Cari concittadini, in queste ultime settimane i giornali locali hanno più volte sollevato la questione della costruzione  di un inceneritore per  rifiuti sul nostro territorio. La questione peraltro era già apparsa sia nella campagna elettorale per il comune di Asti del 2007 e sia per la Provincia di Asti del 2008 senza però coglierne esattamente le pericolosa portata.

di Alessandro Mortarino.
ImageCi sono diversi “livelli” da cui osservare e raccontare il piano per la gestione del ciclo dei rifiuti appena approntato – in forma ancora non definitiva - dal CBRA (il Consorzio di Bacino fra Comuni astigiani che tratta la sempre più complessa materia). Il primo è quello dei freddi (ma essenziali ed indispensabili) numeri, riassunti dal presidente della cooperativa E.R.I.C.A. Roberto Cavallo, consulente del Consorzio in questa opera progettuale: se con un minimo sforzo (i cittadini astigiani sono già tra i più virtuosi dell'intera Italia) si portasse la raccolta differenziata dall'attuale circa 56% al 70% e si riducesse al 14% la produzione di rifiuti, l'ammontare di materiali da portare in discarica e/o in un ipotetico inceneritore sarebbero appena circa 20/22.000 tonnellate all'anno.
Il secondo è quello della politica, riassunto nelle vesti di Massimo Padovani, presidente del CBRA e neo consigliere provinciale, capace  di assecondare i numeri inequivocabili affermando che i nostri “virtuosismi” ci permettono di non avere bisogno di ulteriori nuove soluzioni impiantistiche (leggasi inceneritore), ma che è sempre bene che un'Amministrazione sappia farsi carico dei problemi della “comunità” a cui partecipa (l'Ato 2 Rifiuti piemontese, in questo caso).

di Luigi Sposato, Pro Natura Asti.
ImageE’ la prima giornata di sole di un giugno piovoso, ho appuntamento con un amico che mi ha promesso di mostrarmi dove vive. Siamo in bicicletta, partiamo e quasi subito ci fermiamo, il mio accompagnatore mi addita la collina ed il bosco, vorremmo addentrarci ma il terreno, reso fangoso dalla pioggia, non lo permette.
Allora decidiamo di fare un giro più ampio, imbocchiamo una via che si diparte da Corso Alba e ci ritroviamo in Valle San Pietro; subito a destra, un cancello e sul pilastro una scritta “San Jorio”: qui ci abitano i miei, dice la mia guida. Dall’altra parte della strada un bosco; “a chi appartiene questa proprietà ?”, non so di chi è si chiama “Il Chiossetto” , è la risposta. Mi viene in mente che recentemente ho letto qualcosa in proposito … ma cosa ?  …

ImageE' tornata alla ribalta la “clamorosa” idea di trasformare l'abituale senso dell'ospitalità astigiana nella disponibilità ad accogliere sul nostro territorio un possibile impianto di incenerimento rifiuti, a disposizione di altre cinque province piemontesi. Anche la neo-presidente dell'Amministrazione provinciale Maria Teresa Armosino, infatti, si è allineata alle posizioni del Sindaco di Asti Galvagno, nonostante da mesi si siano alzati roboanti ed innumerevoli voci di dissenso.
Nei giorni scorsi pare anche essersi aperta una polemica tra lo stesso Galvagno e il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice Maurizio Pallante, ospite in una serata astigiana sul tema. AltritAsti raccoglie in questo articolo qualche spunto di approfondimento da parte di Roberto Modellato (Reset/MeetUp Grillo), Gianni Dapavo (Legambiente) e P.C. Cavallari (CRAR-Coordinamento Regionale Ambiente Rifiuti).

A cura di Greenpeace, Legambiente e Wwf Italia.
ImageRiceviamo da Giorgio Baldizzone (Wwf) questa importante valutazione che prende in esame il tema dei costi, della tecnologia di quarta generazione, dei tempi, sicurezza e lotta ai cambiamenti climatici in stretta correlazione alla voglia di investire nel nucleare che pare “elettrizzare” l'attuale governo italiano: una notizia che parrebbe infondata ( dato il referendum popolare degli anni ottanta) se il ministro Scajola non continuasse a sbandierare la scelta già fatta dalla nuova maggioranza parlamentare.

In questo studio delle tre organizzazioni ambientaliste nazionali, tutte le verità sulle menzogne dei fautori dell’atomo ...

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