A cura dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero.

In queste ultime settimane ha tenuto banco sui media locali il parere negativo della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio (DG ABAP) del Ministero della Cultura (MiC) in merito al tracciato all’aperto del lotto 2.6.a dell’Autostrada Asti-Cuneo. Il famoso tratto mancante della A33, oggetto dell’indignazione di tutti i cittadini della provincia di Cuneo.
Sono state immediatamente convocate riunioni in Regione e al MiC per ridurre la portata del parere negativo e ricondurlo alla richiesta al Concessionario di produrre nel più breve spazio di tempo possibile una serie di documenti sull’impatto delle nuove opere e sulle possibili mitigazioni.
Tra una riunione e l’altra è passato sotto silenzio un altro avvenimento le cui possibili conseguenze potrebbero essere ben più significative sul completamento della A33, ossia l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per l’adeguamento della Tangenziale di Alba...

A cura di Co.M.I.S. (Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile).

Considerato che la mobilità motorizzata che interessa Saluzzo è pari a circa 35.500 spostamenti al giorno, di cui 15.300 sono interni al comune e 20.200 da e verso le aree esterne (dati di un’indagine del 2013 dell’Agenzia della Mobilità Piemontese), possiamo tranquillamente affermare che un cambio di impostazione sia del tutto necessario. Traffico vuol dire inquinamento quindi problemi di salute per le persone, necessità di nuovi collegamenti stradali e aree di parcheggio con conseguente consumo di suolo, maggiori costi per le famiglie per il mantenimento dei mezzi privati e per gli enti pubblici l’onere per la manutenzione delle arterie che peraltro sappiamo versare in condizioni pietose.
Se a tutto ciò aggiungiamo che la Provincia Granda conta il record di vittime per sinistri stradali, il quadro diventa completo per affermare che la transizione da mezzi privati a quelli pubblici è ormai obbligata e non più rinviabile...

di Gianfranco Conforti, Referente, per il Piemonte, del Movimento nazionale Le Parole Ritrovate, volontario dell’Associazione MenteInPace di Cuneo.

Nel progettare un Servizio pubblico, nel prevederne la dislocazione, l’organizzazione, gli orari, si tiene conto del parere e delle proposte di chi lo usa? Forse sì. Ma si chiede formalmente un parere? Anche in questo caso può darsi, mediante questionari fatti in modo mirato. Ma il più delle volte vige la logica di aprire un Servizio e poi, eventualmente, effettuare delle modifiche in base alle lamentele.
Nel campo della psichiatria si sta sperimentando una metodologia nota con il neologismo di “fareassieme”. Nata a Trento una ventina d’anni fa, sta cercando di coinvolgere nuovi Dipartimenti...

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