I bambini non possono più andare a scuola da soli a piedi ma possono avere un telefonino a sette anni.

di Manuela Salvi*.

Quando è stata inventata e messa in commercio l’automobile non c’erano limiti d’età, né segnali stradali, né la patente da ottenere prima di mettersi alla guida. Compravi la macchina, salivi a bordo e via – guidavano anche i ragazzini, bastava arrivare all’altezza giusta. Poi la circolazione è aumentata e anche il numero degli incidenti, così l’automobile ha smesso di essere un giocattolo divertente ed è diventata un mezzo di trasporto con regole e pericoli concreti, e soprattutto con un’età minima per la guida, e solo dopo aver preso la patente. Una roba da adulti...

«La crescita economica è strettamente collegata all’aumento della produzione, del consumo e dell’uso delle risorse e ha effetti dannosi sull’ambiente naturale e sulla salute umana. È improbabile che un lungo disaccoppiamento duraturo e assoluto della crescita economica dalle pressioni e dagli impatti ambientali possa essere raggiunto su scala globale; pertanto, le società devono ripensare a cosa si intende per crescita e progresso e il loro significato per la sostenibilità globale»...

Viviamo in un mondo all'insegna delle diseguaglianze? No, ci mancherebbe! E che non ci venga in mente di dubitarne, ad esempio, riflettendo sul fatto che, poche settimane fa, un'asta Bolaffi ha aggiudicato - per la modica cifra di 100.000 euro - una preziosa bottiglia di vino. Di vino, già. Una doppia magnum (3 litri) di Romanée Conti Grand Cru 1990...

di Alessandro Mortarino.

Nei giorni scorsi la prestigiosa rivista "Nature" ha pubblicato la sintesi di uno studio condotto da un team del Weizmann Institute of Science a Rehovot (Israele), guidato dal professor Ron Milo, che rende ancora più comprensibile il peso dell'impronta ecologica impresso dall'uomo nel ciclo di vita del nostro "affaticato" pianeta...

di Alba Tecla Bosco.

Nel 2003, la campagna internazionale Boycott the war- Boycott Bush contro la guerra e l’occupazione dell’Iraq prendeva di mira varie multinazionali petrolifere, agroalimentari e farmaceutiche. Non mancava la Pfizer, per via del sostegno alla campagna elettorale del presidente in carica. Anche se, come tutta Big Pharma, i finanziamenti sono andati via via a candidati repubblicani e democratici. Sempre sul fronte iracheno, dopo diversi anni Pfizer e varie sue sorelle (AstraZeneca, Roche, Johnson Johnson) vengono citate in giudizio dai familiari di soldati statunitensi uccisi in Iraq. Una stranezza che si spiega così: le aziende, per farsi largo su questo nuovo mercato, offrivano somme elevate a funzionari del ministero della salute, i quali però sarebbero stati legati con gruppi armati anti-Usa...

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