di Paolo Baldi.
In questi giorni freschi e di instabilità atmosferica spesso la finestra di casa è aperta sul cortile. Non c’è, da un po’ di tempo, la solita atmosfera: la campagna è silenziosa.
Per me, scappato in adolescenza da una Genova sempre più in decadenza, con il porto in espansione che si mangiava le belle spiagge bagnate da un mare pescoso, la campagna significava vita all’aria aperta, senza orari, circondato da una natura varia, rumorosa e ammaliante. Le colline offrivano un paesaggio variegato, essendo coltivate non esclusivamente a vigneto e noccioleto, con prati tagliati al momento giusto e un po’ di bosco governato. Di frequente usava ancora tra i contadini, per la scarsa meccanizzazione, lavorare fianco a fianco per la fienagione, il taglio del grano, la sfogliatura del mais e la vendemmia...