di Vincent Liegey*

In questi ultimi giorni assistiamo a un’escalation: bisogna stringere la cintura e imparare a fare a meno del gas e del petrolio russo per smettere di finanziare la guerra. Quello che era violentemente rifiutato adesso diventa normale. Allora sì, apriamo il dibattito sulla decrescita, l’unica via d’uscita logica e coerente, equa ed auspicabile di fronte alla tragedia in corso...

di Penny (Cinzia Pennati).

Faccio fatica a scrivere. Qualsiasi discorso, in un momento come questo mi sembra vuoto, vacuo. Così mi trovo a ragionare intorno al dolore, io, occidentale, bianca, privilegiata, posso concedermelo? Posso pensare al dolore degli e delle ucraine dimenticando che la guerra esiste altrove anche se non la vediamo, ed esiste da molto? E come posso contrappormi a quello che sta succedendo? Come posso non sentirmi responsabile e sentire responsabile la società in cui viviamo?...

A cura di ARI-Associazione Rurale Italiana.

E’ vero, la guerra non fa sconti a nessuno, moltissimi soffrono e piombano nella povertà e pochi si arricchiscono in modo insperato. La barbarie si concentra nella guerra producendo atti terribili che sono immaginabili commessi da esseri umani. Tra i più terribili c’è quello
di creare la penuria, gridare alla penuria, per poi vendere il cibo a borsa nera.
Per fare il pane serve la farina, cioè il grano, e per produrre carne e latte nei grandi allevamenti industriali serve il mais. Allora vediamo a che punto siamo con i dati aggiornati al 11.3.2022...

di Alessandro Portelli.

Ho letto l’articolo di Luigi Manconi sulla moralità della resistenza in Ucraina e sulla giustezza di mandare armi. Non sono d’accordo (con Manconi non mi capita quasi mai) ma riconosco le ragioni e la serietà e ci penso. Vorrei che anche chi è d’accordo riconoscesse e rispettasse le mie, che non riguardano certo la moralità della resistenza – in Ucraina come in Italia o in Kurdistan – ma la difficoltà di un paragone storico fra tempi e contesti molto diversi. Forse anche per questo l’Anpi, che di Resistenza qualcosa sa, la pensa diversamente...

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