A cura di don Dino Barberis, coordinatore degli uffici pastorali del “terzo settore”.

In questi mesi si sta definendo per l’astigiano il Piano strategico per lo sviluppo territoriale della provincia di Asti, da porre in relazione alle indicazioni del PNRR e recentemente sono state rese pubbliche le conclusioni dei tavoli di lavoro presso Asti Studi Superiori, che, attraverso una precisa metodologia, ha individuato le principali linee strategiche per il piano stesso.
Come comunità diocesana abbiamo diverse opportunità di riflessione e di contatto con le persone, in particolare quelle che fanno più difficoltà, ma non solo. Ci siamo interrogati sull’opportunità o meno di mettere per iscritto quanto della nostra esperienza potrebbe essere utile al dibattito, anche perché ci sentiamo di dar voce a pezzi di società che non sempre si arriva a prendere in considerazione...

di Marco Bersani, Attac Italia.

Quindici mesi di pandemia dovrebbero essere sufficienti per fare un bilancio ragionato e intellettualmente onesto sull’efficacia delle misure messe in campo per affrontarla e sulla visione di società che le ha determinate.
Se non per altre ragioni, almeno per dare un significato agli oltre 120.000 morti (ad oggi) che nel nostro Paese si sono verificati...

di Enzo Scandurra.

Ogni volta che la specie umana (ovvero i suoi rappresentanti eletti) si trova ad affrontare problemi o minacce inedite (quasi sempre prodotte dalla sua ingordigia) che ostacolano o mettono a rischio la crescita economica, inventa nuovi concetti o parole che dovrebbero esorcizzarne gli esiti negativi.
Così è stato per lo “sviluppo sostenibile”, concetto che ognuno interpreta a suo modo (già al suo esordio, nel 1987, si contavano ben 25 sue definizioni); grimaldello semantico che si presta a più scopi (dalla pasta alle auto alle grandi opere), ma la cui sola sua evocazione basterebbe ad allontanare gli effetti di una crescita illimitata.

di Ernesto Burgio (medico esperto di epigenetica e biologia molecolare).

È importante sottolineare che l’attuale epidemia da nuovo Coronavirus (SARS-CoV2) non è soltanto la prima grande pandemia del III millennio, ma anche la prima dell’Antropocene. Diciamo questo a significare che non si tratta di una sorta di incidente di percorso: un evento biologico casuale, estemporaneo e imprevedibile. Ma di un episodio particolarmente drammatico, per le sue modalità di manifestazione e per le sue conseguenze a livello sanitario, sociale, economico-finanziario e politico (ancora non del tutto prevedibili) di una lunga crisi biologica conseguente alla “Guerra alla Natura” o, per usare le parole delle ultime due encicliche, alla sua stessa “Casa Comune” da parte di Homo sapiens sapiens...

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