di Paola Ronco.
 
Passi l’infanzia a guardare i tuoi genitori consumare i giorni in uffici che sembrano caserme, in cantieri mai messi in sicurezza, in supermercati dove i turni cambiano dall’oggi al domani. Ti spiegano che è così che gira il mondo, che il lavoro bisogna solo ringraziare se c’è, che se ti chiedono di più lo devi fare senza discutere, che tu lo devi venerare il lavoro, perché è la cosa che dà un senso alla tua esistenza...

di Gian Michele Accomasso.

Funivia del Mottarone, quattordici persone sono morte in seguito al distacco ed alla conseguente caduta di una cabina. Ci sono tre persone indagate quali responsabili della strage.
Uno, il preposto, ammette le sue responsabilità: l'impianto non funzionava bene, causava blocchi improvvisi delle cabine. Per evitarli ho inserito dei ceppi che impedivano il blocco, ma disattivavano anche l'impianto frenante della cabina. In caso di rottura della fune traente tutto sarebbe precipitato a terra: ma la fune pensavo che non si sarebbe mai spezzata!
Il gestore dell'impianto dice che la sicurezza dell'impianto non è di sua competenza, la gestiscono i tecnici. Insomma se ne lava le mani!...

di Luisa Rasero (Responsabile Coordinamento Donne CGIL Asti) e Luca Quagliotti (Segretario Generale Camera del Lavoro CGIL Asti).

Luana, 2021 non 1944.

Nel 1944 ad Asti persero la vita 9 giovanissime donne, nell'incendio della fabbrica in cui lavoravano. Sono le Brusaji. Luana D'Orazio è morta il 3 maggio, anno di grazia 2021, straziata da un ingranaggio della fabbrica tessile in cui lavorava, in provincia di Prato. Stessa sorte e stessa fascia di età delle nostre ragazze, l'accogliamo tra di loro nel nostro ricordo. Con una nota straziante in più: Luana, pur così giovane, era già mamma...

a cura del coordinamento La Musica che Gira.
 
Lettera Aperta a Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle Finanza e Dario Franceschini, Ministro della Cultura.
Questa storia inizia il 21 giugno 2020 in piazza duomo a Milano quando in un flash mob con artisti e lavoratori dello spettacolo si è chiesto al parlamento di approvare degli emendamenti al Decreto Rilancio. Tra questi era prevista una disposizione per la modifica della destinazione di 10 milioni di euro dalla cosiddetta “Netflix della Cultura” ad un fondo per il sostegno dello spettacolo dal vivo.

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