Il 3 luglio del 1995, esattamente trent'anni fa, moriva Alex Langer. Intellettuale, saggista, giornalista, ambientalista, pacifista e uomo politico, Langer è stata una delle figure più attive del Novecento italiano nel proporre un cambio di mentalità alla nostra società "dei muri e non dei ponti", purtroppo ancora oggi rimasto priva di risposte concrete. Lo ricordiamo con queste sue riflessioni datate, eppure terribilmente attuali...
Non abbiate fretta. Non credete che solo correndo si possa arrivare. In questo tempo che ci spinge al rumore, alla velocità, alla conquista, io vi invito a sostare. A coltivare il dubbio, a praticare l’ascolto, a custodire il fragile. È tempo di essere piccoli, non per rinunciare, ma per scegliere. Piccoli per non dominare, ma per appartenere.
Non cercate la forza che impone, ma quella che sostiene. La dolcezza non è resa, ma resistenza. La lentezza non è pigrizia, ma profondità. E la profondità, oggi più che mai, è rivoluzionaria. Cercate l’indefinito, là dove le cose non sono subito chiare, nette, pronte a essere consumate. È lì che abita la possibilità di un mondo condiviso, dove nessuno ha l’ultima parola e tutti possono dire qualcosa. Vi chiedo questo: abbiate il coraggio dell’autolimitazione, della sobrietà, della gratuità. Non come sacrificio, ma come atto di liberazione. Come un fiore che sboccia senza chiedere nulla in cambio. E scegliete, sempre, la pace. Non come assenza di guerra, ma come tessitura quotidiana di legami. Non come tregua, ma come scelta di vita.
La nonviolenza non è debolezza, è la più alta forma di forza. È dire no senza distruggere. È resistere senza odiare. È costruire ponti dove altri alzano muri. Rifiutate il riarmo, le spese folli in armi, le retoriche del nemico. Non lasciate che la paura vi spinga ad armare il futuro. Nessuna vera sicurezza nasce dall’intimidazione. Nessun domani si costruisce con le bombe. E se vi chiedono da che parte state, non abbiate paura di dire: dalla parte della vita che cresce lenta, fragile, profonda. Dalla parte dell’umano. Dalla parte della pace.
Ecco, questa è la mia sinistra. E forse, può essere ancora la nostra. Non abbiate paura della lentezza, né della solitudine che a volte accompagna chi cerca sentieri nuovi. Non tutto si concluderà oggi, né domani. Ma ogni gesto, ogni parola nonviolenta, ogni scelta sobria e giusta, è un seme. E i semi, anche se non li vediamo subito germogliare, fanno il loro lavoro.
Abbiate cura. Degli altri, della terra, del tempo. Abbiate cura di ciò che cresce piano. E camminate. Non da soli, ma insieme.
Più lentamente, più profondamente, più dolcemente...