Letteratura ed educazione: intervista a Wu Ming 2

a cura di Maurizio Bongioanni.

Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga, è uno scrittore italiano, membro del collettivo Wu Ming. I libri del collettivo pubblicati da Einaudi sono molti: dal primo “Q” - quando ancora si firmavano Luther Blisset - al più recente “Proletkult”. Giovedì 25 ottobre, Cattabriga è stato ospite del CinemaVekkio in una serata organizzata dalle associazioni Officine di Resistenza, Lauto Educare e dal progetto Cultura in Movimento, per riflettere sul connubio tra letteratura ed educazione. Gli abbiamo rivolto qualche domanda ...

Wu Ming 2, partiamo dall’inizio del tuo intervento. Il vostro collettivo usa la scrittura come strumento di militanza. In che senso?

In generale ci piace raccontare una storia da un’angolatura diversa, raccontare “l’altrimenti”. Che senso ha ri-raccontare una storia già sentita, già conosciuta? Intanto si vuole dimostrare che è possibile evadere dalla gabbia di una narrazione spesso imposta dall’alto, facendo già così un servizio utile cambiando l'ordine con cui si sono sempre dette le cose. E secondo la letteratura può stimolare una crescita nel lettore. La letteratura che ci piace è quella che decostruisce il monumento – simbolo di immobilismo – e lo ricostruisce senza cementare fra loro i pezzi, così che si vedano le giunture, lasciando in chi lo guarda la sensazione di poter partecipare. In questo sta la potenza educative della letteratura.

È per questo che ti sei cimentato nella letteratura per ragazzi con “Cantalamappa”?

Cantalamappa è un libro-mappa fatto di storie per bambini, ciascuna raccontata da un luogo diverso del mondo. Siamo partiti dalla domanda: si può raccontare il Vajont ai bambini? E la lotta per l’acqua pubblica a Cochabamba in Bolivia? Insomma, perché ci sono storie che non vengono raccontate ai ragazzi? Di solito noi adulti ci giustifichiamo dicendoci che non capirebbero il senso della storia. Ma in realtà temiamo di non sapere come rispondere alle loro domande. Siamo partiti da questa mancanza per creare un filone di letteratura che invitasse a instaurare un rapporto più reciproco tra genitore e figli.

A proposito di rapporto tra giovani e adulti: a scuola la letteratura viene sottoposta in modo antologico e spesso si pensa che questa formula annoi gli studenti, tanti dei quali abbandonano il piacere della lettura di testi fondamentali. Cosa ne pensi?

Non conosco i programmi scolastici nel dettaglio, ma per quanto riguarda la mia esperienza ho capito che per far piacere la letteratura a ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 20 anni - ed è in questa fascia che uno capisce se nella vita leggerà libri o no – bisognerebbe riportare la letteratura a una dimensione più comunitaria. Mi spiego: invece di dare come compito quello di fare la scheda del libro a casa, bisognerebbe discutere con gli studenti del libro in classe. Una letteratura più partecipata stimola di più la lettura.

Hai detto che la società ci ha abituato a lettori "indivdualistici". Cosa intendi?

La società ci educa a diventare lettori individuali, come ci ha abituato alla figura dello scrittore individuale. Ecco perché la formula Wu Ming è stata originale in questo, perché ha unito diversi scrittori in una voce narrante unica. 

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