Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, spiega sul Fatto Quotidiano la decisione di non alzare la bandiera a mezz’asta per la scomparsa di Silvio Berlusconi.

Scrivo questo articolo come rettore dell’Università per Stranieri di Siena: e comincio col dire che, come rettore, mai avrei pensato di dover prendere una posizione sulla morte di Silvio Berlusconi. Se sono stato, al contrario, costretto a farlo è a causa della inaudita decisione del governo Meloni di indire tre giorni di lutto nazionale, nei quali le bandiere sugli edifici pubblici dovrebbero essere poste a mezz’asta.
Di fronte a questa indicazione del potere esecutivo, il rettore di una università pubblica deve fare necessariamente una scelta: accettarla, o respingerla. Dire sì, o dire no: tertium non datur. Poiché la mia coscienza mi impediva di dire sì, ho scritto una lettera all’intera comunità accademica spiegando le ragioni del no...

Come noto, lo scorso Marzo 2023 è stato indetto un referendum abrogativo in materia di contrasto alla guerra e sostegno alla sanità pubblica, distinto in due quesiti. Da un lato si vuole limitare l'invio di armi, mezzi, equipaggiamenti e materiali militari ai Paesi coinvolti nel conflitto in corso; dall'altro si vuole cancellare una legge che dà alle Regioni la possibilità di consentire la partecipazione nella programmazione della sanità anche a soggetti privati (i quali, essendo coinvolti nella gestione, si trovano in una condizione di evidente conflitto di interessi).
La fase di raccolta firme è in piena attività: si può sottoscrivere ai banchetti presenti in tutte le città oppure anche on line...

di Paolo Cacciari.

Come non farsi travolgere dalla gravità dei problemi e cadere nel catastrofismo? Come non scivolare nella illusoria soluzione della “digitalizzazione”, tutt’altro che immateriale? Il cambiamento di mentalità e di pratiche di cui abbiamo bisogno passa prima di tutto per recuperare il controllo del nostro tempo e per le reti di comunità, ma per farlo nostro abbiamo bisogno non di istanze etiche ma di bellezza. “Quello che serve – scrive Wolfgang Sachs, allievo sodale di Ivan Illich, in Economia della sufficienza. Appunti per resistere all’Antropocene – è raccontare alla gente come potrebbe essere un’economia più sensibile alle esigenze della vita, quali nuove qualità ne deriverebbero e quali pregi e vantaggi essa ci offrirebbe”...

A cura di Cittadinanzattiva.

82 euro il costo medio mensile a livello nazionale, in Piemonte poco più di 96 euro. E il PNRR prevede 58 interventi sulle mense scolastiche regionali, di cui 37 di nuova costruzione.
96,40 euro è la spesa media che una famiglia piemontese sostiene per la mensa scolastica, per le scuole dell’infanzia, nell’anno in corso, rispetto agli 82 euro della media nazionale. Per le scuole primarie, invece, la spesa media mensile è pari a 94,40€. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58€ nell’infanzia e 62€ per la primaria). In Piemonte, per le mense delle scuole dell’infanzia, si va dai 4€ a pasto nelle scuole di Alessandria ai 6,60€ di Torino; ad Asti il pasto costa mediamente 4,80€, a Cuneo 4,30. Per le Primarie si va dai 4€ a pasto nelle scuole di Alessandria, ai 5,44€ di Torino; Asti è a 4,80€, Cuneo a 4,70€...

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