di Gabriella Sanlorenzo.

In questi tempi cupi i miei piccoli pensieri si comprimono, si restringono, si appallottolano fino a diventare un globo nero che sono costretta a deglutire quando leggo le notizie, quando vedo le ormai quotidiane immagini strazianti di guerra.
Questi piccoli pensieri restano lì, dentro da qualche parte, inconsapevolmente, e poi, di tanto in tanto, il globo nero mi ritorna su, insieme al suo sapore amaro, l'amaro della guerra, della sofferenza...

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra...

di Daniela Grassi.

C’è stato un uomo che nel 1989, quando era un ragazzino, fu denunciato con suo padre per aver strangolato e sciolto nell’acido quattro persone, e che negli anni è stato ritenuto responsabile di innumerevoli omicidi, una lista impressionante tra cui spiccano quello di una donna incinta di tre mesi compagna di un capomafia, e quello purtroppo indimenticabile di Giuseppe di Matteo, 15 anni, anche lui strangolato e sciolto nell’acido. Che fosse esecutore o mandante, poco importa...

di Gianfranco Monaca.

Ogni volta che le aziende sono chiamate a rispondere in proposito di eventi luttuosi, rispondono con un cinismo che fa pensare a Caino: “Sono forse io il custode di mio fratello?”; e l’innocenza (o l’ingenuità?) con cui un pubblico sempre più numeroso di giovani e meno giovani si accontenta della loro risposta, è la prova che la scuola, non da oggi, è percepita unicamente come preparazione alla formazione delle vittime sacrificali sull’altare del Santo Onnipotente Profitto. Si è ormai dimenticato anche il “miracolo” che aveva coperto l’Europa “di un bianco mantello di cattedrali” nel nome della “mistica del lavoro” grazie alla formula monastica “Ora et Labora” che aveva sostituito alla schiavitù la “servitù della gleba”...

di Gianfranco Monaca.

Il mito della forza è indispensabile ma occorre il discernimento per scegliere la forza adatta per ciascuna circostanza. L’educazione al discernimento è fondamentale, e si diventa adulti nella misura della capacità di distinguere tra le diverse funzioni dei nostri apparati e facoltà: lo scheletro è indispensabile quanto lo stomaco, ma con diverse funzioni, lo  hanno detto Menenio Agrippa e Paolo di Tarso prima di Giangiorgio Alione, ciascuno a modo suo. Altrettanto importante è l’immagine con cui rappresentiamo il mito della forza, e qui comincia la necessità di fare delle distinzioni: la forza d’animo o la forza muscolare? La forza delle armi o la forza delle convinzioni?...

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