Dei confini e delle pene

di Alessandro Mortarino.

Dunque un'altra guerra è esplosa travalicando tensioni mai allentate che durano da decenni. Una guerra legata ai confini. Ma noi siamo abitanti del mondo, innanzitutto. Abitanti di un unico spazio comune, di un'unica terra. La Terra. Il pianeta Terra. Non siamo soltanto israeliani, palestinesi, ucraini, russi, turchi, curdi, siriani, iracheni. Il termine "confine" è una semplificazione/regolamentazione giuridica, amministrativa, mentale. "Confine" in natura significa una linea di contatto, una linea che non separa ma delimita. Uno spazio. Un punto in cui persone e situazioni si incontrano. Non una barriera insormontabile...

Nella Striscia di Gaza vivono (vivevano...) circa 2.200.000 palestinesi. Il 51% dei quali hanno oggi meno di 15 anni: non erano ancora nati quando furono sottoscritti gli Accordi di Oslo (1993), dispensavano i primi vagiti quando Israele e il governo di Ḥamās concordarono una tregua bellica (2008) e quando quella terra fu formalmente riconosciuta dall'ONU (2012) come parte dello Stato di Palestina.

La Striscia di Gaza ha una superficie di circa 365 km², meno della Provincia di Monza e Brianza (405,5 km²) dove però risiedono circa 870.000 persone.

La mente ci lega ai soli confini geografici.
Gli Stati sono aggregazioni di persone.
Quello che davvero dovrebbe importarci è costruire convivenze e benessere per ogni persona. Non distinguere in base al colore della pelle, alla latitudine di nascita, alla proprietà.

Confine” deriva dal latino "cum" e "finis": un luogo dove si finisce insieme.

Insieme.

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