A cura del Coordinamento Asti Est.

In estrema sintesi, questa sembra essere la politica dell’amministrazione comunale sulla questione dell’abitare, da Via Gancia a Corso Casale. Nessuna idea, nessuna programmazione, nessun tentativo (almeno il tentativo!) per dare una risposta ad un problema strutturale. La palazzina di Via Gancia rischia il crollo? Sgomberiamo, e intanto la rendiamo più stabile in quanto vuota. Idea geniale: sgomberiamo tutto così risolviamo il problema. In Corso Casale c’è uno stabile occupato da anni, con una situazione lasciata ad un lento degrado? Proviamo forse ad occuparcene, a proporre soluzioni, a capire e tentare (tentare!) di risolvere i problemi delle famiglie e persone che lì si sono ricoverate? Certo che no, mandiamo un imponente spiegamento di forze dell’ordine a ’identificare’ e annunciamo l’imminente sgombero...

A cura della Rete Asti Cambia.

Sono già passate più di due settimane dalla pubblicazione del rapporto "Mal'aria di città" redatto da Legambiente, e probabilmente l'abitudine ormai diffusa di abbuffarsi velocemente di notizie in una bulimia che non permette analisi o riflessioni ha fatto già dimenticare a molti astigiani la drammatica situazione in cui ristagna la nostra città in termini di inquinamento dell'aria. Nel 2022 Asti è riuscita addirittura a conquistarsi il gradino più basso del podio tra le città più inquinate d'Italia: Asti infatti è terza, subito dopo Torino e Milano, di certo non città di dimensioni e caratteristiche simili alla nostra, per esempio con attività industriali che influenzano in modo sensibilmente negativo la qualità dell'aria...

Daniela Grassi e la Presidenza provinciale delle Acli di Asti.

Leggo i titoli dei giornali sui fatti astigiani degli ultimi tempi, solo qualche esempio, solo qualcuno: la clamorosa chiusura del Maina, le liste d’attesa della sanità con tempi scandalosi, la Biblioteca Faletti sotto organico e con orari insufficienti… E cammino per le strade e le vedo sempre più malinconiche e spoglie.
Pochi giorni fa, don Dino Barberis, direttore della Gazzetta d’Asti, ha detto di pensare a questa città “come se si fosse appena svegliata con poca voglia di alzarsi. Se si alzasse farebbe cose grandiose”. Sul fatto che “se si alzasse farebbe cose grandiose”, non ho dubbi, ma a me non pare appena sveglia, ma insonnolita, come sotto incantesimo, come un bell’albero che avvizzisce: avvizziscono i mercati, si riducono, come frutti che invece di maturare si ripieghino su se stessi; chiudono i negozi, persino quelli di catene note che ci ritroviamo ossessivamente in ogni città, qui si disseccano pure quelli...

A cura del Coordinamento Asti Est.

Gli organi di informazione locali recentemente si stanno occupando dell’emergenza casa in città. Alcune difficoltà sono state documentate in modo chiaro e si sono ascoltati soggetti a vario titolo interessati al problema.
C’è però un grande assente: l’edilizia residenziale pubblica, che noi del Coordinamento Asti Est ci ostiniamo a definire con l’antico e  semplice nome di ‘case popolari’. E c’è un grande rimosso: l’esistenza di un vasto popolo a basso o nullo reddito, per cui l’unica soluzione abitativa possibile sarebbero, appunto, le case popolari...

di Silvana Bellone.

Il 27 gennaio è la giornata della memoria della Shoa ed è sempre più difficile organizzare qualcosa di incisivo che aiuti le persone a conoscere e a ricordare eventi che stanno diventando sempre più lontani nel tempo. Ad Asti abbiamo scelto di ricordare le persone. Il testo da cui abbiamo ricavato i nomi degli 83 deportati - alcuni ad Auschwitz e alcuni a Mauthausen - enuncia così: “Nelle intenzioni dichiarate dai persecutori non doveva rimanere alcuna traccia dello sterminio; della vittima non si doveva sapere più nulla, non doveva esserci alcuna possibilità di sopravvivenza, nemmeno per il ricordo"...

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