di Carolina Vásquez Araya.

Esiste un confine morale tra gli esseri viventi che delimita i diritti degli uni rispetto agli altri.
L’idea che la vita ci appartenga viene da lontano, da un’ideologia primitiva fanaticamente incentrata sull’uomo come proprietario assoluto di tutto ciò che lo circonda. Per questo motivo, non è tanto evidente il senso di proprietà deformato che contraddistingue la nostra educazione, iniziato nell’infanzia con il pulcino della pignatta fatto a pezzi perché il bambino voleva vedere come funzionava. [In Sudamerica c’è l’usanza di regalare ai bambini per il compleanno una gallina di cartapesta colorata piena di caramelle e cioccolatini, che poi viene squarciata per far uscire i dolciumi, NdT]. In fondo, è solo un pulcino smembrato che viene buttato via e l’unica conseguenza è che la mamma dice “basta con i pulcini della pignatta” …

Una campagna e due leggi d’iniziativa popolare.

Le molteplici crisi del nostro modello economico e sociale rendono evidente l’insostenibilità di una società regolata dal mercato e finalizzata al profitto individuale. Un nuovo modello ecologico, sociale e relazionale è possibile a partire dalle comunità territoriali e dalla democrazia di prossimità che permette la partecipazione diretta delle persone alle decisioni sulle scelte fondamentali che le coinvolgono.
Ecco perché nasce la campagna "Riprendiamoci il Comune". Nel suo doppio significato di riappropriarci, sottraendolo al mercato e alle privatizzazioni, di tutto quello che ci appartiene e di restituire un ruolo pubblico, sociale, ecologico e relazionale ai Comuni, luoghi della democrazia di prossimità. Riprendiamoci il Comune vuol dire affrontare i nodi che oggi impediscono ai Comuni di svolgere la propria funzione e alle comunità territoriali di autogovernarsi: la finanza locale e il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. Per questo, proponiamo due leggi d’iniziativa popolare...

Aumentano anche in Italia le disuguaglianze, i super ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari (lo 0,134% degli italiani) erano titolari, a fine 2021, di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri.

La pandemia prima e, ora, la crisi dell’energia, l’aumento dei prezzi – con un tasso dell’inflazione mai così alto da oltre 35 anni – e i nuovi venti recessivi rischiano di esacerbare ulteriormente i divari di lungo corso che caratterizzano il nostro Paese. Nelle mani del 5% più ricco una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero...

di Sergio Labate.

Mio figlio – d’improvviso e senza apparenti motivi – ha deciso di amare il calcio. Non posso far molto: ha sei anni e tutto il diritto di rovinarsi la vita come crede. Ma decisamente non è il periodo migliore per un simile colpo di fulmine. Tra un mondiale che non ci prova nemmeno a nascondere la contraddizione sanguinaria del capitalismo da cui è nato e un’indagine giudiziaria che scopre la presunzione ontologica del discorso del capitalista: rendere il profitto una sostanza più reale del principio di realtà. Eppure, poiché anch’io ci sono cascato da piccolo, rimango affascinato dal modo in cui le espressioni dell’amore calcistico siano cambiate. Perché il calcio non è affatto uno specchio deformato della realtà, è piuttosto uno specchio nitidissimo di una realtà in sé già deformata. Per questo conviene prestargli attenzione: è attraverso questo specchio che possiamo cogliere in modo eminente alcune patologie sociali...

A cura del Coordinamento Donne Cgil Asti e della Camera del Lavoro di Asti.
Quest'anno, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, le Donne della Cgil di Asti vogliono porre l'attenzione su di un particolare tipo di violenza, quella che nega alle donne una scelta libera sulla maternità.
Ovviamente ci riferiamo alla difesa e alla piena piena attuazione della Legge 194, in Italia troppo spesso non realmente applicata, rendendo la scelta dell'interruzione di gravidanza di difficile attuazione. E questa è una lesione intollerabile di un diritto sancito per legge, un diritto che corrisponde al rispetto della libertà delle donne. E' violenza...

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