Sarà il TAR a valutare la delibera provinciale che autorizza metodi cruenti di contenimento dei colombi

Le associazioni Sostenibilità Equità Solidarietà – Circolo Territoriale di Asti, L.I.D.A. O.d.v. Asti (Lega Italiana dei Diritti dell’Animale), Pro Natura Alessandria, Cuneo Veg, il gruppo “Piccioni Paralimpici” e il Gruppo “Svuota Canili”, rappresentate dall’avvocata Virginia Cuffaro, hanno presentato ricorso al TAR del Piemonte contro la Deliberazione del Consiglio Provinciale di Asti n. 45 del 29 luglio 2025, con la quale la Provincia ha approvato il “Piano di controllo del colombo (Columba livia)” che prevede l’utilizzo di metodi cruenti, quali abbattimento e cattura con successiva soppressione...

Le ragioni del ricorso:
Le associazioni hanno deciso di ricorrere al giudice amministrativo per tutelare la legalità, la corretta applicazione delle norme ambientali e il principio del benessere animale.
La delibera impugnata presenta infatti gravi vizi di legittimità e di merito, tra i quali:

- Assenza di un’istruttoria adeguata: non sono stati svolti censimenti attendibili sulla popolazione di colombi né raccolti dati oggettivi relativi ai presunti danni agricoli o sanitari.

- Mancato utilizzo dei metodi non cruenti, previsti come prioritari dalle Linee guida della Regione Piemonte (D.G.R. 46-9713/2008) e dalla Legge 157/1992, che stabiliscono l’obbligo di sperimentare prima tecniche ecologiche di gestione (limitazione delle fonti di cibo, dissuasori, sterilizzanti, interventi di pulizia e chiusura dei siti di nidificazione).

- Assenza del parere obbligatorio dell’ISPRA, che la Provincia ha omesso di acquisire dichiarando di voler procedere “in urgenza”, in violazione delle norme nazionali e regionali.

- Mancanza di motivazioni e dati verificabili: la stessa Provincia ha riconosciuto di non disporre di serie storiche di danni attribuibili ai colombi né di richieste di indennizzo nel triennio 2022–2024.

- Violazione delle normative europee sulla protezione degli animali e sulla conservazione degli uccelli selvatici (Direttiva 2009/147/CE, Regolamento CE 1099/2009), poiché il piano consente catture e abbattimenti anche nei periodi di riproduzione.

Le relazioni tecniche allegate al ricorso dimostrano inoltre che i metodi cruenti non risolvono i problemi ma determinano solo un effetto temporaneo e controproducente, con rapida ricolonizzazione delle aree e incremento della riproduzione. I metodi ecologici e non letali, al contrario, si sono rivelati scientificamente più efficaci e sostenibili.

Una scelta a tutela della legalità e dell’etica pubblica
“Con questo ricorso – dichiarano le associazioni – intendiamo riaffermare che la gestione della fauna deve essere basata su dati scientifici, sul rispetto delle leggi e su principi di etica pubblica e civile convivenza con gli animali. L’approvazione di un piano di abbattimento generalizzato, privo di fondamento tecnico e giuridico, rappresenta un grave precedente che vogliamo contrastare nel rispetto della legge e della tutela dell’ambiente.”

Le associazioni ricorrenti hanno chiesto al TAR la sospensione immediata del piano e l’annullamento della delibera provinciale, poiché la sua attuazione comporterebbe un danno irreparabile alla fauna selvatica e all’equilibrio dell’ecosistema.
Il loro impegno non riceve finanziamenti pubblici sostenendo ogni sforzo grazie all’autofinanziamento e alla generosità dei cittadini che credono nelle loro battaglie, per questo chiedono di essere sostenute in questa specifica azione legale per la difesa dei diritti degli altri animali con una donazione a:

Sostenibilita Equita Solidarieta – IBAN: IT21J0608547380000000021698 causale: Piccioni Asti.

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino