di Sergio Motolese.
Da parecchi giorni la parola vaccino prende sempre più spazio nei notiziari e nei dibattiti. Lo si aspetta con ansia, con la speranza che risolva tutti i problemi, affinché si possa così tornare alla vita di prima, alla vita “normale”, e questo periodo resti solo un brutto ricordo, scacciando fastidiose domande sui motivi di quanto avvenuto e cercando di sopire la paura di nuove pandemie e nuovi disastri ambientali e umani.
Dopo un mese abbondante di terrorismo mediatico, bollettini di morti e leggi eccezionali, il nemico invisibile è temuto abbastanza da essere disposti ad accettare passivamente e acriticamente qualunque rimedio atto a debellarlo, a distruggerlo. Almeno, questo è quello che ci si aspetta da parte dei poteri costituiti, a partire da quello sanitario...