di Alessandro Mortarino.

L'Unione Europea ha deciso di finanziare l'acquisto di armamenti militari da inviare con urgenza al popolo ucraino. La decisione è stata annunciata contemporaneamente all'avvio del tavolo di trattative tra Russia e Ucraina. A quel tavolo si è lasciato che sedessero solo i due paesi in conflitto ("cani e gatti"), senza mediatori: non l'ONU, non personalità pacifiste. Nessun altro. Il Parlamento italiano ha approvato la proposta del Governo di inviare armi, missili ed equipaggiamenti al popolo ucraino. Prima erano state decise, a livello continentale europeo, dure sanzioni economico-finanziarie contro la Russia e i suoi vertici. La brace della guerra, dunque, si pensa di poterla soffocare facendo leva sulla forza militare e sul deterrente economico. Nel mio piccolo, penso che sia la peggiore risposta che si potesse immaginare...

di Paolo X Viarengo.

E se disertassero tutti? E se all’improvviso tutti buttassero via i fucili e non premessero più i bottoni per lanciare i missili? E se i piloti dei jet e dei carri armati dicessero “pilotatevelo voi, imbecilli!”? E se, come nelle storie narrate delle tregue di Natale durante la Prima Guerra Mondiale, gli uomini di entrambe le parti uscissero dalle trincee e si parlassero? Si scambiassero doni? Magari, come è successo sul Fronte Occidentale, facessero una partita di pallone? Cosa succederebbe se tutti lo facessero?...

di Gino Strada.

Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra? È possibile un mondo senza guerra per garantire un futuro al genere umano?
Molti potrebbero eccepire che le guerre sono sempre esistite. È vero, ma ciò non dimostra che il ricorso alla guerra sia inevitabile, né possiamo presumere che un mondo senza guerra sia un traguardo impossibile da raggiungere. Il fatto che la guerra abbia segnato il nostro passato non significa che debba essere parte anche del nostro futuro...

di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.

Intanto vediamo cosa non deve fare. Stiamo attenti a non confondere il movimento con l’agitarsi a vuoto, e il silenzio con il lavoro quotidiano. L’azione della nonviolenza è soprattutto preventiva, anche se non fa chiasso. Sono cose risapute, già dette da tempo, ma che poi vengono periodicamente disattese per la smania di dover dare risposte immediate a chi rilancia sempre la stessa stantia domanda: ma dove sono i pacifisti?...

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