La terza edizione del “Barometro dei prezzi per l’agriturismo 2012”, studio statistico basato sui prezzi di più di 4.500 agriturismi presenti su Toprural, il principale portale di turismo rurale in Europa, riassume la situazione attuale in Italia e in Europa.
Una vacanza in un agriturismo italiano costa mediamente 37,2 euro per persona/notte (contro i 37,1 del 2011). Ma è anche il 25% più cara che in Francia ed in Spagna, dove il prezzo medio per persona/notte in alta stagione è di 27,8 euro (contro i 27,6 euro della Francia).

Gli agriturismi di Puglia, Toscana e Sicilia sono i più costosi mentre quelli di Trentino-Alto Adige, Liguria e Piemonte i più accessibili. Trentino-Alto Adige e Sardegna sono le regioni che hanno segnato i maggiori cali dei prezzi rispetto all'anno precedente.

Dai depositi di scorie ereditati dall’epoca dell’atomo, ai materiali di scarto medicali, fino ai rischi connessi alle trivellazioni per la costruzione del famigerato corridoio 5 della Tav. La lunga serie di rischi connessi al nucleare, raccontata in un libro da Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante. Ne anticipiamo alcuni brani.

Nonostante i referendum dello scorso giugno abbiano ribadito l’indisposizione degli italiani ad avere a che fare con l’energia nucleare, sono ancora molti i rischi e i problemi legati alla radioattività: dai rifiuti radioattivi di Saluggia, nel vercellese, alle testate atomiche nelle basi americane di Ghedi e Aviano; dagli effetti del poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, all’uranio nelle montagne della Val di Susa. Solo alcuni sono legati alle vecchie centrali atomiche, ma la maggior parte di essi restano taciuti. Lo rivela un libro-inchiesta in uscita oggi, “Scorie radioattive. Chi sa trema, ma in silenzio” (Aliberti editore), in cui oltre alla denuncia si cerca di capire l’origine di queste problematiche. Che, secondo gli autori Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante, è riconducibile all’ossessione per una crescita illimitata dei consumi e dell’economia.

Un’idea condivisa da uno degli esperti intervistati nel libro, l’ingegnere nucleare Massimo Zucchetti, docente di Protezione dalle radiazioni al Politecnico di Torino e Research affiliate presso il prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology di Boston. Per Zucchetti, infatti, “anche Fukushima ci ha fatto capire che sarebbe meglio fare a meno di aver bisogno di tutta questa energia, rivedendo quindi il nostro modello di sviluppo”. “Ci sono molte persone che affermano che delle nuove energie sostituiranno il nucleare e ci consentiranno di farne a meno. Secondo me non è così che si dovrebbe ragionare”, afferma il professore: “Bisognerebbe ragionare su come muoversi verso un sistema in cui non abbiamo più bisogno di tutta questa energia”. Che, per essere prodotta in quantità sempre più ingenti, può portare a tragedie immani.

“Noi viviamo immersi nella radioattività naturale, e siamo geneticamente predisposti per sopportare basse dosi di radioattività”, ricorda Zucchetti: “Ma non abbiamo organi di senso che ci consentano di capire se le radiazioni ci sono o meno”. Basti pensare che “in un campo a livello di un incidente come quello di Chernobyl, in cui una persona entra nel nocciolo di un reattore scoperto, la quantità di calore su tutto il corpo è pari a 1 watt, che è un decimo di una lampadina fioca”. Le radiazioni sono quindi in grado di fare male in maniera molto silenziosa, e l’unico modo che si ha di percepirle attraverso il nostro organismo “viene dopo, quando si mostrano i loro effetti, ed è troppo tardi”.

Fra i vari problemi legati alla radioattività, c’è che “l’Italia è punteggiata di decine di siti dove sono conservati con grande fiducia materiali radioattivi di vario tipo, provenienti dalla precedente esperienza nucleare, ma anche dall’uso medicale e industriale delle radiazioni”, avverte il professore: “Luoghi in cui chiunque potrebbe fare dei blitz senza grandi problemi, spesso in zone del tutto inopportune”. E questo sempre perché in Italia “non esiste un luogo in cui tenere i materiali radioattivi in maniera controllata e conosciuta, ma è tutto lasciato così, alla speranza che non sorgano problemi”.

In effetti, molte persone sono contrarie all’atomo proprio perché ritengono il nostro Paese inaffidabile nella gestione di questioni così delicate. Timori fondati? Per Massimo Zucchetti “più che altro si tratta di dati di fatto, soprattutto se vediamo come è stata gestita la precedente esperienza nucleare”. “Alcuni colleghi nuclearisti in certe parti del mondo mi hanno confidato di essere molto contenti che il nucleare in Italia non sia stato ripreso, perché sarebbe stato un esempio pernicioso per il nucleare in tutto il resto del mondo”. Chiosa l’ingegnere: “In effetti molto probabilmente ci avremmo messo il triplo del tempo per costruire un impianto, non sarebbe stato mai finito e ne sarebbero successe di tutti i colori”.

“Ritengo però che non ci si debba arrendere a questo degrado morale e anche tecnico a cui siamo stati soggetti in questi ultimi vent’anni”, afferma lo scienziato: “Noi siamo benissimo in grado di fare delle opere complesse, purché servano. Non abbiamo bisogno né del ponte sullo Stretto, né dell’alta velocità, e neppure degli impianti nucleari, in realtà. Ma magari di altre cose altrettanto pregiate, perché no? Ribelliamoci al principio per cui dovremmo essere incapaci a priori. Qualcosa siamo più che in grado di farlo. In fondo, parlando del mio campo, Enrico Fermi era italiano e ha vinto il Nobel per la fisica”.

Massimo Zucchetti è anche consulente gratuito della comunità montana della Valle di Susa e, sempre in termini di radioattività, da anni si occupa dei rischi che corre la popolazione valsusina nel caso in cui si dovesse veramente costruire il famigerato Corridoio 5. “La Valle di Susa è costellata di piccole formazioni sia di amianto che di uranio”, fa presente Zucchetti: “Fino a che questi materiali pericolosi restano nel ventre della montagna va bene; quando si portano fuori, dovendo scavare questi tunnel, da un lato possono provocare danni alla salute dei lavoratori, che respirerebbero gas radioattivi emessi dalla roccia, dall’altro c’è il fatto che tutti questi milioni di tonnellate di polveri verrebbero all’esterno”.

I potenziali rischi per la salute, in Valle di Susa, non giungono solo dalla montagna, ma anche dai gas lacrimogeni abbondantemente utilizzati dalla polizia negli scontri di Chiomonte dello scorso 3 luglio. “Non solo il 3 luglio”, puntualizza Zucchetti: “Abbiamo calcolato che questi gas sono stati usati almeno una ventina di volte, fra manifestazioni e assedi di vario tipo”. “I lacrimogeni, oltre agli effetti fastidiosi che hanno nell’immediato, hanno tutta una serie di effetti collaterali, che possono portare a insufficienza respiratoria, reazioni cutanee o danni agli organi interni”.

Occupandosi di radiazioni e di agenti genotossici, il professor Zucchetti ha anche scoperto che “questo gas Cs ha delle potenzialità di tipo cheratogeno e mutageno, cancerogeno insomma”, anche se “non con lo stesso meccanismo delle radiazioni”. Ciò che preoccupa maggiormente, però, è che “questi gas sono stati lanciati su bambini, donne incinte, anziani, persone comunque deboli o con la possibilità di vedere il proprio futuro compromesso”. Un fatto che, “per un buco che non c’è, per un cantiere infinito, è una cosa davvero inaccettabile”.

Lorenza Zambon ci ha inviato un breve tratteggio dei suoi programmi artistici dell'anno, con questo messaggio: "Sono un’inguaribile ottimista e continuo a pensare che le crisi siano il momento giusto per reinventare il mondo. Per quest’anno vi propongo due spettacoli nuovi che sono più ricchi di idee, di artisti in scena, di poesia e di necessità che mai" ....

Prima di tutto “Sylva. Variazioni sulla foresta”, che è stato creato appositamente per l’anno delle foreste; ha debuttato al Festival Asti Teatro e a quello della Biodiversità a Milano con molto successo. E’ uno spettacolo/concerto e mi accompagnano tutti e due i miei musicisti di riferimento (Carlo Actis Dato e Gianpiero Malfatto). Di “Sylva” sono felicissima. Il testo è tutto mio, è una cosa molto intensa.

La seconda proposta è “Il giardino sacro” (spettacolo vincitore del concorso nazionale “Teatri del Sacro”); qui con me ci sono altre tre attrici e sempre Carlo Actis Dato come musicista. Ha debuttato al festival Teatri del sacro a Lucca dove è stato accolto con grande attenzione ed emozione sia da parte del pubblico che dai membri dell’ “osservatorio critico” coordinato da Giorgio Testa. E’ stato davvero un debutto felicissimo.
Si tratta naturalmente di quel “sacro” che possiamo trovare nella relazione con la natura e che viene prima e al di fuori di ogni religione. Lo spettacolo è tenero e forte, per noi e per chi partecipa.
Il 13 febbraio tutto lo spettacolo verrà trasmesso da TV2000 nel corso della trasmissione “Retroscena”, dopo quel momento avremo anche il video completo.
“Il giardino sacro” è tra gli spettacoli vincitori di “Teatri del Sacro 2011”.

Sono sempre in repertorio:
LEZIONI DI GIARDINAGGIO PLANETARIO
IL GIARDINO SEGRETO
SILLABARIO DELLA NATURA

Per informazioni:
casa degli alfieri - teatro e natura di Lorenza Zambon
Loc. Bertolina n. 1 - 14030 Castagnole Monferrato - (Asti) Italy
Tel. +39 0141 292583     Skipe: lorenza.zambon1
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Alla casa del Popolo di Asti (via Brofferio 129) si apre la biblioteca Popolare Shebook. All'interno troverete anche una piccola sala studio. Gli orari provvisori saranno:
Lunedì dalle 15 alle 17,
Martedì dalle 15 alle 18
Giovedì dalle 15 alle 18

Negli stessi orari aprirà a breve lo sportello di mobilità internazionale.

Al via la raccolta firme per una legge popolare per l’adeguamento alla media europea degli stipendi alla classe politica.
Hanno scelto il titolo della canzone di Rino Gaetano (Nuntereggae più) i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare per l’”Adeguamento alla media europea degli stipendi,emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale”.
Una mobilitazione nata su Facebook, dove gli umori del paese arrivano prima e dove i malumori degli utenti si diffondono più rapidamente. Il sentimento “anticasta” monta trasversalmente ormai dai tempi del primo libro di Rizzo e Stella, ma oggi può concretizzarsi in una richiesta formale e legale grazie alla pubblicazione della proposta di legge sulla Gazzetta Ufficiale della Corte Suprema di Cassazione dello scorso 29 settembre.
Una legge semplice, composta di un solo articolo, quella che si chiede di attuare: "I parlamentari italiani eletti al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio, i Ministri, i Consiglieri e gli Assessori regionali, provinciali e comunali, i Governatori delle regioni, i Presidenti delle province, i Sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell'unione europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell'unione per incarichi equivalenti". Bastano 50 mila firme (80 mila per sopperire ad eventuali errori e anomalie di raccolta) per rendere la proposta di legge un referendum.
La grande partecipazione degli italiani alle consultazioni su privatizzazione dell’acqua, nucleare e legittimo impedimento della scorsa primavera dimostra come le proposte di iniziativa popolare possano avere una maggiore capacità di traino e coinvolgimento rispetto alle istanze portate avanti in sede istituzionale.  
Si può firmare in tutti i Comuni. Anche presso L'URP (Ufficio per le Relazioni con il Pubblico) del Comune di Asti, in piazza San Secondo 1 (aperto il mattino dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Il Sabato dalle 9 alle 12 oppure il pomeriggio: martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30).
C’è tempo fino al 10 marzo 2012.
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