Legambiente risponde ad Asti Calore e Energia SpA



di Angelo Porta (Presidente Circolo Legambiente Valtriversa) e Giancarlo Dapavo (Presidente Legambiente Gaia di Asti).

Apprendiamo dai giornali alcune affermazioni fatte dai vertici AEC nel corso della conferenza stampa tenutasi a porte chiuse venerdì 23 ottobre nella sede ASP di Asti. Avremmo gradito partecipare per poter rispondere puntualmente; questo non è stato possibile e quindi replichiamo, riservandoci una risposta piú approfondita sugli aspetti economici ...

Innanzi tutto, non risponde al vero l’affermazione riportata che Legambiente nazionale sia sempre e comunque favorevole al teleriscaldamento: speriamo vivamente che nell’estratto del rapporto nazionale distribuito alla stampa - peraltro facilmente reperibile in rete - sia stato compreso quanto scritto a pagina 9:

“E’ evidente che l’analisi appresso riportata è del tutto preliminare, propedeutica all’individuazione dei progetti specifici e delle aree teleriscaldabili, che invece presuppongono una analisi puntuale del territorio urbano interessato e delle infrastrutture energetiche su di esso localizzate”.

Consigliamo la lettura attenta delle prime pagine del rapporto per evitare questa inesattezza, giá riportata in passato dai vertici di ASP e dell’Amministrazione Comunale di Asti, e puntualmente da noi confutata.
Precisiamo inoltre che il rapporto di Legambiente sul teleriscaldamento riporta dati del 2011-2012, ed è antecedente alla legge che obbliga a utilizzare caldaie a basso consumo e al risparmio energetico anche per gli edifici datati, e non considera i sempre piú pressanti inviti a ridurre i gas serra e gli inquinanti. È in corso la revisione del documento anche in vista dell'incontro di Parigi che proporrà la riduzione delle emissioni di gas serra del 50% entro il 2050.
Come organizzazione ambientalista non siamo per principio contrari ai sistemi di teleriscaldamento, a condizione che il loro funzionamento porti ad un miglioramento delle condizioni ambientali a livello locale: in pratica questo implica che siano più efficienti dei sistemi di riscaldamento che andranno a sostituire e che non usino come carburanti prodotti inquinanti quali ad esempio i rifiuti, il gasolio, il carbone o gli oli combustibili. Per fare un esempio, l’aggiunta dell’impianto di teleriscaldamento ad una centrale elettrica esistente alimentata a metano consente evidentemente un aumento di efficienza e quindi un miglioramento delle condizioni ambientali locali; un impianto di teleriscaldamento a biomasse costruito ex-novo al posto di caldaie a metano ne provoca invece quasi certamente un peggioramento.

Aggiungiamo che stiamo mettendo in discussione diversi impianti in tutta Italia, come ad esempio quello di Brescia, e che a Rivoli abbiamo sviluppato e proposto un accurato “protocollo di intesa” al Comune, all’azienda proponente ed ai cittadini, con l’obiettivo di salvaguardare i cittadini evitando possibili immotivati incrementi tariffari e futuri peggioramenti dei livelli di inquinamento e del servizio.
Il problema è quindi stabilire se il proposto impianto di teleriscaldamento di Asti porti ad un effettivo e rilevante miglioramento delle condizioni ambientali a livello locale: purtroppo il calcolo proposto da AEC

- parte da dati di rendimento ed inquinamento attuali reperiti in letteratura e non da quelli verificati nei controlli periodici e reperibili presso la Provincia;

- utilizza per le componenti del nuovo impianto (motori, caldaie, silenziatori, abbattitori) dati e valori che vengono espressi senza indicare i fornitori ed i modelli;

- non tiene conto dei rilevanti miglioramenti già appaltati dall’ASL ed in corso di realizzazione;

in definitiva confronta la presunta situazione attuale del 2014 con quella presunta del 2016; quello che ne risulta è un bilancio energetico (e a maggior ragione un bilancio ambientale) asimmetrico e perlomeno non accurato.

Alcuni esempi molto semplificati tratti dalle sole pagine 15-16 dello studio di impatto ambientale presentato in Provincia e liberamente consultabile:

- il rendimento ipotizzato delle utenze cittadine è il 91% (dati reali 94-95%), il rendimento delle nuove caldaie risulta del 94% ma, tenendo conto delle perdite di rete (indicate nell’8.5%) ne risulta un’efficienza globale inferiore a quella attuale;

- ad Asti verrà bruciato annualmente più metano di oggi (16.4 milioni di metri cubi standard contro 14 milioni attuali);

- l’energia termica fornita annualmente all’Ospedale passerebbe dagli attuali 35.270 MWh ai futuri 20.700 MWh: speriamo che i dati siano frutto di un errore, altrimenti i pazienti dovranno portarsi i maglioni e le coperte da casa.

Una considerazione a parte merita il rumore: nei documenti progettuali presentati in Provincia, alcune fonti emettono rumore a 40 dB anche di notte ed i camini addirittura a 85 dB - non 35 dB come affermato; la differenza non è poca considerando che la potenza sonora raddoppia ogni 3 dB.
Abbiamo quindi riportato queste ed altre decine di osservazioni e richieste di chiarimento nel documento consegnato in Provincia e liberamente consultabile in rete; nella conferenza pubblica di martedì 27 ottobre verificheremo se sono state ritenute valide.

Per quanto riguarda gli aspetti economici del teleriscaldamento, non ci risultano risparmi così rilevanti come quelli citati, e conosciamo molte realtà in cui le tariffe risulterebbero - dopo il periodo iniziale - più alte di quelle del metano, si veda ad esempio Piacenza, Alba, Ferrara, Reggio Emilia. Se AEC o IREN renderanno disponibili dati precisi (basterebbe ad esempio una bolletta del TLR di Torino da confrontare con una bolletta di un palazzo simile nella stessa zona, ovviamente per lo stesso arco temporale e con le migliori condizioni tariffarie) sará possibile un reale confronto pubblico, in caso contrario procederemo autonomamente e daremo visibilitá pubblica dei risultati.

Stesso discorso vale per le condizioni contrattuali: lasciando da parte l’affermazione che “siano praticate sempre tariffe uguali ai nuovi e ai vecchi clienti” (non mette al riparo da aumenti ingiustificati, basta che questi siano praticati a tutti), vorremmo poter esaminare accuratamente una proposta contrattuale completa prima di affermare che il teleriscaldamento ad Asti sia conveniente e socialmente sostenibile.

Angelo Porta – Presidente Circolo Legambiente Valtriversa
Giancarlo Dapavo – Presidente Legambiente Gaia di Asti

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