Le parole sono spade, feriscono e possono uccidere

di Alessandro Mortarino.

Il Sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha pubblicato nei giorni scorsi sul suo profilo Facebook un duro attacco al quotidiano “La Stampa”. Difficile equivocare il suo ragionamento date queste parole scolpite di suo pugno nell'universo virtuale e rivolte ai redattori astigiani del pur prestigioso media subalpino: «li informo che il frutto del loro lavoro ancora una volta mi stimolerà un uso alternativo del giornale, lo stesso fatto dai miei nonni. Certa carta è sempre utile e preziosa, soprattutto in tempi di crisi come questi».
Criticare i contenuti, le didascalie o le immagini di uno o più articoli lo ritengo non soltanto legittimo ma un pieno diritto. Inaccettabile, invece, il tono oltraggioso e indisponente di un soggetto che oltre a rappresentare una forza politica riveste addirittura un ruolo istituzionale di rilievo e dovrebbe, dunque, esercitare il massimo rispetto nei confronti altrui, qualunque opinione essi propongano...

Riportiamo qui le frasi integrali vergate dal Primo Cittadino: ciascuno ne tragga le proprie considerazioni:

VERGOGNA!
Certe volte mi viene proprio il voltastomaco!
L’informazione, in una società come la nostra, è sicuramente uno dei poteri più condizionanti (ma spesso anche meno verificabili nella propria attendibilità) che oggi esistano.
In particolar modo i titoli e le fotografie, le cose cioè su cui la gran parte dei lettori si sofferma maggiormente, possono condizionare in modo decisivo la comprensione della notizia e qualche volta non corrispondono al senso autentico dell'articolo o ne distorcono volutamente il significato.
Esistono quindi giornali seri ed equidistanti, in cui c'è questa corrispondenza, giornali di puro e semplice gossip, gemelli dei più frequentati social e quei giornali di parte che mirano a fare solo polemica.  
Con questi ultimi, certe volte, non capisci se c’è solo incompetenza o consapevole malafede.
Prendiamo il quotidiano di oggi e l'articolo che parla di quanto la provincia di Asti risulti da una rilevazione statistica indietro in fatto di impianti sportivi.
Questa notizia, certo, ci deve spronare a lavorare ancora di più e non a caso molti sono i soldi che stiamo portando a casa per costruire nuove palestre ed impianti sportivi, così come molti sono gli investimenti nel settore che abbiamo fatto negli ultimi tempi, ma accompagnare l'articolo, il cui contenuto non discutiamo, con una foto del nostro palazzetto di non so quanti anni fa per cercare di fare apparire ancor peggiore una determinata situazione, non è serio giornalismo.
Il palazzetto dello sport oggi non è quello della foto apparsa sul quotidiano e gli astigiani che lo frequentano lo sanno: abbiamo investito e anche con l’aiuto di interventi di privati il suo aspetto attuale è oggi quello di un impianto sportivo moderno, nuovo ed efficiente.
Non mi aspetto che gli artefici di tale mistificazione (già usi a tale pratiche da tempo) provino un po' di vergogna, ma li informo che il frutto del loro lavoro ancora una volta mi stimolerà un uso alternativo del giornale, lo stesso fatto dai miei nonni. Certa carta è sempre utile e preziosa, soprattutto in tempi di crisi come questi...

Ripeto: inaccettabile! Critiche sì, ma mai con “la bava alla bocca”.

A Laura Secci e a tutta la redazione astigiana de "La Stampa" vogliamo esprimere la nostra piena e totale solidarietà, un abbraccio e l'invito a non farsi abbattere da queste odiose forme di intimidazione: il vostro lavoro è prezioso e deve proseguire anche se a qualcuno possa dare fastidio. L'informazione corretta, in fondo, dà sempre fastidio...

E ci pare il caso di rilanciare questo invito di numerose aggregazioni sociali nazionali a moderare i toni della propaganda politica. In campagna elettorale così come in ogni istante di quel complesso di attività che si riferiscono alla vita di una comunità di persone:


Eliminare l'odio dalla propaganda politica
 
Elezioni politiche 2022: invito a candidati e candidate alla sottoscrizione dei cinque punti per una comunicazione politica e pubblica libera dai discorsi d’odio.

Con la chiusura delle liste elettorali da parte di tutte le forze politiche è entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022, ed entra nel vivo anche la campagna della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, di cui Amnesty International Italia fa parte, per chiedere a tutti i candidati e a tutte le candidate di fare proprio il vademecum in cinque punti per una comunicazione pubblica e politica libera dai discorsi d’odio...

“Consapevoli dei guasti che il discorso d’odio può produrre nel fomentare le discriminazioni e nell’invadere spazi di confronto pubblico e democratico, e come già in occasione delle elezioni amministrative di settembre 2021 e di giugno 2022, riteniamo fondamentale che le forze politiche, e tutte le persone direttamente coinvolte nella campagna elettorale, si impegnino a:

1. utilizzare linguaggi rispettosi delle istituzioni e dei cittadini/delle cittadine, con prese di posizione chiare contro le discriminazioni e i discorsi e i crimini d’odio;

2. evitare insulti e espressioni offensive, nonché linguaggi discriminatori o di incitamento all’odio verso individui o gruppi sulla base di caratteristiche razziali, etniche, religiose, sessuali e di genere o di ogni altra caratteristica personale;

3. non diffondere (direttamente o attraverso le proprie strutture politiche) informazioni false o non verificate su interlocutori/interlocutrici e avversari/avversarie; evitare attacchi personali basati su stereotipi e pregiudizi;

4. creare un dibattito pubblico utile a chi ascolta, e rispettoso verso chi interloquisce; favorire un dibattito pubblico rispettoso nei confronti degli interlocutori e delle interlocutrici;

5. promuovere un utilizzo responsabile dei social network (sia direttamente sia attraverso le proprie strutture politiche), compresa la moderazione dei commenti dei/delle follower e la rimozione di eventuali espressioni d’odio o discriminatorie.

La campagna elettorale è solo agli inizi – ha sottolineato Federico Faloppa, coordinatore della Rete – ma già assistiamo a discorsi che incitano al disprezzo e all’odio nei confronti di persone e gruppi di persone additati come minacce solo per fomentare risposte rabbiose da parte dell’elettorato e per la costruzione retorica di un ipotetico ‘nemico’ da cui doversi difendere. Sarebbe invece doveroso, ancor più in campagna elettorale promuovere una cultura antidiscriminatoria, che dovrebbe essere patrimonio di tutta la comunità nazionale e di chiunque si candidi alla guida del paese, come indicato dalla Costituzione, e riportare al centro del dibattito pubblico e dei programmi politici la convivenza e i diritti delle persone”.

Riteniamo importante rilanciare anche a livello locale tale campagna invitando le diverse realtà politiche, i candidati e le candidate a far proprio ed a sottoscrivere il documento “Elezioni 2022, un vademecum in cinque punti”, disponibile sul sito della Rete contro l’odio (retecontrolodio.org). Per le adesioni è sufficiente scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Sono soggetti della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio le seguenti realtà: ActionAid, Amnesty International Italia, Arci Nazionale, Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni, Asgi, APsyM, Associazione Carta di Roma, Barbara Giovanna Bello, CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità, Centro per la Cooperazione Internazionale, RiSSC – Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità, Cestudir, Commissione Pari Opportunità dell’USIGRAI, CNF – “Consiglio Nazionale Forense presso il Ministero della Giustizia”, Cospe, EMERGENCY ONG Onlus, Federico Faloppa, Fondazione Bruno Kessler (FBK), Monica Gazzola, Giulia giornaliste, Istituto per le Tecnologie Didattiche – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Lunaria, Pierluigi Musarò, Costanza Nardocci, No Hate Speech Movement Italia, Osservatorio di Pavia, Fondazione Pangea, Paola Parmiggiani, Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, Salvatore Romano, Cecilia Siccardi, Solomon – Osservatorio sulle Discriminazioni, Caterina Suitner, Alessandra Vitullo, VOX – Osservatorio Italiano sui Diritti.

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Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino