Asti: rivedere la scelta del nuovo Garante delle persone private della libertà

La nomina di Stefania Sterpetti quale nuovo Garante comunale delle persone private della libertà ha provocato una immediata reazione critica da parte di molte associazioni del volontariato coinvolte in prima persona nel quotidiano lavoro in carcere. Ne proponiamo alcune...

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Stefania Sterpetti ha da pochi minuti comunicato la sua decisione di rinunciare all’incarico di Garante delle persone private della libertà per il carcere di Asti.

ASSOCIAZIONE EFFATA'
Che peccato perdere l'occasione così significativa rappresentata dalla nomina di un nuovo Garante comunale delle persone private della libertà e non farne un momento che avrebbe potuto illuminare l'importanza della giustizia sociale e della dignità umana.
Che peccato, quando chi ha il privilegio di essere al servizio della comunità sceglie di manifestare il suo potere invece di privilegiare lo spirito di servizio, dimenticando che la vera “Politica” parte dall’ ascolto e dal riconoscimento delle competenze, anche quelle di chi non la pensa come te.
Che peccato vedere sfumare l'opportunità di essere un garante di chi ha perso la libertà personale, di portare conforto e speranza a chi vive ai margini.
Che peccato ignorare le parole di Papa Francesco, così potenti nel loro richiamo alla compassione e all'accoglienza, e non tradurle in azioni concrete.
Che peccato, inteso proprio in senso cristiano, dove il peccato non sta solo nell'errore ma nella consapevolezza di poter scegliere il bene e decidere altrimenti. Ma è proprio nel "che peccato" che si cela la possibilità di redenzione. L'umiltà di riconoscere gli errori, di mettere da parte la vanità e di ritornare al vero spirito di servizio, può trasformare un peccato in occasione di grazia. Chi si proclama cattolico praticante ha il dovere morale e spirituale di fare questo passo, di lasciare che l'umiltà superi l'orgoglio e che il cuore torni alla sua missione originaria: servire gli altri con amore.
Che peccato anche dal punto di vista di coloro che semplicemente hanno a cuore i valori della solidarietà e della coesione sociale indicati dalla Costituzione.
Ancora una volta chi ne ha la possibilità, ci ripensi non perda un’altra occasione.

ACLI DI ASTI
La presidenza delle ACLI di Asti giudica con sorpresa e sconcerto la nomina appena resa pubblica da parte del Comune di Asti del garante delle persone private della libertà. La nostra voce si unisce alle molte comunicazioni, alle prese di posizione, alle dichiarazioni di personaggi ben più autorevoli e ben più esperti di tematiche carcerarie, che in questi giorni che hanno valutato in maniera molto negativa la nomina a garante della Dott.ssa Stefania Sterpetti, soprattutto in considerazione alle esternazioni inquietanti e sconcertanti a lei attribuite delle quali è giunta voce, che confliggono in maniera evidente con il ruolo del garante.
Conosciamo la realtà carceraria astigiana e quella di altre città del Piemonte. Sappiamo come molti volontari, associazioni e persone, dedichino tempo, idee, cuore ai problemi legati alla detenzione. Conosciamo gli sforzi di
molti per creare ponti ideali tra il carcere e la città, tra le persone detenute e il mondo esterno, nella piena consapevolezza che i detenuti devono scontare le pene per le quali sono in carcere ma nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, in un sistema che premia il lavoro, la formazione e la scuola, le molte attività che si svolgono all’interno di tutte le carceri del nostro paese e anche ad Asti, con l’intento di evitare la recidiva e di permettere alle persone detenute di definire nuovi obiettivi di vita, sia pure in carcere.
Il ruolo di garante delle persone private della libertà dovrebbe costituire (e questo avviene da molte parti in maniera egregia) una garanzia per i detenuti all’interno di un confronto costruttivo e generativo con le varie componenti del sistema carcerario per creare condizioni di vita adeguate e per affermare i diritti di tutte le componenti interessate.
Crediamo che per esercitare compiutamente un ruolo così delicato servano insieme competenze e sensibilità, visione e idealità, condizioni che, a nostro avviso, non sono state rispettate con la recente nomina. Chiediamo pertanto al Consiglio comunale di ritornare sui propri passi e di votare una soluzione più consona e di alto profilo. Il carcere e i detenuti che vi sono ristretti devono essere parti di questo territorio e non restare “invisibili”.

COORDINAMENTO PROVINCIALE DI LIBERA ASTI
Genera sdegno e lascia attoniti la scelta, come Garante delle persone private della libertà per il carcere di Asti, di una figura che manca di esperienza professionale o di volontariato nell’ambito delle case di reclusione, e che ha dimostrato assoluta mancanza di empatia nei confronti dei bisogni dei detenuti.
Riguardo alle parole riportate sui social di Stefania Sterpetti comparse in passato: “Visto che non c’è la pena di morte… chissà… fosse la volta buona che si toglie di mezzo da solo” riferita a Cesare Battisti, vogliamo citare l’articolo 27 della nostra Costituzione, più volte ricordato dal fondatore di Libera Don Luigi Ciotti: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. (...) ”.
Il riconoscimento della dignità della persona privata della libertà, come ricordato da molteplici pronunce della Corte costituzionale, deve essere rispettata all’interno del carcere.
Le figure di garanzia dei diritti delle persone private della libertà sono sorte come organi indipendenti di monitoraggio delle condizioni di detenzione e di promozione dei diritti fondamentali della persona detenuta. In considerazione delle esternazioni effettuate, vi è ragione di credere che questa nomina non sarà all’altezza di un compito così delicato.
Frasi, quelle della Sterpetti, che risultano ancora più gravi se si leggono i dati sui suicidi che avvengono annualmente nelle nostre carceri: numeri da strage, che evidenziano la drammaticità della situazione carceraria italiana.
Altrettanto grave e inopportuna risulta la nomina di una figura che, sempre sui social, ha pubblicato in passato un post inneggiante a Benito Mussolini. Nomina avvenuta proprio a ridosso del 25 Aprile, giorno in cui si ricorda la Liberazione dal nazifascismo sulla quale si fondano la Costituzione della Repubblica e la nascita della nostra democrazia.

COORDINAMENTO ASTI EST
Il Coordinamento Asti Est unisce la sua voce alle tante che stanno contestando la designazione di Stefania Sterpetti a Garante dei detenuti di Asti. C’è un vecchio detto astigiano che recita: “la galera è mica fatta per i cani, è fatta per i cristiani”, dove ‘cristiani’ – nel linguaggio dei tempi andati – sta a significare semplicemente esseri umani. Vuol dire che chi commette un reato va in prigione  ma non per questo perde la sua qualifica di essere umano, non diventa un  animale o un sub-umano (o untermenshen come dicevano i nazisti, quelli di cui il 25 aprile celebriamo la sconfitta, loro e dei loro amici fascisti). Persone quindi, non antropologicamente differenti da quelle che stanno fuori, sempre comunque appartenenti alla razza homo sapiens, che è l’unica esistente. Questa elementare consapevolezza dovrebbe essere il minimo sindacale per un Garante dei detenuti, forse il minimo sindacale per potersi definire essere umani. Ma abbiamo appena detto che esseri umani lo siamo tutti, quindi lo è anche Sterpetti nonostante le sue affermazioni abominevoli, tipo augurarsi la morte dei detenuti o definire i migranti ‘ciarpame’. Certo inquieta pensare che costei è stata un medico, non esiste più il giuramento di Ippocrate? Il giuramento che i medici devono sottoscrivere e che li impegna ad alleviare le sofferenze? Rileviamo altresì, una volta di più, la ferocia sociale dei partiti di governo, segnatamente Fratelli d’Italia che è il vero vincitore di questa partita. Il modello è quello della discarica sociale, che si tratti di galere, che si tratti di lager per migranti in Albania o in Libia,  che si tratti dei senza casa o delle periferie delle nostre città. L’importante è confinare gli indesiderabili da qualche parte, non vederli, non occuparsene. Lorsignori si rassegnino: ci sarà sempre chi se ne occupa, noi e tanti altri lo faremo.

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