Osservazioni preliminari al discusso progetto per un impianto di biogas metano a Govone

Continuano le attività da parte della cittadinanza per ampliare la diffusione dell'informazione relativa al progetto della Ferrero SpA, che vorrebbe realizzare un impianto in grado di produrre circa 10 milioni di metri cubi di biometano all’anno utilizzando 38 mila tonnellate di sottoprodotti, 13 mila tonnellate di reflui da allevamenti, un migliaio da vinacce. Lo scorso 29 agosto il neonato Comitato "No Biometano a Govone" ha promosso un incontro pubblico ospitando la voce del professor Alberto Poggio, ricercatore di Sistemi per l'Energia e l’Ambiente al Politecnico di Torino, mentre anche la sezione albese di Italia Nostra prende posizione...

Poggio ha lungamente illustrato nei dettagli le principali criticità dell'impianto proposto, approfondendo alcuni dei punti già ben evidenziati dal Comitato nelle settimane scorse e che ora dovranno essere vagliate anche dalle amministrazioni comunali del territorio e da tutti gli Enti coinvolti nella specifica Conferenza dei Servizi.

La Sezione albese di Italia Nostra ha invece diffuso questo comunicato stampa: «avendo presenziato all’incontro pubblico del 25 luglio scorso tra la popolazione locale e l’Amministrazione comunale per la presentazione del progetto di un impianto di produzione di biometano nella fraz. Canove di Govone, intende avanzare alcune osservazioni sulla problematica emersa. In quell’occasione i tecnici della società “Govone Biometano” hanno prospettato un impianto da realizzare su una superficie di 3-5 ettari per il trasporto, stoccaggio e rigassificazione perlopiù di scarti industriali oltre a biomasse agricole. Italia Nostra, considerando il trasporto giornaliero delle oltre novanta tonnellate di materiali, teme l’impatto sul traffico attorno a tale impianto, seppure sia stato illustrato che la zona prescelta, vicino allo svincolo dell’autostrada Asti-Cuneo ed all’impianto di depurazione delle acque Sisi, potrebbe trarre dei vantaggi.
Questa Sezione albese sostiene, come altri organismi, che il biometano può essere una buona scelta   sostituendo il metano fossile. Però si dovrà valutare con molta attenzione il bilancio dei flussi di materiale ed energia, per stabilire se il sito prescelto sia idoneo. Pertanto si devono ancora attendere le necessarie autorizzazioni della Provincia di Cuneo, dell’Arpa Piemonte, dei Vigili del fuoco e del Comune di Govone.
Questa Associazione condivide il malcontento della popolazione per essere stata informata dopo vari mesi dell’iter procedurale, quando si era già tenuta la prima conferenza dei servizi. Intanto è nato il “Comitato no biometano” che ritiene non idonea l’ubicazione scelta per il nuovo progetto e attende soluzioni alternative. Questa Sezione di Italia Nostra, che da più di 50 anni è attiva a favore della tutela dell’ambiente nel Roero, appoggia la lotta del Comitato suddetto in quanto questo genere di impianti deve essere verificato preventivamente con molta prudenza per le eventuali conseguenze nel territorio e per i danni che ne potrebbero derivare.
Inoltre questa Associazione innanzitutto chiede lo specifico accertamento tecnico-urbanistico di effettiva compatibilità tra quanto prescrive il vigente P.R.G. di Govone e la realizzazione di quel tipo di impianto nel sito prescelto. Pur constatando che molte aree della frazione sono già pesantemente compromesse da fabbricati industriali, commerciali e residenziali, operazioni realizzative di questa rilevanza debbono sempre essere preventivamente valutate e poi progettate tenendo ben presenti gli effetti dell’impatto ambientale.
Il 29 agosto scorso la Sez. Albese ha nuovamente partecipato all’incontro pubblico dove un ingegnere del Politecnico di Torino ha illustrato aspetti tecnici che evidenziano la grande quantità di materiale previsto per il funzionamento dell’impianto. Tale materiale già esistente viene al momento trattato in altre strutture o per produrre biometano o per essere trasformato in compost.  L’Associazione, come il Comitato, si chiede se ci sia la necessità o meno di un nuovo impianto che oltre al metano produce notevoli quantità di inquinanti come anidride carbonica e acido solfidrico».

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