La pandemia sanitaria che si protrae ormai da un anno, si porta dietro anche una crisi sociale che lascia un segno sempre più drammatico sulle fasce più deboli della popolazione, segnatamente su quelli, ultimi tra gli ultimi, che sono privati dei più elementari diritti. In questa situazione di apparente impotenza mantenere vivi almeno i valori della solidarietà universale diventa un obbligo morale. Possiamo farlo anche attraverso la nostra quotidianità, decidendo di indirizzare almeno una parte delle risorse destinate ai nostri consumi verso quelle esperienze che cercano di opporsi alla disumanità dilagante.

La pandemia non ferma l’iniziativa “DigitaLibera”: il progetto, nato nel 2020 dall’Associazione LiberaVoce di Cuneo, in collaborazione con il Comune di Cuneo e l’ITIS “Mario Delpozzo”, continua grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo attraverso il bando “Ri-Attivare”.
Sono una decina ormai gli studenti coinvolti nel percorso accompagnato dal tecnico Fabrizio Demurtas e dall’educatore Matteo Mancini della Cooperativa Caracol.
L’idea è semplice: unire volontariato, sostenibilità e avvicinare i giovani ai valori della rete “Libera contro le mafie”.

C’è una crisi umanitaria in corso nel nord della Bosnia: migliaia di profughi arrivati dalla Siria, dall’Afghanistan e da altre regioni colpite da guerre e crisi economiche vagano nei boschi attorno alla città di Bihac dopo che un campo allestito nella zona dall’IOM, l’agenzia Onu per le migrazioni internazionali, è andato a fuoco il 23 dicembre scorso. L’accampamento, realizzato ad aprile nella piana di Lipa per far fronte all’emergenza nell’emergenza rappresentata dalla diffusione del Covid19 tra i profughi ammassati a pochi chilometri dai confini con la Croazia, doveva essere smantellato ed evacuato perché privo delle infrastrutture di base - acqua corrente ed elettricità innanzitutto - non adatto quindi ad accogliere dignitosamente le persone. L’incendio scoppiato alla vigilia di Natale ha fatto precipitare la situazione e i circa 1500 ospiti del campo si sono trovati da un momento all’altro senza un rifugio, abbandonati a se stessi in un periodo dell’anno in cui le temperature scendono anche di una ventina di gradi sotto lo zero, spesso respinti da altre strutture emergenziali presenti in zona perché già sature o perché le amministrazioni e la popolazione locale si sono apposte all’accoglienza.

Corso di formazione e aggiornamento on-line: Fare memoria per il futuro: attualità della Shoah a scuola, in famiglia, in comunità (febbraio-marzo 2021).

La proposta formativa rivolta ad adulti e giovani intende fornire agli interessati un supporto culturale sull’argomento, offrendo ai docenti anche una serie di indicazioni didattiche per affrontare la trattazione della Shoah nel contesto dei percorsi scolastici in ottica multidisciplinare, e spunti educativi per quanti operano in gruppi e associazioni.

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