
di Flavio Gotta, presidente diocesano dell’Azione Cattolica.
Caporalato vuol dire controllo del mercato del lavoro, potere che sfrutta la miseria altrui, facile guadagno sul lavoro degli altri, abbattimento dei costi, invisibilità rispetto alle istituzioni e sgretolamento della legalità. I suoi frutti: benessere ristretto a pochi, soprusi e minacce, regime della paura, razzismo etnico e culturale (i bulgari contro i macedoni, il pubblico contro il privato), aumento della miseria ed espulsione dal sistema di chi non lo accetta. Se devo essere sincero non vedo molta differenza rispetto agli eccessi del libero mercato, alla voglia di non avere tasse per essere più liberi e potenti, all’abuso di potere di chi deve controllare e a suo piacimento punisce, al mantra della competitività che si riassume in «vita mia morte tua» ...
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