Telecamere: la narrazione della trama dei nostri giorni



di Luciano "Willy" Rizzolari.

Se non lo leggessi penserei alla trama per un nuovo “cuento” del grande “Gabo” G. Marquez, o a Manuel Scorza, calato e ispirato dalla realtá cittadina di un “pueblo”, con autoritá in doppio petto, promotori di apparecchiature moderne, pubblico che fará domande e “alcalde” con fascia tricolore che alzandosi in piedi risponderá con toni d’autoritá paterna: «Giovedì 22 ottobre alle ore 18 nell'Aula Magna del Polo Universitario Uni-Astiss a Asti (piazza De Andrè), "Apriamo gli occhi sulla città", telecamere condominiali, sicurezza a basso costo». E prosegue indicando i personaggi di questo racconto nell’anno 2015 d.c. ...

Da un accordo tra Comune di Asti, Confartigianato e CNA, l'albo di installatori per impianti condominiali a prezzo calmierato.
Interverranno il Vice Prefetto Reggente Dr. Paolo Ponta, il Sindaco Fabrizio Brignolo, Pierangelo Binello di Confartigianato, Stefano Frullini del CNA e il Comandante dei Vigili Urbani Riccardo Saracco. Seguirà dibattito e risposta ai quesiti.

Leggo e mi viene in mente una riunione, in tempi “antichi”, in una sala del  Municipio di Asti.
Scrivo “in tempi antichi” non tanto per il tempo degli anni trascorsi (che non sono pochi) ma legati alla velocitá dei cambiamenti in atto nel mondo, dove il tempo misurato dalle ore, dai giorni e dagli anni, sono uno strumento di misurazione vecchio, superato dagli avvenimenti cambianti di tutti i giorni, violenza e sicurezza urbana compresi.
La riunione verteva sulla volontá dell’allora amministrazione comunale di avviare la ricerca di un possibile progetto sulla sicurezza urbana, per combattere la violenza e il crimine urbano, finanziato dalla UE. Il progetto prevedeva la partecipazione e la presenza attiva di tre Paesi, due dell’area EU e uno per l’Americalatina.

In quella riunione alcuni dei presenti proponevano un maggior controllo delle forze di Polizia nelle vie della cittá, ampliamento del sistema di illuminazione cittadino e per ultimo installazione di telecamere negli edifici e in punti sensibili della cittá.
Ero, in parte, d’accordo allora e plaudo oggi sull’iniziativa che si svolgerá nell'Aula Magna del Polo Universitario Uni-Astiss.
A quell’epoca cercai, condiviso da chi mi accompagnava, di introdurre un tema strettamente, intrínsecamente correlato e per molti versi causale della violenza urbana, che crea come effetto inmediato il timore, la paura del cittadino nel sentirsi solo e indifeso.
Cercai di porre in evidenza la disastrata situazione socio-economica dell’astigiano e della Cittá, in particolare, venutasi a presentare a seguito della chiusura di fabbriche, di perdita di posti di lavoro, di non occasioni di lavoro; quando all’epoca non si era in presenza di un esodo drammatico dai propri Paesi d’origine, di milioni di donne, uomini, bambini/e in cerca di un rifugio al riparo da guerre, miseria, oppressione e un onesto, seppur faticoso (usurante) lavoro. Ricordo bene gli sguardi attoniti, sullo smarrito, verso di noi di chi ci si sedeva accanto, forse pensarono che avessimo sbagliato riunione, per loro la lotta alla criminalitá urbana si doveva fare con le telecamere, con maggiori e migliori (sic) pattugliamenti della Polizia, con l’illuminazione dei parchi, ecc. ecc., tutte cose forse necessarie ma non risolutive.

Ancora una volta prevaleva la risposta salva tutto con sistemi a mezzo servizio, senza un piano integrale di contrattacco alle cause strutturali, alla base della formazione della violenza urbana, che partisse da un’azione Política sul territorio da parte dell’insieme delle forze sane della Cittá, chiedendo l’appoggio di quest’ultime e organizzando la partecipazione cittadina.
Rileggo il programa, chiudo gli occhi e mi ritrovo a credere che ci si é fermati a quella “antica” riunione: Oggi, per qualcuno, finalmente si mette in pratica quanto riteneva necessario per far sentire piú sicuro il/la cittadino/a.

Peccato non avviare contestualmente un’iniziativa cittadina rivolta a cercare di conoscere e capire da dove nasce, chi e cosa alimenta il degrado socio-economico in cui una cittá si riflette nelle pose di figure statiche della catatonía e, molto spesso, puó favorire l’azione di giovani persone disperate, senza futuro, a compiere atti di violenza e come unica alternativa di vita inserirsi in organizazioni criminali.

Tutto é rimasto come lasciai senza avvertire un moto di protesta collettivo, tutto ritorna a Macondo e a Rancas, con buona pace per i “campesinos“ e “comuneros”.

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