ISPRA ha presentato il Rapporto 2021 “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030. Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020 i danni costerebbero cari e non solo in termini economici...

Non lasciarti ingannare: il Green Deal europeo non è tutto quello che sembra essere.

di Laura Basu.

Questa settimana l’UE celebra la sua annuale “Settimana verde“, in cui l’élite ambientale europea si riunisce per congratularsi a vicenda in merito al loro essere green. È certamente vero che l’UE afferma di prendere sul serio la crisi climatica, in particolare attraverso il Green Deal europeo, fiore all’occhiello della Commissione europea. Lanciato nel 2019, l’accordo abbraccia praticamente tutti i settori politici. Propone di fare dell’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e il primo a fornire una legge sul clima con obiettivi vincolanti per le emissioni...

di Guido Viale.

Greta Thumberg è tornata a dare il meglio di sé al vertice sul mondo austriaco promosso da Arnold Schwarzenegger, con Frau Merkel, Antonio Guterres ed altri. Rivolgendosi ancora una volta a tutti i potenti del mondo, ma per farsi ascoltare da tutti coloro che potenti non sono, ha spiattellato che nei sei anni che ci separano dal vertice di Parigi, politici, finanzieri e grandi industriali (la crème di Davos) ci hanno riempiti di parole, ma non hanno fatto niente per avvicinarci agli obiettivi di decarbonizzazione fissati. Anzi, hanno fatto, stanno facendo e si apprestano a fare esattamente l’opposto: la loro “lotta per il clima” serve solo a mascherare e giustificare la continuazione di una politica fondata sui fossili, cercando nuove occasioni di business...

di Domenico Cersosimo, Vito Teti.

All’incirca trenta anni fa, quando lo spopolamento dei paesi interni italiani emergeva in tutta la sua gravità, qualcuno – magari mosso da buone intenzioni – lanciò lo slogan “un paese in vendita”: alienare, ad un costo simbolico, interi aggregati urbani disabitati a forestieri, artisti, turisti che volevano trasferirsi da città e metropoli in piccoli centri in abbandono, dove la vita sarebbe stata – secondo una visione neoromantica – più semplice, lenta, autentica, a dimensione umana...

di Maurizio Bongioanni.

La Valle Bormida è stretta tra Piemonte e Liguria. Gli ultimi 140 anni della sua storia sono stati caratterizzati dall’inquinamento emesso nel fiume Bormida e nell’aria da parte dell’Acna, Azienda coloranti nazionali e affini, il cui stabilimento sorge a Cengio, in provincia di Savona. Nonostante la “fabbrica dei veleni” -come la chiamano i valligiani- abbia cessato l’attività di produzione chimica nel 1999, e sia stata inserita nella lista dei Siti di interesse nazionale (SIN) da bonificare, una bonifica vera e propria non è mai stata fatta. Eppure, sono state avanzate diverse proposte progettuali per riutilizzare l’area -ora di proprietà di Eni-: l’ultima in ordine cronologico è quella di realizzare il nuovo carcere di Savona. Ma per gli abitanti della valle si tratta di pretesti per non affrontare alla radice il problema dell’inquinamento...

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