bestie. Vedremo come andrà a finire. Mentre il Comune era indaffarato per l'edilizia, sull'edilizia è arrivato il maltempo; che minaccia anche il commercio. E' il fieno che scarseggia oggi, un po' per tutti, anche per il Comune. Ed infatti dal municipio escono «muggiti e grugniti» significativi. E' facile capire che ci vuole una nuova variante. Variante ?

Giuseppe Ratti

 

 

Su PRG e varianti noi ci confrontiamo

Vorrei rispondere alla lettera dell’ingegner Ratti pubblicata su «La Stampa» il 28 gennaio. Nel suo racconto fiabesco ci sono molte imprecisioni che un attento lettore potrebbe fraintendere e pertanto mi pare doveroso farle emergere.

Innanzitutto questa amministrazione non ha trasformato nessun terreno a servizi rendendolo edificabile; siamo andati in mezzo alla gente contraria al nostro progetto iniziale (che tendeva a valorizzare beni di proprietà dell’ente) ed abbiamo capito che era necessario fare un passo indietro; lo abbiamo compiuto. Dà inoltre per scontato un grande ampliamento delle superfici di vendita con creazione di villaggi di negozi, ma anche questa sua affermazione non corrisponde al vero; ad oggi l’amministrazione Galvagno ha solamente posto nuove superfici di vendita (meno di un quinto di quanto fatto dall’Amministrazione precedente) su un’area di proprietà comunale (ex mercato ortofrutticolo) al fine di sgravare l’ente dai costi di gestione di un immobile in disuso e di venderlo al miglior offerente.

Passando invece alla variante frazionale oggetto principale della sua simpatica storiella, l’esigenza di detta variante era emersa in consiglio comunale da più parti politiche e da molti anni; la ratio di questo strumento è favorire l’incremento volumetrico nei lotti già saturi dei nuclei esistenti (per spiegarsi meglio chi già vive in frazione potrà ampliare la propria residenza); il tutto al fine di mantenere un’adeguata dotazione di servizi (dalle scuole ai negozi) per le aree frazionali.

Quando siamo venuti a presentare una bozza progettuale alle circoscrizioni, abbiamo confermato la possibilità di apportare modifiche allo stesso, attraverso le richieste dei consigli delle ventine; e così abbiamo fatto! Si stupirà ingegnere di vedere che la richiesta del «contadino con le bestie» (come scherzosamente lo definisce lei) verrà accolta e nel progetto preliminare verranno stralciate le aree di espansione su corso Alba che avevamo inizialmente previsto.

Questo significa che questa amministrazione non è sorda ai voleri dei cittadini e dei loro rappresentanti, ma è invece sempre attenta a recepire istanze e lamentele dimostrando in tal senso di non avere interessi precostituiti se non quello della buona gestione dell’ente.

Fabrizio Imerito, Assessore all’Urbanistica del Comune di Asti

(tratto dal quotidiano “La Stampa”, edizione Asti, di Domenica 30 Gennaio 2011).

 

 

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