tratto da Il Cambiamento*.

La Scuola di Agricoltura Indigena nasce dallo sviluppo del progetto in agroecologia dell’ecovillaggio La Casa Rotta e dell’organismo agricolo Nuove Rotte. Il termine "indigeno", come spiegano i promotori, ha un'etimologia latina e significa "generare". «Ci piace usarlo perché la parola GENERARE indica un’agricoltura che non distrugge la vita ma la genera continuamente - spiegano dall'ecovillaggio "La casa rotta" - L’agricoltura indigena attinge a tecniche non solo locali e pone l'accento sull’intima relazione che esiste tra l'essere umano e l'universo» ...

a cura della sezione albese di Italia Nostra.

Abbiamo appreso da “La Stampa” n. 149 del 2/6/2019 che negli scorsi giorni sono stati presentati all’Amministrazione comunale di Magliano Alfieri tre progetti della pittrice cinese Zhang Hong Mei, predisposti per opere di pittura contemporanea nell’interno dell’ex oratorio della SS. Trinità nel centro storico del paese. Innanzitutto riprendiamo la comunicazione in data 30/7/2018  -prot. n. 30/2018, notificata alle SS. LL. da questa Sezione albese di “Italia Nostra” su tale questione. Ora, alla luce di quanto si apprende, dobbiamo ribadire le nostre fondate perplessità e le relative istanze procedurali già espresse in quella preoccupata segnalazione ...

a cura di Carovane Migranti.

Saluzzo, 17 giugno 2019. "Anche se vivete come bestie conservate una grande dignità. Non dovete vergognarvi, sono altri quelli che devono vergognarsi; quanti vi abbandonano in queste condizioni". Aboubakar Soumahoro, pronuncia queste parole davanti ad un centinaio di braccianti. Ancora una volta dopo almeno dieci anni la situazione è la stessa. Comincia la raccolta e almeno 200 persone dormono sotto il cielo. Sono lavoratori, e ovviamente chiedono di essere pagati come tutti gli altri (stesso lavoro, stesso salario!) e invece in molti casi non avviene. Producono ricchezza ma non ne beneficiano: una doccia, un letto per riposare. Un'Italia, da Foggia, a Cassibile, da Rosarno a Saluzzo che vuole avidamente le loro braccia; null’altro!

a cura del Polo Cittattiva per l'Astigiano e l'Albese.

Venerdì 31 maggio 2019, tarda serata. Sarà il solito messaggio che augura la buonanotte. Un’ immagine appare all’improvviso. Un fotomontaggio? Impossibile che sia stata scattata da qualcuno, non è reale. Una collina così non può esistere da queste parti. Invece no, è tutto vero: il testo che segue è molto esplicito e dimostra chiaramente che quella è proprio una foto, il luogo potrebbe essere uno qualsiasi di quelli che ci circondano. Un attimo di silenzio: forse è troppo tardi e i pochi neuroni rimasti a fine giornata non funzionano a dovere. Meglio chiedere a qualcuno che quei luoghi conosce meglio ma è troppo tardi e la risposta non arriva. E poi chissà, magari il giorno dopo ci si accorgerà che si è visto e letto male perché, ormai, bisogna metterseli davvero quei multifocali che si consigliano agli altri. Invece, la mattina dopo, la foto e il testo sono ancora al loro posto insieme alle domande di tutti gli altri che si sperava dicessero che è tutto finto. Purtroppo, non è così: un podere è diventato una triste lavagna dove campeggia una svastica. Grazie alle forze dell’ordine, nelle prime ore di sabato 1 Giugno, il campo ritorna ad essere un campo: il segno che devastava le nostre ridenti colline, è stato cancellato. Tutto ritorna come prima ...

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