Infrastrutture, sanità, fondi pubblici: forse il Piemonte sta per andare alle urne?

di Alessandro Mortarino.

«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova» diceva Agatha Christie, e se lo diceva lei è difficile obiettare differenti opinioni. Traendo spunto dalle certezze della regina del crimine, maliziosamente potremmo traslare quanto sta avvenendo nel nostro paese ogni volta che si avvicinano tornate elettorali significative. Dieci giorni prima del voto per le regionali in Abruzzo il Cipess (Comitato di programmazione della politica economica, presieduto dalla Premier Giorgia Meloni) aveva annunciato il reperimento di uno stanziamento di 750 milioni per la velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma, progetto già stralciato dal PNRR. Ora pare toccare al Piemonte...

Nelle ultime settimane, infatti, sembrano moltiplicarsi le buone notizie per i cittadini della Regione intera e anche del nostro territorio. La prima, come già ampiamente raccontato da Altritasti, riguarda il rinvio da aprile a settembre del pedaggio autostradale Asti-Cuneo (le elezioni regionali si terranno l'8 e 9 giugno...) a cui si è aggiunto l'accordo con il gestore che permetterà la gratuità - perenne - per chi fruirà della tangenziale nel tratto da Roddi a Castagnito e per gli utenti diretti all’ospedale di Verduno.

Pochi giorni fa l'assessore alla Sanità, Icardi, ha annunciato una grande riforma: escludere dagli obblighi di prenotazione attraverso il CUP (Centro Unico di Prenotazione) regionale, tutte le visite e le prestazioni per i pazienti cronici, che sono pari praticamente al 60% delle attuali prescrizioni in classe P (programmabile), e che ora verranno gestite direttamente dagli ospedali e dagli ambulatori. Eppure era stato proprio l'assessore a volere l’unificazione a livello regionale dei Centri Unici di Prenotazione, con l'obiettivo dichiarato di ridurre drasticamente i tempi di attesa offrendo ai pazienti la chance di scegliersi struttura e luogo in cui eseguire un esame specialistico. Il roboante annuncio odierno può fare immaginare che il cambio di rotta possa risolvere il cronico e sempre più grave problema dei lunghi tempi di attesa, in realtà rischia di modificare l'approccio organizzativo ma non il sottodimensionamento di medici e infermieri; dunque, un ottimo annuncio con scarse possibilità di incidere sul problema strutturale. In ogni caso un annuncio di impatto sull'opinione pubblica.

Ma ecco la chicca che riguarda ancor più da vicino Asti: un contratto di programma Governo-Anas, siglato al solito Cipess, destina 104 milioni di euro per il CASO (Collegamento Asti Sud Ovest, ex TSO): nel 2030 questa necessaria, indispensabile, indifferibile bretella sarà completata e a disposizione di tutti gli automobilisti.
104 milioni che si aggiungono ai 40 milioni di euro già stanziati nel 2022 dal Fondo Sviluppo e Coesione e da utilizzare per un'opera viaria che seguirà uno dei 5 progetti già ipotizzati dall'ANAS e ancora da scegliere.

La soluzione giusta? Dipende dai punti di vista, come sempre, e dagli obiettivi.
 
Collegamento necessario per eliminare code in città? Siamo ad Asti, orsù, non in una grande metropoli dal traffico iper-congestionato. E non crediamo che una bretella esterna rappresenti la panacea: gran parte delle auto, oggi, fa ingresso in città; non si tratta quindi di un semplice attraversamento da nord a sud o da est a ovest (o viceversa), ma di traffico in entrata che tale resterà.

Collegamento indispensabile per trasferire parte del traffico e risolvere il problema dell'inquinamento atmosferico? Spostare di qualche metro o chilometro il percorso veicolare non elimina l'inquinamento. Per eliminarlo (meglio: ridurlo) occorrerebbe immaginare il modo migliore per incentivare l'uso di mezzi alternativi all'auto privata: metropolitana leggera sfruttando le tratte ferroviarie, revisione completa del trasporto pubblico urbano e locale, piste ciclabili ecc. Tutte forme integrate di cui si suggerisce da decenni uno studio applicativo serio.
Inquinamento uguale danni alla salute, cure uguale ospedali, visite ed esami uguale Centro Unico di Prenotazione e carenza di medici e infermieri... Ah: ecco cosa significa "sistemi collegati"!

L'infrastruttura astigiana non è l'unica ad avere ricevuto attenzioni e fondi: ci sono 384 milioni per la Pedemontana Piemontese, 138 milioni per la variante di Re e del ponte Ribellasca nel Verbano-Cusio-Ossola, 85 milioni per la variante di Demonte, 70 milioni per i lavori del terzo lotto della tangenziale di Mondovì, 74 milioni per il primo lotto della superstrada Novara-Vercelli.
In totale quasi 900 milioni. Denari che atterrano proprio oggi. Ma ricercati da inizio mandato: la tempistica di destinazione dei fondi va archiviata come puro caso o come prova provata?

Mancano circa due mesi e mezzo all'election day, quanti altri doni (monetari) la Regione Piemonte dispenserà ancora al suo territorio?
E questa maggioranza che governa la nostra Regione avrà ancora qualche picconata finale da assestare a qualcuna delle leggi vigenti in materia urbanistica, paesaggistica, edilizia, a contrasto del consumo di suolo ecc. oppure il lavoro quinquennale lo possiamo ritenere esaurito (in nome della "semplificazione", naturalmente...)?

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