La denuncia della Rete dei Numeri Pari e le proposte di associazioni e movimenti per sconfiggere le diseguaglianze.

I Rapporti pubblicati in questi giorni da Censis e ASviS raccontano il peggioramento delle condizioni materiali ed esistenziali nel nostro Paese, l’aumento delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale. Da un lato, il Censis fotografa una società italiana che sembra affetta da sonnambulismo, precipitata in un sonno profondo dell’analisi razionale che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali dagli esiti funesti, inabissata in una ipertrofia emotiva in cui le argomentazioni ragionevoli possono essere capovolte da continue scosse emozionali. Dall’altro, ASviS riporta le cattive performance di tutte le Regioni rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e un aumento delle disuguaglianze territoriali diffuso in tutto il Paese, facendo emergere le responsabilità della politica e l’inadeguatezza delle risposte messe in campo a tutti i livelli...

di Enrico Euli.

“Lo sai che anche i mostri si lavano i denti? Non ci credi? Chiedilo al Mostro fatto di capelli o a quello che sta sotto il letto. E lo sai perché lo fanno? Perché c’è un mostro ancora più terribile che se la prende con tutti, ma soprattutto con chi non si lava i denti!…”

A cura della Rete dei Numeri Pari.

I dati pubblicati da Eurostat lo scorso 21 ottobre fotografano una situazione drammatica nel nostro Paese: l’Italia è l’unico fra i grandi Paesi europei (Francia, Germania e Spagna) in cui la quota di famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese nel 2022 è sopra il 63%. La media europea è di 45,5%.
Il Rapporto Istat 2022 appena pubblicato, denuncia un ulteriore aumento della povertà assoluta e delle disuguaglianze nel nostro Paese. sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di persone (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Numeri mai visti prima nella storia della Repubblica!...

di Marco Bersani, Attac Italia.

E’ arrivato in settimana il via libera del Consiglio dell’Ue alle modifiche apportate all’Italia ai target per la richiesta della quarta rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per la quale potrà essere ora formulata la richiesta di pagamento. La richiesta di modifica era stata inoltrata dal governo Meloni l’11 luglio scorso e riguarda dieci dei 27 obiettivi originariamente associati alla quarta rata del Pnrr. Le modifiche ovviamente non vanno a incidere sul costo totale del Pnrr, che rimane invariato e pari a 191,5 miliardi di euro, 68,8 dei quali sotto forma di sovvenzioni condizionate e 122,7 sotto forma di prestiti, altrettanto condizionati alla realizzazione di riforme e obiettivi decisi in sede Ue...

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