L’appello dei ragazzi di #FridaysForFuture e degli scienziati del clima sulla rinascita post-Coronavirus. “Le crisi sono due. Ma la soluzione è una sola.”

Cara Italia,
ascolta questo silenzio.
La nostra normalità è stata stravolta e ci siamo svegliati in un incubo. Ci ritroviamo chiusi nelle nostre case, isolati e angosciati, ad aspettare la fine di questa pandemia. Non sappiamo quando potremo tornare alla nostra vita, dai nostri cari, in aula o al lavoro. Peggio, non sappiamo se ci sarà ancora un lavoro ad attenderci, se le aziende sapranno rialzarsi, schiacciate dalla peggiore crisi economica dal dopoguerra...

di Sergio Motolese.

Il Covid-19 non genera solo sintomi individuali in chi lo contrae ma anche sintomi sociali i quali, dopo una fase di incubazione abbastanza breve, sono ora chiaramente conclamati. Di una sempre più evidente dittatura sanitaria ho già trattato in questa sede, ed essa traina le altre due: il pensiero unico, da un lato, e il predominio incontrastato della tecnologia sull'uomo, dall'altro. Il combinato disposto di questi tre “sintomi”, di queste tre dittature, rende la malattia dell'organismo sociale altrettanto grave al pari di quella individuale...

di Marco Bersani, Attac Italia.

La profondità della crisi sistemica, evidenziata dall’epidemia Covid19, si manifesta nella considerazione con la quale le istituzioni tengono conto dei diritti delle bambine e dei bambini. Non vi è alcuna traccia di loro in nessuno dei molteplici decreti, prodotti a ripetizione dal Presidente del Consiglio, e, quando se ne parla, è esclusivamente in senso negativo, una continua prolusione su quello che non possono e non devono fare.
Così, delle bambine e dei bambini sappiamo solo che non possono andare a scuola, non possono fare una passeggiata con i loro genitori, non possono andare al parco a prendere una boccata d’aria.
Cosa possano fare è problema esclusivo delle loro famiglie e non riguarda in alcun modo la società e le istituzioni...

di Guido Dotti, monaco della comunità di Bose, per una nuova metafora del nostro oggi.

No, non mi rassegno. Questa non è una guerra, noi non siamo in guerra.
Da quando la narrazione predominante della situazione italiana e mondiale di fronte alla pandemia ha assunto la terminologia della guerra – cioè da subito dopo il precipitare della situazione sanitaria in un determinato paese – cerco una metafora diversa che renda giustizia di quanto stiamo vivendo e soffrendo e che offra elementi di speranza e sentieri di senso per i giorni che ci attendono...

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