La cittadinanza reagisce all'ipotesi del nuovo inceneritore

A poche settimane dalla formale "candidatura" espressa dal Comune di Asti e dal CBRA (Consorzio di Bacino dei Rifiuti Astigiano) alla Regione Piemonte per ospitare un nuovo impianto di incenerimento di rifiuti, prendono forma le prime iniziative informative e formative per illustrare la situazione e mettere in evidenza tutte le criticità e i "numeri" attuali connessi alla gestione dei materiali di scarto, allo scopo di consentire alla cittadinanza di reagire con consapevolezza....

Tre sono le iniziative già progettate e calendarizzate che si terranno nei prossimi giorni nonostante Paolo Foietta, presidente dell’Agenzia Regionale Rifiuti, abbia in queste ore annunciato che le dimensioni dell’area di Quarto prescelta per realizzare l’impianto non risultino sufficienti, essendo necessari almeno 80 mila metri quadrati di superficie per localizzare un nuovo termovalorizzatore.

L'ipotesi Quarto/Asti si direbbe, dunque, tramontata, così come quella di Ghemme (il sito individuato è in area protetta da vincoli ambientali ed è una ex discarica che necessiterebbe prima di lunghe e costose bonifiche); ma la decisione formale verrà assunta dalla Regione solo verso metà febbraio e pertanto le tre iniziative astigiane vengono, al momento, confermate.

La prima si terrà giovedì 23 gennaio, alle ore 21, nella parrocchia di San Zenone a Quarto Inferiore, cioè nel luogo in cui l'amministrazione comunale ha localizzato il possibile nuovo impianto.

La seconda sarà venerdì 24 gennaio, alle ore 21, nel Salone comunale di Castello di Annone.

La terza avrà invece luogo ad Asti sabato 25 gennaio alle ore 10, al Foyer delle Famiglie in via Milliavacca 5.

Tre iniziative complementari: nei primi due casi si tratta di piene assemblee civiche che hanno lo scopo di riunire persone e associazioni/reti/movimenti per analizzare a fondo la questione e definire, tutti assieme, un percorso di azioni che supportino la volontà popolare a contrastare con forza l'ipotesi ventilata.
Nel terzo caso un convegno per raccogliere, in particolare, le testimonianze di chi ha già affrontato in altro territorio il percorso che Asti sta iniziando ad imboccare e ne ha evitato l'evenienza attraverso buone pratiche di gestione che hanno portato alla riduzione dei rifiuti da smaltire attraverso la pratica dell'incenerimento e allo stesso tempo hanno favorito un forte alleggerimento delle bollette per tutti gli utenti. Si inizia dall'esempio della città laziale di Tivoli.

Le tre iniziative, in questa fase preliminare, mirano in particolare a spiegare che non dobbiamo dire "no a un inceneritore di rifiuti a Quarto", ma che la portata della situazione è talmente evidente, nuneri alla mano, da chiarire che nell'intero Piemonte non è necessario un nuovo impianto da aggiungere alle tre linee già attivate a Torino-Gerbido. Non a Quarto d'Asti, non a Ghemme, non a Cavaglià e neppure in un ipotetico ampliamento torinese.

A chiarirlo sono, appunto, le cifre stesse indicate nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI), approvato lo scorso anno dalla Regione Piemonte, che definisce l’obiettivo fissato per il 2035 di 2.000.000 di tonnellate di Rifiuti Totali prodotti a livello regionale (nel 2023 pari a circa 2.241.901 tonnellate), con una produzione pro capite non superiore a 448 kg/abitante anno (nel 2023 pari a 503,5 kg/abitante).
Lo stesso PRUBAI indica, inoltre, l'obiettivo del raggiungimento dell'85% di Raccolta Differenziata al 2035, a fronte del 67,9% registrato nel 2023.

A partire da questo primo essenziale elemento di analisi, le tre iniziative astigiane inizieranno a chiarire per quali motivi è necessario opporsi ad un nuovo inceneritore, che rappresenta una soluzione obsoleta e dannosa in quanto l'incenerimento resta una tecnologia inadeguata e inquinante, occupa suolo, svaluta terreni agricoli e immobili, sottrae risorse al riciclo e al riutilizzo. Rappresenta, cioè, il fallimento della gestione dei rifiuti, contrastando l'obiettivo della riduzione dei rifiuti e lo sviluppo dell'economia circolare.

Comporta, inoltre, rischi per la salute: gli inceneritori emettono infatti sostanze tossiche nell'aria, come ammoniaca, diossine e metalli pesanti, che possono avere gravi impatti sulla salute della popolazione e sull'ambiente.

E genera un impatto economico e ambientale: gli inceneritori sono economicamente svantaggiosi, richiedono costi elevati di costruzione e gestione, senza un ritorno economico, danneggiando ambiente e paesaggio.

Aggiungere un altro inceneritore rischia, dunque, solo di far aumentare la produzione di rifiuti, anziché ridurli.

Qui trovate qualche informazione specifica sui tre appuntamenti programmati, ai quali vi invitiamo auspicando una ampia partecipazione:

- giovedì 23 gennaio alle ore 21, nella parrocchia di San Zenone a Quarto Inferiore

- venerdì 24 gennaio alle ore 21, nel Salone comunale di Castello di Annone

- sabato 25 gennaio alle ore 10, al Foyer delle Famiglie in via Milliavacca 5 ad Asti.

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