Indirizzo e indirizzo e controllo nei servizi pubblici locali

A cura del Comitato Cuneese Acqua Bene Comune.

Cari concittadini della provincia di Cuneo, desideriamo condividere con voi alcune nostre riflessioni in merito all’evoluzione del caso Egea di Alba, anche allo scopo di fornire ai rispettabili politici impegnati nelle amministrazioni/istituzioni locali alcuni elementi utili a valutare il coinvolgimento dell’imprenditoria privata nella gestione dei servizi pubblici locali ed in particolare dell’acqua. Riflessioni che riteniamo essere frutto della nostra ormai ventennale esperienza nel Comitato Cuneese Acqua Bene Comune e patrimonio di tutto il Movimento nazionale ed internazionale per la gestione pubblica dell’acqua...

Nel 2009, supportati unicamente dalla locale federazione di Rifondazione Comunista, intervenimmo, per farne emergere tutti i pericoli, ad un simposio dei sindaci soci di ACDA chiamati ad approvare una joint venture tra questa ed Egea che veniva presentata come un semplice scambio di materiali e conoscenze nell’ottica di migliorarne l’economia di scala. Fummo additati come i soliti rompiscatole ideologicamente prevenuti ma dell’accordo non se ne fece nulla ed in anni successivi l’ex sindaco Valmaggia sostenne di aver bloccato lui stesso l’operazione.
Nel 2016 con un lavoro per noi immane, supportati dal Comitato di Torino ed in parte dal M5S, esaminammo i bilanci dei gestori del SII in provincia di Cuneo, ravvisando diverse importanti anomalie, soprattutto nei gestori misti e privati, ma anche in qualche pubblico, in particolare in Tecnoedil del gruppo Egea. Come da nostra consolidata scelta, rendemmo di pubblico dominio i fatti e li segnalammo all’Autorità di governo di ATO4 Cuneese. Apriti cielo! Come vi permettete di farci i conti in tasca? ci apostrofò l’allora Conferenza d’Ambito in via di affidamento alla neo-presidente Sibille.

La multiutility albese addirittura ci coinvolse in una richiesta di risarcimento da 200.000 € che poi si risolse in una lieve rettifica da parte nostra, ma come da preciso intendimento di queste azioni, ci preoccupò molto. Vi lasciamo immaginare quanti politici locali ci espressero, più o meno apertamente, il loro compiacimento perché finalmente qualcuno ci aveva “messi a posto”. Ciò nonostante l’Autorità d’Ambito, guidata da quella nuova e motivata presidenza e sostenuta dalla nuova direzione, affrontò e risolse gli argomenti di propria pertinenza da noi segnalati.
Ora, a fronte delle notizie di stampa pubblicate, risulta che Egea è indagata per falso in bilancio, a seguito di segnalazioni dettagliate, fatte, diversamente dal nostro consolidato modo di agire, in forma anonima.

Non è nostra intenzione attribuire al Comitato particolari capacità di preveggenza, né tanto meno di dare per scontato un verdetto che solo la magistratura saprà emettere nei tempi e nei modi dovuti.
La riflessione che ci interessa condividere è quella sulla capacità/volontà di un Ente Locale di indirizzare/controllare l’operato di un socio privato che detiene la maggioranza, in questo caso particolarmente larga, o semplicemente il governo, seppur da una posizione di minoranza azionaria, di una società mista. L’ente non ha questa capacità perché non dispone di adeguato personale, conoscenze e mezzi, ma spesso nemmeno lo vuole fare perché il privato sa “sedurlo” con tante piccole sovvenzioni che sollazzano l’amministratore locale teso a soddisfare le legittime aspettative dei cittadini amministrati.

Questo è successo con Egea, la sete di grandeur della proprietà privata è riuscita a coinvolgere troppi comuni in un parternariato societario dove non avevano alcun potere ma svolgevano egregiamente il ruolo di foglia di fico. E dove i vari presidenti del consiglio di sorveglianza nominati dal comune di Alba non hanno saputo/potuto cogliere (sarebbe peggio se avessero condiviso) la situazione. Può succedere anche nel settore pubblico, ma lì per i cittadini ed i consiglieri comunali è più facile farlo emergere e gli incarichi societari non sono eterni e ad personam come nel caso della proprietà privata.

Nei nostri 20 anni di attività nel Comitato abbiamo incontrato e dibattuto con tanti politici del territorio, di questi alcuni semplicemente se ne lavavano le mani perché tanto “loro erano già in un’azienda pubblica” altri invece sostenevano accesamente la bontà della gestione mista ed in particolare del “buon gestore locale”. Tra questi ultimi ricordiamo la particolare veemenza dell’allora sindaco di Santo Stefano Belbo Icardi, ma anche la ferma convinzione dei sindaci di Fossano Sordella, di Savigliano Cussa e Ambroggio, dello stesso ex sindaco di Alba Marello e tanti altri di comuni più piccoli. Da anni alcuni di questi, forse anche aiutati dalle nostre argomentazioni, hanno rettificato la loro posizione (plaudiamo alla loro intelligenza politica e alla loro indipendenza dal mondo imprenditoriale!) e sostengono apertamente la gestione pubblica dell’acqua. Attenzione però: solo dell’acqua, gli altri servizi pubblici vanno meglio se gestiti dai privati! Molti sindaci attuali, Bo, Tallone, Barbero, Faccenda, Perosino, non hanno però mai ripudiato quella tesi! Purtroppo solo nel dicembre scorso alcuni comuni, tra i quali Mondovì e Savigliano, hanno accondisceso alla seduzione entrando con quote centesimali nell’azionariato di Egea.

Ci auguriamo che questa vicenda li porti a maggiori e più approfondite valutazioni soprattutto perché i servizi pubblici “sono dei cittadini” e gli amministratori locali sono semplicemente degli
organizzatori pro tempore. In questa ottica ci auguriamo che portino tale riflessione anche nei loro partiti nazionali, purtroppo ad oggi impegnati con il recente decreto concorrenza, a portare nuova linfa alla privatizzazione dei servizi pubblici.
Infine desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà ai lavoratori di Egea, in particolare a quelli del settore idrico che in una situazione normale sarebbero già da anni nel nuovo gestore pubblico ed invece si trovano coinvolti, loro malgrado, nella vicenda, nell’auspicio che non ricadano su di loro colpe di altri.

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