di Penny.

Noi lavoriamo sempre, anche quando stiamo a casa. Lavoriamo di nascosto, nei ritagli di tempo, cercando di rubare piccoli spazi per i nostri desideri. Lavoriamo sempre. A casa. Fuori. Nonostante la disparità di trattamento economico rispetto agli uomini continua a essere una triste realtà.
Una donna, secondo un rapporto Oxfam, è costretta a lavorare mediamente 59 ore in più rispetto ai colleghi uomini per ottenere lo stesso stipendio...

A cura di ARI-Associazione Rurale Italiana.

Oggi, 17 aprile, noi di ARI insieme a La Via Campesina celebriamo la giornata mondiale delle lotte contadine. Questa giornata venne istituita per ricordare la data di 23 anni fa allorquando, diciannove manifestanti del “Movimento Sem Terra” venivano uccisi dalla polizia brasiliana a “Eldorado dos Carajás” nello stato del Pará, mentre erano intenti a difendere la loro terra. Da quel giorno i contadini e le contadine dei movimenti di base di tutto il mondo si fermano e ricordano i loro colleghi e compagni che hanno perso la vita, ma che hanno lottato, e anche vinto, per il diritto al cibo, alla terra, all’acqua e, soprattutto ad un lavoro ed una vita dignitosa...

di Marianna Filandri.

Il lavoro – dicono – c’è ma manca chi lo vuole fare. In Italia pare che gli imprenditori non abbiano proprio vita facile. I giovani nel migliore dei casi non sono qualificati, i disoccupati preferiscono sopra tutto stare sul divano e chi ha un lavoro sempre più spesso decide di lasciarlo. Quest’ultimo è il fenomeno noto come “la grande dimissione” o, in inglese, great resignation. In che cosa consiste, o consisterebbe? Nel fatto che lavoratrici e lavoratori lasciano volontariamente il proprio impiego perché insoddisfatti. A questo quadro si aggiunge il recente quiet quitting, ossia il darsi meno da fare sul luogo di lavoro. Dipendenti che decidono – senza scalpore – semplicemente di lavorare meno, “il giusto”, direbbero loro. Un “giusto” stabilito soggettivamente partendo dalla consapevolezza che il lavoro non definisce la propria identità. Di fronte a queste tendenze non stupisce che il nostro mercato del lavoro sia così in cattiva salute e la responsabilità dei problemi venga fatta cadere per lo più sul lato dell’offerta. La forza lavoro, sia essa occupata o meno, non si adopera a sufficienza per trovare un impiego e tanto meno per tenerlo o svolgerlo come dovrebbe...

di Alessandro Mortarino.

Ad inizio anno avevamo pubblicato un articolo in cui sintetizzavamo due differenti situazioni occupazionali rivolte una all'universo giovanile e una a soggetti disoccupati over 45enni. Due situazioni accomunate da un destino retributivo su cui ci era parso opportuno accendere un riflettore, inteso come una "spia" di allarme date le esiguità dei corrispettivi previsti e alcune condizioni apparentemente non di particolare rilievo per la dignità umana. Le nostre annotazioni, purtroppo, non hanno aperto un particolare dibattito ma solo qualche sparuto commento e ci pare quindi necessario un supplemento di inchiesta su cui riflettere...

di Alessandro Mortarino.

Una giovane poco più che ventenne ci racconta la sua esperienza da stagista in uno dei più importanti gruppi della grande distribuzione organizzata, come cassiera per un periodo di sei mesi: 40 ore la settimana, dal lunedì alla domenica, per poco più di 500 euro mensili. Un altro lavoratore, over 45enne, ci parla invece dei cosiddetti "Cantieri di lavoro", uno strumento pensato per l’inserimento lavorativo di soggetti disoccupati o persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in attività temporanee e straordinarie attuate da Comuni o loro forme associative: indennità giornaliera pari al massimo a 35,84 euro per ogni giornata, per un impegno giornaliero pari al massimo a 7 ore. Solidarietà e dignità sono davvero alla base di queste opportunità?...

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