Il messaggio quaresimale era già pronto. Lo avevo pensato con calma, lo avevo scritto, riletto, limato qua e là ed infine messo “in bella” e salvato sul file “quaresima 2020” per essere stampato al momento buono.
Nel frattempo, il Coronavirus fa la sua comparsa anche in Italia contagiando persone, alcune delle quali, purtroppo, muoiono.
Domenica sera l’accelerata: l’ordinanza del ministro della salute e del governatore della regione, un’ordinanza comunale, chiudono le scuole e tante altre attività. Lunedì, è toccato a noi Vescovi del Piemonte chiarire che cosa, in base a tale ordinanza, bisognava fare e non fare: niente più messe, catechismo, oratorio incontri e altre attività in cui si radunano persone. Perfino sui funerali si è dovuto intervenire.
Risultato nel nostro territorio: i bambini e i ragazzi sono a casa e a casa sono in qualche modo costretti a restare, i genitori devono riorganizzare la vita familiare e lavorativa per assisterli, tanti nonni sono stati reclutati a tempo pieno per custodire i nipoti; molte attività commerciali e lavorative “pagano” subito le conseguenze di questo stop; i canali d’informazione ci tengono aggiornati con continui “bollettini medici” che rischiano di accrescere la nostra preoccupazione.
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