di Paolo Cacciari.
Come non farsi travolgere dalla gravità dei problemi e cadere nel catastrofismo? Come non scivolare nella illusoria soluzione della “digitalizzazione”, tutt’altro che immateriale? Il cambiamento di mentalità e di pratiche di cui abbiamo bisogno passa prima di tutto per recuperare il controllo del nostro tempo e per le reti di comunità, ma per farlo nostro abbiamo bisogno non di istanze etiche ma di bellezza. “Quello che serve – scrive Wolfgang Sachs, allievo sodale di Ivan Illich, in Economia della sufficienza. Appunti per resistere all’Antropocene – è raccontare alla gente come potrebbe essere un’economia più sensibile alle esigenze della vita, quali nuove qualità ne deriverebbero e quali pregi e vantaggi essa ci offrirebbe”...