Diciamo basta alle speculazioni sulla gestione della rete idrica

A cura del Comitato Cuneese Acqua Bene Comune.

Abbiamo letto con molta attenzione l'articolo sull'acqua pubblicato da La Stampa e siamo rimasti negativamente sorpresi nel vedere affermato che vi sarebbero problemi nel reperimento dei finanziamenti. Solo pochi giorni prima, infatti, il presidente della Provincia, Luca Robaldo, aveva rassicurato i sindaci sul fatto che tutto stava procedendo regolarmente. Meno sorprendente è stato invece l'affondo di Iren/Egea Acque, che sta portando avanti azioni simili in tutte le province piemontesi. Sappiamo bene quanto sia redditizio il Servizio Idrico Integrato nella nostra provincia, e comprendiamo l'interesse di un'impresa privata come Iren nel rincorrere i conseguenti dividendi milionari...

Tuttavia, non riteniamo che ci siano più margini politici o amministrativi per tornare alla strada del partenariato pubblico-privato (PPP). Dopo il fallimento della vecchia Egea, anche i sindaci più diffidenti verso la gestione pubblica hanno compreso che, in una società mista, a decidere è di fatto solo il socio privato.
Tanto più che Iren ha messo nero su bianco, nella sua offerta, la richiesta di nominare l'amministratore delegato e di imporre il proprio benestare sulle decisioni più rilevanti. Il nostro territorio ha già pagato a caro prezzo questa esperienza: non è il caso di riprovarci. Iren, inoltre, afferma di non voler accettare ulteriori dilazioni nel pagamento del cosiddetto Valore residuo, rilanciando contemporaneamente il proprio ruolo di socio industriale e finanziatore.

Su questo punto è bene fare chiarezza: Cogesi sta concludendo un accordo con Iccrea per ottenere i fondi necessari al pagamento del VR e per coprire gli investimenti previsti fino al 2029. Ma conosciamo bene il meccanismo che i privati attivano nelle società miste: incassano i dividendi, li trasferiscono alla capogruppo, che poi li restituisce alla società operativa sotto forma di prestiti soci. Questi prestiti, remunerati secondo il metodo tariffario, prevedono interessi spesso superiori di almeno 2 punti rispetto ai tassi bancari. Un bel guadagno, non trovate? E non è tutto: Iren vorrebbe anche riservarsi l'esecuzione dei lavori, tramite contratti di servizio decisi internamente dai propri rappresentanti nel CdA. Altro che «accordo win-win»: i vantaggi, qui, sono tutti per Iren.

La società continua a sostenere che, in qualità di «socio promotore», avrebbe diritto di prelazione in caso di mancata aggiudicazione della gara per il socio privato, secondo il Codice dei contratti pubblici. Peccato che questa norma non si applichi al settore del SII, regolato da una legislazione specifica. Se Cogesi decidesse di privatizzare, dovrebbe bandire una gara internazionale aperta a tutti i privati europei. Iren potrebbe vincerla, ma anche perderla, senza alcun diritto di prelazione.
In questo contesto, i lavoratori avrebbero davvero motivo di preoccuparsi. Quanto ai 20 lavoratori di Tecnoedil Lavori, il problema appare strumentalmente sollevato: alcuni di loro passeranno sicuramente al nuovo gestore, altri continueranno ad operare sugli altri servizi gestiti da Iren sul territorio.

Noi auspichiamo che la Conferenza di Ambito si esprima ufficialmente contro questa ipotesi, che andrebbe contro le deliberazioni assunte negli anni dall'assemblea generale dei sindaci e recepite nei documenti ufficiali. In alternativa, chiediamo che Cogesi dichiari pubblicamente la propria indisponibilità a proseguire nella direzione del PPP, coerentemente con il mandato ricevuto.

Entro la fine di giugno, chiediamo che venga effettuato il pagamento del VR, per mettere definitivamente fine a ogni speculazione. Per il lungo periodo, chiediamo infine che Cogesi renda tangibili per tutti gli utenti i benefici della gestione pubblica, reinvestendo tutti gli utili nelle infrastrutture del SII provinciale.

I cittadini hanno diritto di vedere con i propri occhi il miglioramento del servizio, così come di beneficiare della contenzione degli aumenti tariffari che ne deriverebbe.

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