Vite tra le crepe: immagini dal degrado delle case popolari di Asti

La scorsa settimana il Coordinamento Asti Est ha coinvolto la città attraverso una mostra fotografica che documenta le condizioni di vita degli inquilini di diversi insediamenti di edilizia residenziale pubblica (le Case Popolari) e un'assemblea pubblica per discuterne le cause e le necessarie iniziative per risolvere criticità così gravi e inaccettabili. Anche le Istituzioni ammettono le loro colpe. Assente, però, l'ATC-Agenzia Territoriale per la Casa...

E' vero, viviamo nell'era della società dell'immagine. E le immagini colpiscono perchè danno forma a situazioni spesso lontane da noi, lontane dal nostro quotidiano. Le rendono evidenti, mostrano contorni oggettivi, permettono l'osservazione non astratta. Avvicinano.
E se occorreva un ennesimo esempio di questa dirompente forza dell'immagine, la scorsa settimana gli scatti del fotografo Nazario Olivieri lo hanno portato all'attenzione di quanti hanno voluto visitare la mostra meritoria del Coordinamento Asti Est: un atto di denuncia documentata che non lascia spazio a dubbi.

Le crepe delle pareti delle case popolari, i segni dell'umidità, i rapidi movimenti di topi e scarafaggi o i balconi pericolanti incombenti tra bambini, uomini e donne "condannati" a convivere con una forma di degrado contraria alla dignità umana, hanno parlato - anzi, urlato - una verità a volte sottaciuta, altre volte mai immaginata. E ora improvvisamente illuminata, tanto da far esprimere anche alle Istituzioni presenti una sorta di ammissione: "abbiamo sbagliato".

Ma per ovviare agli sbagli commessi e non ripetersi nell'errore, ora occorrono soluzioni e azioni urgenti. Il Sindaco Rasero ha espresso parole chiare: «Non si può rimanere indifferenti di fronte a certe immagini e certe storie». Lo ha detto ai suoi assessori e alla cittadinanza. Ma lo dovrà dire anche agli assenti, cioè i rappresentanti dell'ATC e degli amministratori dei condomini.

Dovrà ricordare loro che oggi - nell'anno di grazia 2025 - non è tollerabile che ad Asti, nel cuore dell'opulento occidente, si possa abitare in stanze in cui entra la pioggia o cadono calcinacci a fronte di una pigione sì calmierata ma appesantita da 3/4 mila euro di spese aggiuntive per una dichiarata "amministrazione ordinaria e fotocopie": la beffa oltre il danno.

L'immagine potrà diventare più labile nel tempo, ma la non-vita che ci sta raccontando non potrà restare immutata.
La cittadinanza - tutta - ora è chiamata alla sorveglianza: un compito a cui nessuno può sottrarsi.

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