di Daniela Grassi.
Ho conosciuto Roberto quando era al suo primo mandato come presidente provinciale delle Acli di Asti, per cui lavoro anche attualmente, e non sapevo nulla né di lui, né delle Acli di Asti e della loro realtà, così fortemente legata ai Circoli sparsi sul territorio, e che a volte cercavo sulla cartina della provincia, tra le colline.
Non sempre era facile capire quello che Roberto diceva, sia che parlasse di quei Circoli, sia che, come è successo tante volte nei lunghi anni trascorsi, ci occupassimo di argomenti più “alti”, tanto che spesso si scherzava sul fatto che ciò che concepiva avesse poi bisogno di interprete per essere compreso dai mortali, specialmente in un mondo che ha ben poca voglia di attardarsi su tutto ciò che sia meno che sintetico e immediato.
Ma una cosa era chiara, sempre: che a Roberto davvero piaceva stare con gli altri, passare del tempo insieme; persino quando c’erano grossi guai da risolvere, diceva che alla fine la cosa buona era che si stava di più insieme. Lo stare insieme per “fare cose di senso”, cose buone, era secondo me la sua passione, il comune denominatore di ogni sua attività...
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