di Francesco Gesualdi.

A leggere i giornali eravamo di fronte a una rivoluzione. A leggere i documenti di prima mano si capiva che eravamo di fronte all’ennesima dichiarazione tutto fumo e niente arrosto. Il riferimento è alla notizia apparsa il 20 agosto scorso veicolata addirittura da Jamie Dimon, comandante in capo di JP Morgan, una delle più grandi banche d’affari del mondo. In tono trionfalistico annunciava che lui e altri 180 capitani d’impresa avevano firmato una nuova carta etica in cui affermavano che il “proposito di un’azienda” non è più soltanto o soprattutto il profitto, ma la tutela dei consumatori, dei lavoratori, dei fornitori, delle comunità locali. E a benedire il tutto la Business Roundtable, una delle più potenti organizzazioni imprenditoriali statunitensi...

di Agostino Di Ciaula, ISDE-Medici per l'Ambiente.

Rischiamo di procedere bendati verso la “perfect storm”, stringendo felici il nostro costoso cellulare di nuova generazione tra le mani. La prestigiosa rivista "Nature" ha pubblicato un articolo nel quale si spiega come il 5G renderà più difficile prevedere gli eventi meteorologici estremi a causa di interferenze con le trasmissioni satellitari. Proprio quando, a causa delle modificazioni climatiche causate da insostenibili attività umane, eventi meteorici intensi, tempeste e tornado stanno diventando sempre più frequenti e stanno conquistando nuove aree geografiche, i meteorologi potrebbero avere gravi difficoltà a prevedere questi eventi in tempo utile negli Stati Uniti e in Europa...

di Francesco Gesualdi.

La proposta dei Saturdays for Future, i Sabati per il Futuro, è una richiesta forte di passare dall’indifferenza all’I care, dalla passività alla cittadinanza attiva, dalla fatalità all’assunzione di responsabilità. È la sveglia per ricordarci che i sistemi non stanno in piedi da soli, ma col contributo di ciascuno di noi; e se da una parte ciò ci carica di responsabilità, dall’altra ci fa capire il valore politico della coerenza. Ci fa capire che la politica non si fa solo nella cabina elettorale o nelle manifestazioni di piazza. La politica si fa in ogni momento della vita: al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all’edicola, in cucina, nel tempo libero, quando ci si sposa...

di Arturo Di Corinto.

Alcuni paesi hanno messo al bando piatti, bicchieri e cannucce di plastica, perfino i cotton-fioc, per ridurre l’inquinamento planetario. Verrebbe da dire “troppo poco, troppo tardi”, soprattutto se consideriamo che Trenitalia regala ai clienti di prima classe una bottiglietta di plastica che verrà buttata a fine viaggio e che ad ogni spesa al supermercato compriamo in media due buste che invece di distruggersi in 400 anni ce ne metteranno cinquanta. Però almeno se ne parla. Ciò di cui non si parla è invece l’inquinamento prodotto dalle plastiche e dai metalli dei telefonini. Ce ne sono quasi 6 miliardi nel mondo e in media vengono cambiati ogni 18 mesi. Dove vanno a finire i vecchi smartphone? Nel migliore dei casi in discarica. Qualche volta sono ricondizionati, ma la filiera è lunga, il procedimento costoso, gli acquirenti pochi. E tuttavia non è solo un problema di inquinamento...

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