Applichiamo la Costituzione per recuperare e riutilizzare i beni privati abbandonati

Lo scorso 15 maggio, al Foyer delle Famiglie, Cittadinanza e amministratori di diversi Comuni astigiani hanno seguito con attenzione l'illustrazione delle proposte contenute nella campagna nazionale per l'acquisizione al patrimonio comunale degli immobili privati non occupati: teoria e pratica allo stesso tempo, cioè dottrina giuridico-costituzionale e un esempio virtuoso decennale "da copiare" anche nella nostra provincia...

L'iniziativa è stata promossa da Acli Asti, Altritasti, Coordinamento Asti Est, Forum Salviamo il Paesaggio, Libera Asti, Rete Asti Cambia e Rete Welcoming Asti che si sono ritrovati concordi nel promuovere uno strumento in grado di unire molte sollecitazioni della società civile sotto molteplici aspetti: urbanistico, ambientale, per il diritto primario e universale all’abitare, alla città, a migrare, all’accoglienza.
Per spiegare di cosa si tratta, partiamo da questi "flash".

Prima scena: piccolo borgo montano dell'alto cuneese. Un centinaio scarso di residenti, duecentoventi edifici rurali, di cui 90 "collabenti" (cioè fabbricati fatiscenti e inagibili da decenni) e quasi 40 perfettamente ristrutturati ma utilizzati solo saltuariamente, come seconde case.
Seconda scena: Comune nel cuore della Sardegna del sud. Poco meno di 600 residenti, caratterizzato da un centro storico attrattivo sotto il profilo turistico nonostante la vistosa presenza di alcuni immobili privati abbandonati da più di dieci anni e in condizione di pieno degrado.
Terza scena: piccola cittadina (quasi 15 mila residenti, in costante crescita) a sud di Roma, luogo di agricoltura, artigianato, testimonianze archeologiche. Ma anche di palazzi e capannoni inutilizzati da anni.

Potremmo continuare con altre migliaia di scene simili e svelare i nomi di tutti questi municipi, assimilabili tra loro per un fattore assolutamente comune: la presenza nei propri confini di una rilevante percentuale di immobili testimoni silenziosi - ma ingombranti - di una vitalità sociale trascurata, dimenticata, abbandonata.

Siamo in Italia, paese che senza alcun dubbio possiamo definire come uno Stato di piccoli Comuni, dato che i 5.521 municipi inferiori ai 5.000 abitanti rappresentano il 70% del totale della nostra cartina geografica, annoverando 9,7 milioni di abitanti (il 16,5% del totale della popolazione nazionale). E 2.012 Comuni risultano addirittura al di sotto della soglia dei mille abitanti (il 25,5% del totale).

Ma è l'intero insieme dei Comuni italiani (micro, piccoli, medi, aree metropolitane), secondo i più recenti dati messi a disposizione dall’ISTAT, a vivere le ambiguità di una situazione che vede oggi quasi un terzo delle abitazioni esistenti nella triste condizione di inutilizzo: sono vuote, sfitte, abbandonate. Un patrimonio di oltre 10 milioni di abitazioni non occupate, termine che ISTAT definisce come "abitazioni vuote o occupate esclusivamente da persone non dimoranti abitualmente". Queste ultime sono pari a circa 5 milioni e mezzo, il che significa che più di 5 milioni di abitazioni sono sprangate e in declino. Potrebbero ospitare una media di 10/12 milioni di abitanti e consentire l'azzeramento di tutte le previsioni edificatorie dei nostri Comuni...
A questo dato enorme, e molto spesso trascurato, vanno ovviamente sommati i capannoni produttivi/commerciali/agricoli: ecco così uno stock immenso di edifici “passivi”, privi di quella "funzione sociale" richiamata con lucida concretezza dall'articolo 42 della nostra Costituzione.

E' da questi elementi che prende forma la nuova campagna nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, che dedica quest'anno un importante focus sull'opportunità di restituire alla collettività questo patrimonio di beni privati che gli stessi privati sembrano avere dimenticato. Una campagna che poggia su due pilastri: la ricostruzione storico-giuridica delle origini della proprietà (che Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale, aiuta a ricordare come affondi le proprie radici nell'antica Roma, ai tempi di Romolo e Numa Pompilio, ed essere di esclusivo diritto del Popolus) e l'esperienza in atto da quasi dieci anni nel comune marchigiano di Terre Roveresche. Ovvero l'esempio concreto - e facilmente imitabile - di una corretta applicazione dell'articolo 42 della nostra Costituzione, che ha portato alla definizione di un Regolamento comunale e di una procedura amministrativa che ha già consentito l'acquisizione coattiva di sei immobili e di un terreno abbandonati e in stato di degrado, tornati pertanto nella disponibilità del patrimonio pubblico, cioè della collettività. Non un esproprio, ma una precisa azione "ope constitutionis" basato su un preciso Regolamento e un'Ordinanza che intima il ripristino della "funzione sociale" del bene privato abbandonato e che, se priva di risposte, si conclude con l'acquisizione del bene al patrimonio comunale.

Ma l'acquisizione non si ferma qui. Terre Roveresche ha anche aggiunto nel suo Regolamento la possibilità di assegnare a terzi i beni acquisiti, non cedendoli ma affidandoli (attraverso un apposito bando che privilegia, ad esempio, le giovani coppie) solo in diritto di superficie, che avrà durata di 99 anni, eventualmente rinnovabile per un egual periodo, a fronte di un corrispettivo di 1 euro. Obiettivo evidente: ripopolare il Comune e stimolare la ripresa di una socialità compromessa.

«La campagna è stata avviata lo scorso 15 gennaio - ha ricordato Alessandro Mortarino, ancora una volta chiamato dal Forum a coordinare una sua iniziativa nazionale - e abbiamo ricevuto decine e decine di telefonate e mail da parte di Sindaci interessati ad approfondire qualche aspetto del procedimento amministrativo, porre domande, confessarci dubbi o timori che puntualmente Antonio Sebastianelli, il Sindaco di Terre Roveresche, ha saputo risolvere sulla base proprio della sua esperienza "in prima linea". Questi quesiti ci hanno consentito di predisporre documenti, video, facsimili facilmente replicabili in ogni municipio e a disposizione di ogni persona che voglia sollecitare direttamente la propria amministrazione; sono scaricabili da qui: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/campagna-nazionale-per-lacquisizione-al-patrimonio-comunale-dei-beni-di-proprieta-privata-in-stato-di-abbandono/
Quasi sempre si è trattato di domande ricorrenti, una in particolare: "in questi 10 anni, Terre Roveresche ha ricevuto ricorsi legali?". La risposta di Sebastianelli è molto chiara: "No, non abbiamo ricevuto alcun ricorso nè contestazioni"».

Quindi "si può fare", ovunque. A patto, ovviamente, che vi sia la volontà politica...

Il Forum Salviamo il Paesaggio sta offrendo la conoscenza di un potente strumento, la volontà politica spetta agli amministratori e ai loro concittadini.
Uno per uno, nessuno escluso.

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Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino