A cura di Co.M.I.S.-Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso la notizia che Asti occupa la non invidiabile terza posizione nella classifica stilata da Legambiente per le città più inquinate d’Italia, subito dietro Torino e Milano. Riconoscimento che non può che aumentare la preoccupazione per il nostro benessere visto che l’inquinamento è responsabile ogni anno di migliaia di morti premature, nel 2022 nel nostro Paese se ne stimano circa 52.000, e di gravi danni alla salute.
Considerato che entro il 2030 l’obiettivo dell’Europa è di inasprire i limiti massimi di legge attualmente in vigore adottati per la misurazione della concentrazione degli inquinanti e visto che le politiche attuate finora per migliorare la situazione si sono dimostrate del tutto insufficienti e inadeguate, la logica conseguenza è la richiesta di un’inversione nell’amministrazione delle nostre città e dell’ambiente che le circonda...

Il nostro titolo riprende fedelmente quello pubblicato dal Corriere della Sera per raccontare il negativo primato nazionale per il maggiore inquinamento di particolato (PM10) nello scorso anno. La città di Asti si insedia sul podio alle spalle dei due grandi centri metropolitani del nord Italia: la centralina ARPA Baussano ha infatti registrato 79 giornate di livelli di inquinamento, ben più del doppio del limite di legge dei 35 giorni di sforamento consentiti dalle leggi nazionali...

Da anni associazioni, comitati, il nostro Forum Salviamo il Paesaggio ribadiscono la necessità di intervenire “al contrario” di fronte alle richieste dei grandi operatori della logistica, ovvero dicendo di no ai loro progetti su terreni liberi, canalizzandoli così sul recupero e riuso delle tante superfici già impermeabilizzate presenti ovunque. Un grido che, finora, non è stato raccolto da Sindaci e amministrazioni locali convinti, appunto, di trovarsi dinanzi ad una opportunità di rilancio economico. Accogliamo quindi con particolare interesse una voce che pare, finalmente, essersi levata da parte di un Sindaco. E' quella di Gianni Tagliani, primo cittadino di Castelnuovo Scrivia in provincia di Alessandria, Comune con poco più di 5mila residenti che ha approvato una Variante al Piano regolatore con cui vengono ridotti gli indici: «A fronte di 150 mila metri già urbanizzati e utilizzabili sin da subito, che necessità c’è di consumare ancora suolo e terreno fertile?»...

di Marco Reggio.

Quella agli animali selvatici è una guerra che va avanti da molto tempo, forse da secoli, ma che da alcuni anni nel nostro paese si mostra in tutta la sua violenza. Ne è una manifestazione eclatante l’emendamento recentemente inserito nella legge di bilancio, una norma che permette di abbattere (uccidere) la fauna selvatica anche nelle aree urbane e nelle aree protette, in qualsiasi momento, ossia anche fuori dalla stagione di caccia...

di Paolo Pileri.

La Regione Piemonte rinuncia a usare le aree dismesse per installare pannelli fotovoltaici: una minaccia ai suoli agricoli.

Ho messo fine allo scandalo delle terre lasciate incolte dai grandi proprietari poco solleciti al bene pubblico: d’ora in avanti, ogni campo non coltivato da cinque anni apparterrà all’agricoltore che si incaricherà di trarne buon partito. […] Nessuno ha diritto di trattare la terra come l’avaro il suo gruzzolo d’oro”. Parole dell’imperatore Adriano nel meraviglioso “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar. Perché non adottarle oggi anche noi, che stiamo annaspando alla ricerca di aree idonee per impianti fotovoltaici rischiando, per insipienza, di far fuori vitali suoli agricoli?...

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