A cura del Comitato Astigiano a favore delle acque pubbliche.

Abbiamo scelto di intervenire al consiglio comunale aperto del 17 febbraio affidando al nostro Alessandro Mortarino il compito di sintetizzare alcune riflessioni sull'attuale situazione in seno al bacino idrico Astigiano-Monferrato (EgATO5) e al ruolo di ASP. Eravamo ben consci che in una fase di difficili rapporti tra socio pubblico e socio privato all'interno della compagine proprietaria di ASP e non essendo note le ragioni di tale malessere, sollevare la questione di una possibile ripubblicizzazione - almeno del ramo idrico - della ex municipalizzata corresse il rischio di rendere la vicenda ancora più intricata, ma abbiamo ritenuto che in una democrazia matura valutare tutte le ipotesi, con serenità e voglia di confrontarsi in maniera non ideologica, fosse necessario. E abbiamo fatto bene: notiamo che le nostre considerazioni non sono cadute nel vuoto e ora riteniamo opportuno ampliarne la visione per consentire a tutti di possedere le necessarie informazioni...

A cosa serve un Consiglio Comunale Aperto? La risposta è semplice: serve a dare voce in forma collettiva a un dibattito su un tema di particolare rilevanza che riguarda l'intera collettività territoriale. E', dunque, uno strumento "alto" di democrazia per favorire lo scambio di notizie, suggerimenti, analisi, proposte ed è strettamente legato a una situazione di attualità e di "allarme". Non è il caso del CCA (abbreviamo per comodità) tenutosi in municipio ad Asti la sera di lunedì 17 febbraio: un momento di democrazia, sì; ma "monco" in quanto tutti coloro che hanno avuto l'opportunità di declinare concetti e di ampliare l'orizzonte di un dibattito necessario, hanno dovuto scontrarsi con il vero punto di partenza di qualunque allargata discussione: qual è la situazione attuale? Difficile proporre soluzioni per un problema di cui non si sa, compiutamente, quale sia la dimensione...

di Paolo X. Viarengo e Alessandro Mortarino.

Ma davvero si può credere che l’omissione di un destinatario da un e-mail possa provocare un serio litigio? Ma davvero si può credere che un’e-mail  inviata da un ufficio comunale, possa partire errata senza che nessuno la controlli e la corregga? Il fatto è noto a tutti: il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, riceve il parere dell’Autorità anticorruzione - non proprio favorevole - riguardante il teleriscaldamento e decide di comunicarlo al socio privato del Comune di Asti in Asp. Ovvero la Nord Ovest Servizi SpA, abbreviata quasi sempre in Nos, detentrice del 45 per cento delle quote della ex municipalizzata, contro il 55 per cento del Comune di Asti. Lo comunica a mezzo e-mail e lo indirizza a Amiat, GTT, Iren, Smat e Asta, cioè alle società facenti parti la Nos e non alla Nos stessa. Il suo presidente, Paolo Romano, anche presidente di Smat, (che quindi l’-mail incriminata l’aveva ricevuta, eccome), s’infuria. Produce tre pagine sanguinose in cui accusa questa amministrazione di "doppiezza", mentre ricorda che invece alla sua società nulla è stato mai contestato e si riserva, velatamente, di adire alle opportune vie legali…

di Carlo Sottile.

Non è la prima volta che la “crisi si prende la casa”, vien da dire parafrasando l’incipit dell’articolo de La Stampa di venerdì 31 gennaio. Se fosse la prima volta, allora avrebbe senso parlare di emergenza abitativa. Vale a dire, una difficile condizione sociale, per un certo numero di famiglie, destinata ragionevolmente ad esaurirsi, in ogni caso tenuta sotto controllo da efficaci e flessibili misure di contrasto.
Ma non è così, perché è almeno dal 2008 che, ogni anno, la “crisi si prende la casa”. Ed è almeno dal 1998, l’anno dell'abolizione della Gescal e dell’Equo canone, che quella crisi, vale a dire la consegna al mercato del bisogno abitativo, viene preparata...

di Massimo Longo.

Apprendiamo dalle pagine astigiane de La Stampa una rassicurazione di Giuseppe Francese, Presidente della Commissione Consigliare per il Commercio e Sviluppo del Comune di Asti, indirizzata a diversi commercianti al dettaglio astigiani preoccupati: nel vecchio Mulino di Asti sarà trasferita un'attività commerciale già operante in zona, e non un insediamento ex novo. Inoltre, il Presidente Francese ci mette un carico: si tratterà di un “grosso intervento di riqualificazione urbanistica che migliorerà notevolmente l'immagine di uno dei più importanti ingressi urbani della nostra città qual, è (sic) corso Savona”...

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