di Marco Arturi.

Stupenda la chiamata alle armi scritta da Scurati e pubblicata mercoledì 5 marzo, ça va sans dire, dall’organo ufficiale del sinistratismo e del bellicismo italiani. Il capolavoro in questione si intitola “Dove sono ormai i guerrieri d’Europa?” e si basa su una tesi che, sintetizzando, è la seguente: dopo la seconda guerra mondiale noi europei siamo stati bravi a costruire un continente di pace e di solidarietà però siamo diventati degli imbelli (nel senso di inadatti alla guerra); è ora di ricordarci chi siamo stati da Maratona fino al Piave (testuale) e di riappropriarci di una volontà bellica. Del resto, chiude il sommo Scurati, la Resistenza antifascista ci ha insegnato proprio questo: che la guerra va ripudiata ma che a volte per costruire la pace bisogna combatterla. Sipario, applausi...

Nel 2023 (non si hanno ancora dati affidabili per il 2024), la spesa militare dei paesi NATO è stata circa 13 volte superiore a quella della Russia. Considerando solo i paesi europei membri della NATO, la spesa è risultata circa 4 volte quella della Russia.
Tuttavia, ci viene ripetuto che per garantire la sicurezza è necessario spendere molto di più. In realtà si tratta di propaganda e di una strategia di marketing delle industrie militari. È sufficiente visitare le loro pagine web per rendersene conto. Già l’espressione “investire nella difesa” è fuorviante...

di Marco Bersani, Attac Italia.

Con l’arrivo alla presidenza Usa di Donald Trump, la guerra in Ucraina sembra avviarsi a una svolta. L’inizio dei negoziati diretti fra i governi di Usa e Russia, oltre a confermare il definitivo suicidio dell’Unione europea come soggetto politico globale, stimola in tutti gli osservatori un’inevitabile domanda: chi potrà dire di aver vinto la guerra? Quesito a cui è difficile dare risposta se non in negativo: sicuramente la guerra l’hanno persa i popoli, in termini di morti, devastazione sociale e ambientale, distruzione di economia, reddito, relazioni e democrazia...

A cura dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

Considerata la sempre più invasiva presenza delle Forze Armate e di Polizia all’interno delle scuole che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università monitora e denuncia quotidianamente come inaccettabile invasione di campo in un clima generale caratterizzato da una crescente propaganda militare e da una folle corsa agli armamenti, proponiamo ai genitori e alle genitrici che come noi ripudiano la guerra, un agile strumento da presentare alle scuole all’atto di iscrizione dei propri figli e delle proprie figlie - o in qualsiasi altro momento dell’anno si ritenga opportuno - al fine di contribuire ad arginare quella che noi consideriamo una pericolosa frana culturale...

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