ImageIn queste settimane si sta parlando in continuazione, ad Asti, dell'utilità di un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) come completamento delle dotazioni tecnologiche presenti nel ciclo di gestione dei rifiuti della nostra provincia. Una possibilità ventilata nelle scorse settimane anche dal CBRA (Consorzio di Bacino per i rifiuti astigiani, cioè il Consorzio dei nostri 115 Comuni), che dopo attente analisi dei flussi di produzione e riciclo degli ultimi anni e di campionamenti del contenuto dei sacchetti di indifferenziata, ha convenuto sulla “virtuosità” dei cittadini astigiani e sul fatto che, con qualche minima “spinta” al miglioramento della gestione dell'indifferenziata, sia a portata di mano una situazione di eccellenza che indica quanto inutile risulti il ricorso alla possibile costruzione di inceneritori.
Proviamo, quindi, a raccontarvi l'esperienza del Centro Riciclo di Vedelago (Treviso) che gestisce dal 1999 un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti ai fini del recupero di materiali, aggiungendovi qualche dato relativo all'attuale nostro impianto di Valterza.

ImageDopo l’ennesima riunione tenutasi allo scopo di costituire un possibile unico Comitato contro l’inceneritore (o a favore di un’alternativa all’inceneritore …) - di cui potrete leggere la nostra cronaca a seguire – noi, cittadini e cittadine astigiani sottoscriviamo questa proposta ed invitiamo chiunque a sottoscriverla (sufficiente registrare un messaggio di adesione qui):
Per noi, dire “No” all'inceneritore significa affermare un diritto ed esprimere un giudizio su un modello sociale che non ci appartiene. Quindi, noi – da semplici cittadini, con il nostro solo nome e cognome – aderiamo da subito a tutti i Comitati che sapranno e vorranno sostenere questa primaria causa civica. Abbiamo la sensazione che ci siano migliaia di persone come noi. Forse basterebbe soltanto chiederglielo ...
Silvana Bellone, Filippo Chirone, Daniela Grassi, Alessandro Mortarino, Oscar Pastrone, Marisa Pessione, Egle Piccinini, Tiziana Valente, Roberto Zanna.

 

Cari concittadini, in queste ultime settimane i giornali locali hanno più volte sollevato la questione della costruzione  di un inceneritore per  rifiuti sul nostro territorio. La questione peraltro era già apparsa sia nella campagna elettorale per il comune di Asti del 2007 e sia per la Provincia di Asti del 2008 senza però coglierne esattamente le pericolosa portata.

di Alessandro Mortarino.
ImageCi sono diversi “livelli” da cui osservare e raccontare il piano per la gestione del ciclo dei rifiuti appena approntato – in forma ancora non definitiva - dal CBRA (il Consorzio di Bacino fra Comuni astigiani che tratta la sempre più complessa materia). Il primo è quello dei freddi (ma essenziali ed indispensabili) numeri, riassunti dal presidente della cooperativa E.R.I.C.A. Roberto Cavallo, consulente del Consorzio in questa opera progettuale: se con un minimo sforzo (i cittadini astigiani sono già tra i più virtuosi dell'intera Italia) si portasse la raccolta differenziata dall'attuale circa 56% al 70% e si riducesse al 14% la produzione di rifiuti, l'ammontare di materiali da portare in discarica e/o in un ipotetico inceneritore sarebbero appena circa 20/22.000 tonnellate all'anno.
Il secondo è quello della politica, riassunto nelle vesti di Massimo Padovani, presidente del CBRA e neo consigliere provinciale, capace  di assecondare i numeri inequivocabili affermando che i nostri “virtuosismi” ci permettono di non avere bisogno di ulteriori nuove soluzioni impiantistiche (leggasi inceneritore), ma che è sempre bene che un'Amministrazione sappia farsi carico dei problemi della “comunità” a cui partecipa (l'Ato 2 Rifiuti piemontese, in questo caso).

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